La funzione del nonno nell’educazione dei figli

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

L'articolo mette in evidenza la crescente importanza che assume la figura dei nonni e i risvolti che un buon esercizio della loro funzione possono avere sulla qualità di vita della famiglia e su quella della famiglia dei loro figli

Le relazioni tra nonni e nipoti, oggi, hanno subito un profondo cambiamento. L’aumento della vita media, conseguente ad un miglioramento delle condizioni generali di salute, ha fatto si che aumentasse sia la percentuale di persone anziane sul totale della popolazione sia il numero di nonni che attualmente sono nel nostro paese (circa 12 milioni). Un tempo, infatti, molte persone morivano prima che i figli potessero coronare il loro sogno di divenire padri e madri e spesso i bambini, che nascevano dal loro matrimonio, non avevano la fortuna di conoscere i nonni.

Il valore positivo di una “vecchiaia verde”

Acquisire lo status di nonno, in un periodo della vita che vede il declino graduale delle capacità fisiche e mentali dell’individuo, può rappresentare una sorta di rinascita e segnare l’inizio di un’esperienza unica e coinvolgente, che da un nuovo senso alla vita sociale dell’anziano.
In questo senso, per chi aspira ad una vecchiaia “verde” il diventare nonno vuoldire arricchirsi d’elementi nuovi man mano che il nipote cresce, mantenersi curioso e attivo e restare impegnato su fronti diversi della vita sociale.

Per approfondire:Festa dei nonni: come sono cambiati i tempi?

La funzione del nonno nelle relazioni familiari

Se divenire nonno può essere un fattore protettivo per la salute psicofisica dell’anziano, lo è altrettanto per gli altri membri della famiglia. Potremmo a questo riguardo parlare di un vero e proprio “triangolo della fortuna”, quello nel quale si trovano le figure che appartengono alla nicchia di cura più prossimale del bambino.

Numerosi sono gli esempi in cui l’auto del nonno può tornare utile nella gestione della vita familiare alla presenza di figli in età scolare. Il nonno può, infatti, ospitare il bambino quando i genitori sono fuori per lavoro, in vacanza o sono presi entrambi da qualche impegno. Anche l'’accompagnamento a scuola, o il sostegno nei compiti può rappresentare un modo in cui si manifesta il contributo domestico del nonno. E’ una fortuna, inoltre, anche per il bambino perché la gamma d’esperienze che può compiere con i nonni possono favorire la sua crescita su più piani. Abitudini e atteggiamenti anche un pò diversi da quelli dei genitori possono, infatti, arricchire il mondo affettivo del bambino. Ad esempio il raccontare le storie del nonno è diverso da quello dei genitori come sono diverse le abilità e gli strumenti che sono implicate nella loro trasmissione orale.

Indubbiamente la fortuna più grande va al nonno che nel dare aiuto ai nipotini riceve come contraccambio un maggiore riconoscimento, si sente socialmente utile nell’ambito della famiglia e vede riconosciuto il suo ruolo a livello della società più allargata.

Cambiamenti intrapsichici all’arrivo del nipotino

La notizia di divenire “nonno” è fonte di speranza e nuova vitalità per l’anziano. E’ come acquisire la certezza che ci sarà una continuità oltre la morte dei propri figli, la consapevolezza che tutte le cose che ha trasmesso (le fotografie, i libri, i quadri della famiglia, ad esempio) non andranno “perse” da qualche parte. E con gli oggetti, non andranno dimenticati nemmeno i ricordi che hanno caratterizzato la vita della famiglia, anche se con il tempo si attenueranno. Attraverso i racconti e le rievocazioni, il nonno darà una continuità alla memoria della famiglia e sarà garantita una conservazione degli eventi che hanno caratterizzato la famiglia d’origine di quel bambino.
E per l’anziano, divenire nonno può essere una fortuna anche per un altro motivo: è sicuramente un’occasione per rivivere per la seconda volta la propria infanzia (la prima si era verificata con la nascita dei figli ora divenuti genitori). E’ un cambiamento importanete perchè fa riattivare quei momenti della propria vita che sembrava ormai lontana e perduta. E’ una riattualizzazione di una fase di vita passata ma che torna presente a livello psicologico. Ecco allora che parlare o giocare con il proprio nipotino diventa un’esperienza unica, tornare un po’ bambini come lui e significa anche potergli stare vicino in modo diverso, così da porsi in un atteggiamento di guida e di stimolo per la sua crescita.

