Fumo passivo: forse è un pò troppo attivo!

prevenzione oncologica in un settore delicato, che nonostante i divieti ancora è fortemente presente nel territorio.

"Fumo passivo" (passive smoke), "fumo di seconda mano" (second hand smoke), "fumo involontario" o "esposizione al fumo di tabacco ambientale" sono tutte espressioni che si riferiscono alla respirazione del fumo espirato da altre persone, prodotto durante la combustione di prodotti a base di tabacco.
Quando una sigaretta viene fumata, il fumo che si sviluppa è di due tipi: 

  1. centrale (in inglese chiamato mainstream smoke) che rappresenta il fumo attivo ed è prodotto dall'aspirazione del fumatore in gran parte inalato (corrente primaria) e solo in parte espirato (corrente terziaria).
  2. laterale (in inglese sidestream smoke) che rappresenta il fumo passivo ed è prodotto prevalentemente dalla combustione lenta della sigaretta lasciata bruciare passivamente nel portacenere o in mano fra un "tiro" e l'altro (corrente secondaria) e dal fumo espirato dal fumatore attivo (corrente terziaria).

Questa distinzione tra i due tipi di fumo corrisponde a differenze nella loro composizione.
Ricerche di chimica analitica hanno dimostrato che nel fumo laterale alcune sostanze irritative, ossidanti e cancerogene sono presenti in concentrazione superiore a quella del primo centrale; naturalmente il fumo "laterale" è molto diluito nell'aria ambiente, mentre il fumo "centrale” è concentrato tutto all'interno dell'apparato respiratorio del fumatore.
L'inquinamento ambientale è costituito per 6/7 dal fumo laterale e per 1/7 dal fumo centrale espirato dal fumatore.

Il fumo passivo è una combinazione di oltre 4.000 sostanze chimiche, presenti sotto forma di particelle solide e di gas. Sono presenti irritanti e sostanze tossiche sistemiche (acido cianidico, diossido di zolfo, monossido di carbonio, ammoniaca e formaldeide).
Il fumo passivo contiene anche carcinogeni e mutageni come arsenico, cromo e benzopirene. Molti degli elementi chimici sono tossine riproduttive come la nicotina, il cadmio e il monossido di carbonio.

Il fumo passivo è anche un rilevante agente di inquinamento al chiuso. La United States Environmental Agency ha incluso il fumo passivo tra i carcinogeni di classe A, per i quali non esiste un livello di esposizione senza rischi.

E' essenziale per ridurre il rischio legato all'esposizione, aprire le finestre e cambiare l'aria il più spesso possibile. Questo accorgimento è sempre utile quando ci sono fumatori in ambienti chiusi, anche nelle città più inquinate, perchè numerosi e rigorosi studi hanno dimostrato che l'inquinamento atmosferico è responsabile di 1/4 delle malattie respiratorie.

E' ormai ampiamente dimostrato che l'esposizione al fumo di tabacco ambientale (FTA) costituisce secondo la Enviromental Protectonio Agency (EPA) "uno dei più diffusi e pericolosi fattori inquinanti dell'aria degli ambienti confinanti" un rischio sanitario significativo per i non fumatori.

Ogni anno, in europa, oltre 19.000 non fumatori muoiono a causa del fumo passivo!

La maggior parte delle vittime vengono intossicate a casa propria. Alcuni settori di attività sono particolarmente esposti ai pericoli del fumo passivo, come la ristorazione o le attività notturne, (bar, locali notturni ecc.). Questi decessi potrebbero essere evitati se la gente non subisse il fumo di chi gli sta intorno.

Il fumo passivo aumenta il rischio di malattie cardiache del 25%.

Il fumo sviluppa patologie, soprattutto il cancro, ma è importante sapere che il fumo passivo è altrettanto responsabile di numerose forme di malattie cardiache, quali l’ischemia o l’ictus.

L’85% del fumo di sigaretta viene prodotto attraverso le boccate di fumo.

Una sigaretta fumata vicino rappresenta un reale pericolo! L’85% del fumo di sigaretta viene prodotto attraverso le boccate di fumo. E inoltre la combustione a bassa temperatura della punta della sigaretta accesa su un posacenere o nelle mani di un fumatore produce più sostanze tossiche di quello che il fumatore inala o esala! La libertà di fumare include la responsabilità di non mettere gli altri in pericolo.

Il fumo passivo uccide 10 volte di più a casa che al lavoro.

Il fumo è regolamentato nei luoghi pubblici e nei posti di lavoro, ma non nella sfera privata. Di conseguenza, il fumo passivo uccide 10 volte di più a casa che al lavoro. Tutte le generazioni ne sono coinvolte, dagli adulti ai bambini.

È stato scientificamente provato che la semplice areazione di un locale non è sufficiente a proteggere dal fumo passivo. Pertanto, spesso senza rendersene conto, si subisce il fumo, con tutti i relativi rischi: asma, cancro, malattie cardiache, morte prematura, ecc.

Il Surgeon General del USA e la National Accademy of Sciences sono giunti alla conclusione che anche il fumo passivo è in grado di indurre il cancro polmonare nei fumatori e che i figli di genitori fumatori hanno una maggiore incidenza di polmoniti, di bronchiti e crisi asmatiche rispetto ai figli di genitori non fumatori.

Secondo questi rapporti il fumo passivo provoca ogni anno negli USA quasi 5.000 decessi per cancro del polmone nei non fumatori. In Italia il fumo passivo sarebbe responsabile di un migliaio di morti l'anno.

Anche gli studi epidemiologici più ottimisti valutano che il rischio cumulativo di morte per tumore polmonare sia di un morto ogni 1.000 persone esposte al fumo passivo.
Questo rischio pur essendo enormemente inferiore a quello dei fumatori attivi (in cui è dell'ordine di 380 morti ogni 1.000 persone fumatrici), è decisamente poco accettabile.

Recentemente si è vista una stretta correlazione tra fumo passivo e rinofaringiti con otiti purulenti dei bambini. I figli dei fumatori vanno incontro molto più frequentemente degli altri (38% in più).

Oltre alle malattie respiratorie, il fumo passivo si segnala anche per un aumentato rischio per le malattie coronariche e degli attacchi cardiaci del 20% (soprattutto a causa della nicotina e del monossido di carbonio).

Il divieto di fumare nei luoghi pubblici riduce il cancro dell’8% e l’asma o le bronchiti croniche fino al 30%.

Dal Gennaio 2004, Irlanda, Norvegia, Italia, Malta, Svezia e Scozia hanno imposto il divieto di fumo nei luoghi pubblici. E sta funzionando!
Ad esempio, il 96% dei cittadini irlandesi crede che il divieto abbia prodotti risultati positivi. L’85% degli italiani non tornerebbe indietro e 500.000 di loro hanno smesso di fumare in un anno, dando rinnovato valore alla campagna di lotta contro il fumo passivo.
Attualmente, Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord, Belgio e Francia hanno in cantiere progetti simili.

Data pubblicazione: 22 luglio 2010

Autore

a.dangelo
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1994 presso MESSINA.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Messina tesserino n° 7556.

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