Perché i denti devitalizzati si rompono facilmente?

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Dr. Enzo Di Iorio Dentista, Odontostomatologo

La corretta scelta del tipo di ricostruzione evita di incorrere in una frattura del dente devitalizzato, evenienza questa che mette a rischio l’intero trattamento riabilitativo e la permanenza in arcata del dente stesso

Si potrebbe rispondere a questa domanda dicendo che i denti devitalizzati si rompono più facilemente quando per un qualche motivo (ad esempio per una scelta del paziente dettata da motivazioni di carattere economico) si decide di ricostruirli non nella maniera più appropriata.

Sarà capitato a molti di voi pazienti, al termine di una devitalizzazione, di sentirsi dire dal proprio dentista che il dente trattato endodonticamente “conviene incapsularlo”. 

Qualcuno si sarà di certo chiesto da dove emerge la necessità di realizzare questo ulteriore costoso trattamento e soprattutto si sarà posto la domanda:

Ma è davvero un trattamento necessario?”

 

Vediamo qual’è il razionale di tale scelta restaurativa

E’ di comune evidenza (evidenza avvalorata anche da studi scientifici) che il dente devitalizzato sia più soggetto a fratturarsi rispetto al dente vitale.

Numerosi sono i fattori che incorrono nel determinare l’aumentata fragilità del dente devitalizzato, giocano un ruolo senza dubbio importante la riduzione del contenuto d’acqua, la perdita di propriocettori e nocicettori (terminazioni nervose) che vengono rimossi con la polpa dentaria durante la terapia canalare (figg.1-3), il cambiamento di composizione e disposizione dei fasci di fibre collagene, ma soprattutto la perdita di strutture anatomiche importanti quali il tetto della camera pulpare e della dentina dell’istmo occlusale (perdita che si realizza in seguito all’apertura camerale che è il preludio alla devitalizzazione) oltre alla perdita di creste marginali e cuspidi causate dalla importante patologia cariosa che ha reso necessaria la devitalizzazione.

 fig.1 fig.2 fig.3

Obiettivi della ricostruzione

La ricostruzione (o per meglio dire il restauro) del dente sottoposto a terapia endodontica dovrà consentire il mantenimento nel tempo della perfetta integrità del sigillo coronale, impedire cioè la micro-infiltrazione batterica possibile causa recidiva cariosa e reinfezione dell’endodonto.

Allo stesso tempo il restauro dovrà essere in grado di resistere alle sollecitazioni funzionali masticatorie conservando nel tempo anatomia occlusale, estetica e funzione masticatoria e, aspetto questo non meno importante, dovrà espletare una funzione di protezione sulle strutture dentali residue prevenendo fratture e incrinature

Copertura delle cuspidi

La letteratura scientifica suggerisce che la copertura delle cuspidi (ricostruire cioè le zone del dente più sollecitate durante gli atti masticatori) rappresenti un fattore favorevole nella prognosi a lungo termine degli elementi posteriori trattati endodonticamente. Copertura delle cuspidi non vuol dire solo ed esclusivamente “incapsulare il dente” (figg.4-5), 

fig.4

fig.5

lo stesso obiettivo lo si può ottenere, quando ci sono i presupposti (e solo il dentista potrà stabilirlo), anche con restauri diretti ed intarsi (figg. 6-11).

fig.6  fig.7fig.9 fig.10 fig.11

Parametri da considerare nella scelta della ricostruzione più idonea

Esistono dei parametri che devono essere tenuti in estrema considerazione dall’odontoiatra nello scegliere e proporre un tipo di restauro piuttosto che un altro:

  • Quantità di tessuti duri dentali residui e conformazione cavitaria
  • Quantità di smalto cervicale disponibile
  • Posizione del dente in arcata (i denti devitalizzati che più spesso si fratturano sono i premolari superiori ed i molari inferiori)
  • Occlusione e l’impiego funzionale del dente che si va a restaurare
  • Presenza di incrinature o parafunzioni
  • Età del paziente
  • Disponibilità economica del paziente

Sarà il dentista sulla base dell’analisi di questi parametri a consigliare quando è meglio restaurare un dente con una corona integrale, quando con un intarsio o quando è possibile eseguire una ricostruzione diretta (figg. 12-14).

fig.12 fig.13 fig.14

Lo stesso dentista saprà consigliare il materiale da restauro più idoneo, non è oggetto di questo breve articolo trattare quest’altro interessante argomento.

Conclusioni

La corretta scelta del tipo di restauro eviterà di incorrere in tempi medio brevi in una frattura dei tessuti dentali residui che mette a rischio l’intero trattamento riabilitativo e la permanenza in arcata del dente stesso.

 

Approfondimenti

Per vedere un caso clinico trattato con intarsio adesivo in disilicato di litio:

 

Fonti bibliografiche

Di Iorio E.

Il restauro adesivo in disilicato di litio nella riabilitazione dei denti singoli posteriori trattati endo-donticamente - Adhesive lithium disilicate restoration in single posterior endodontically treated teeth rehabili-tation. Dental Cadmos 2016;84(2):91-98

Di Iorio E, Di Gregorio B, D’Alicandro T.

Il restauro adesivo indiretto del dente posteriore trattato endodonticamente. Indirect adhesive restoration of posterior endodontically treated teeth. Doctor Os 2015;XXVI(5):396-405

Data pubblicazione: 03 ottobre 2015

Autore

enzodiiorio
Dr. Enzo Di Iorio Dentista, Odontostomatologo

Laureato in Odontoiatria nel 1998 presso Università degli studi di Chieti.
Iscritto all'Ordine degli Odontoiatri di Chieti tesserino n° 355.

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