Imparare il “mestiere” di nonno

Svolgere bene la funzione di nonno/a non è qualcosa d’ovvio da realizzarsi, qualcosa a cui la natura ci abbia preparato o una sorta d’atto istintuale sempre presente quando compare lo “stimolo” adatto, ovvero il nipotino. E’ invece un “mestiere” difficile, al quale serve prepararsi sin da quando giunge la notizia dell’arrivo del nipotino. Probabilmente il termine “prepararsi” non appare il più adeguato per un anziano che ha già fatto l’esperienza della vita che gli ha insegnato ad interagire con i propri figli, ma può aver comunque delle lacune o perplessità per la mancanza di una preparazione psicoeducativa adeguata. Ecco allora che si dovrebbero approfondire le proprie conoscenze riguardanti le fasi di sviluppo psicologico infantile. Anche l’ambiente in cui il bambino si trova a vivere oggi è notevolmente cambiato rispetto ad un tempo. Nuove stimolazioni ed agenzie educative hanno preso piede nell’ultimo trentennio e hanno rivoluzionato l’assetto tradizionale dell’educazione dei figli.
Il nonno deve essere in grado di svolgere con sapienza e accortezza la sua funzione, restando attento alle altre figure parentali con cui potrebbe entrare in conflitto. Può accadere, ad esempio, che un altro familiare (ad esempio la moglie del loro figlio) manifesti sentimenti d’insofferenza e di fastidio per i problemi che un anziano potrebbe porre, ad esempio con i suoi sbalzi d’umore o la tendenza a lamentarsi per piccole cose. Può altresì succedere che compaiano sentimenti di gelosia nei confronti dei nonni, la paura che il bambino trascorrendo diverse ore con loro si affezioni troppo e vada a togliere la “quantità” d’affetto ai genitori che vorrebbero avere un rapporto più esclusivo con il loro bambino. I timori dei genitori sono tanti e spesso vanno nella direzione di una concezione “quantitativa” dell’affetto e non in una “relazionale”.

Nelle relazioni familiari il nonno dovrebbe, quindi, dimostrasi “sensibile” a queste dinamiche e anche ai sentimenti d’ambivalenza che spesso sono presenti nelle persone non direttamente a lui consanguinee. Di conseguenza, dovrebbe mostare fin dall’inizio la sua disponibilità a voler condividere delle regole chiare e coerenti per l’educazione del suo nipotino.
E come comportarsi con il bambino? Anche in questo caso occorre una buona dose d’accortezza. Il nonno dovrebbe assumere un atteggiamento di presenza non intrusiva nei confronti del bambino, senza invadere i suoi spazi personali Ad esempio, durante l’attività ludica, dovrebbe assumere un ruolo di regia senza voler a tutti i costi intromettersi nelle scelte di gioco del bambino. Dovrebbe porre attenzione per le "novità" del nipote, mostrando curiosità e interesse per le cose che sente importanti per la vita del bambino.

In conclusione, l'articolo mette in evidenza la crescente importanza che assume la figura dei nonni e i risvolti che un buon esercizio della loro funzione possono avere sulla qualità di vita della famiglia e su quella della famiglia dei loro figli.

Data pubblicazione: 13 agosto 2012

Autore

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia nel 2009 presso UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PADOVA.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto tesserino n° 7550.

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