Calcificazioni della cuffia dei rotatori

Cosa sono, come si diagnosticano e come si trattano le calcificazioni della cuffia dei rotatori

Le calcificazioni delle cuffia dei rotatori (o tendinopatia calcifica) rientrano nelle numerose patologie che precedentemente venivano raccolte con il termine comune di “periartrite di spalla”.

 

Cosa sono?

Depositi di calcio (cristalli di idrossiapatite di calcio) che si accumulano nei tendini che compongono la cuffia dei rotatori della spalla (cerchio rosso tratteggiato).

 

E’ una patologia piuttosto frequente che colpisce dal 2 al 22% (a seconda delle casistiche) delle persone tra i 30 e i 50 anni. Studi epidemiologici hanno dimostrato che il 7-20% dei sintomi dolorosi riferiti alla spalla è causato da questa patologia.

Le calcificazioni possono essere asintomatiche e scoperte casualmente, ma nel 40% dei casi si manifestano con sintomatologia dolorosa.

Non è ancora chiara la causa scatenante la loro formazione, è noto che tendono a presentarsi maggiormente in coloro che conducono una vita sedentaria, negli ipertesi, nei diabetici ed nelle persone con problematiche tiroidee o altri disturbi endocrini. Nonostante la loro composizione, raramente si manifestano in chi ha alterazioni del metabolismo del calcio.

I fattori predisponenti sono legati all’individuo, quindi frequentemente si presentano in entrambe le spalle (nel 14% dei casi).

La formazione delle calcificazioni avviene in 4 fasi: pre-calcificazione, fase di formazione della calcificazione, fase di riassorbimento e fase post-calcificazione. Di queste, la fase di riassorbimento è dolorosa poichè associata ad aumento della vascolarizzazione e della pressione intratendinea.

 

 

Che sintomi possono dare?

Tutti e quattro i tendini che compongono la cuffia dei rotatori possono sviluppare questa patologia. Il più frequentemente colpito è il sopraspinato (il tendine più in “alto”). Il dolore si manifesta prevalentemente nei movimenti sopra il piano delle spalle, spesso è presente la notte e può seguire delle fasi di riacutizzazione-remissione cicliche.

 

Cosa fare?

E’ una patologia auto-limitantesi: tende a risolversi con il tempo, i cristalli di calcio vanno incontro a riassorbimento ed il tendine interessato torna alla sua originaria conformazione istologica. Non sappiamo quanto questo processo potrà durare (anche anni) e il dolore, specie nelle fasi iperalgiche, è mal tollerato. La terapia mira a risolvere il dolore ed accelerare la risoluzione del problema organico.

Una terapia antidolorifica sicuramente aiuterà il paziente a gestire meglio il dolore, ma spesso non è sufficiente.

La fisioterapia è utile nel ridurre i sintomi: il fisioterapista dovrà evitare che la spalla si irrigidisca e porre particolare attenzione al ripristino della biomeccanica della scapolo-toracica.

La maggior parte delle terapie fisiche (terapie eseguite mediante macchinari) si è rivelata inutile per questa patologia. Gli ultrasuoni possono dare un giovamento limitato e non duraturo nel tempo. Le onde d’urto sembrano avere risultati decisamente migliori, sono state a lungo studiate in letteratura, sono sicure ed efficaci. Il loro scopo non è quello di frammentare le calcificazioni ma quello di migliorare la vascolarizzazione del tendine ed aiutare il riassorbimento dei depositi di calcio. Sono sedute che spesso risultano dolorose e purtroppo mal tollerate dal paziente.

Quando la calcificazione è sufficientemente grande ed è in fase semi-liquida è possibile “lavarla” con dei semplici aghi. Per poter posizionare gli aghi all'interno della calcificazione con massima precisione e senza l’uso di radiazioni si utilizza l’ecografo. Questa procedura, chiamata lavaggio percutaneo eco-guidato, viene eseguita in ambulatorio e in anestesia locale. E’ una tecnica rapida e molto efficace che permette un immediato sollievo dal dolore ed un rapido recupero funzionale.

Si ricorre alla chirurgia solo in casi selezionati e resistenti alle terapie già descritte. Mediante delle piccole incisioni si asporta la calcificazione in artroscopia (video), non occorrerà un tutore nel post-intervento e la ripresa delle attività sarà graduale

In foto si vede la presenza della calcificazione all'rx (cerchio rosso) e l'rx di controllo dopo lavaggio ecoguidato che dimostra la scomparsa della calcificazione (cerchio verde)

Data pubblicazione: 04 giugno 2019

Autore

enrico.sebastiani
Dr. Enrico Sebastiani Ortopedico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2009 presso Università degli studi di Perugia.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Fermo tesserino n° 781.

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