Sesso e rete

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L'avvento della rete ha modificato anche l'intimità e, soprattutto, la sessualità. Ci sono vari frequentatori della rete a sfondo sessuale, passando dall'aspetto ludico-ricreativo, alle forme di patologia e dipendenza

L’avvento di internet, ha modificato e totalmente stravolto le relazioni, a volte rendendole più semplici ed immediate, altre volte facendole diventare dei “surrogati affettivi”, relazionali o sessuali.

I giovani, si approcciano alla rete, senza grande controllo da parte degli adulti e, quando a tempeste ormonali in atto, iniziano a girovagare sui siti pornografici per lenire e sanare le loro curiosità, la rete si sostituisce ai genitori, agli insegnanti, ai clinici ed ai compagni più navigati.
L’utilizzo massiccio di pornografia, a cui oggi stiamo andando incontro, crea non poche problematiche, sia in termini di sostituzione di un “piacere solitario” ad uno “condiviso”, che a frequenti problematiche di dipendenza.

Il “sesso virtuale” può diventare spesso una vera ossessione, scandire i tempi della giornata, occupare ogni pensiero e spazio mentale e creare una vera e propria dipendenza, anche se in effetti trattasi di una dipendenza “senza sostanza”.
E’ una pratica che coinvolge non poche persone, dai più giovani, agli adulti, agli anziani, uomini o donne, con stili di vita differenti e status sociale differente.

I primi dati italiani li abbiamo grazie ai lavori del Prof.Tonino Cantelmi, il quale con il suo libro “La mente in internet”, edizioni Piccin 1999, delinea chiaramente le varie forme di dipendenza dalla rete ed i danni successivi e conseguenti.
I dati ripostati dai lavori dimostrano come sia uomini, che donne, frequentano siti pornografici, chat erotiche e consumano sesso virtuale, magari mentre il coniuge dorme  comodamente ed ignaro, davanti la tv o sul divano di casa.

Si possono delineare varie categorie di frequentatori della rete a sfondo sessuale:

1 In alcuni casi la ricerca di tematiche a sfondo sessuale, avviene in perfetta solitudine, l’uomo o la donna, si mette davanti al suo pc e, pratica l’autoerotismo cercando spesso con modalità convulse, immagini a sfondo erotico.
Questi soggetti, vengono chiamati “utilizzatori ricreativi” (Cooper 1999, Cantelmi 2005, Lambiase 2010), cioè adoperano internet per il proprio piacere sessuale, ma la sua frequentazione non interferisce con la loro vita di relazione, infatti mantengono le loro relazioni invariate sia per qualità, che per quantità di rapporti sessuali.

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Una seconda categoria di frequentatori dell’etere, sono i “compulsivi sessuali”, soggetti con una propensione spiccata, quasi patologica, per la sessualità e tutte le tematiche annesse e, instaurano una dipendenza compulsiva dal sesso online, che nel tempo diventa spesso sostitutivo di una relazione vera e propria.
La pratica amorosa, che questi soggetti instaurano online, è spesso caratterizzata da uno scambio intenso, frequente e con carica erotica sempre maggiore, di email, chat erotiche e messaggi a chiaro contenuto sessuale, che sfociano sempre e comunque in attività masturbatoria, mediante webcam.

Questi frequentatori della rete, vengono chiamati “utilizzatori a rischio”, perché finiscono per sviluppare e, soprattutto mantenere comportamenti sessuali online di tipo complulsivo.
(Cooper, Cantelmi; Lambiase).

Un’altra caratteristica degli amori virtuali, o sessuali online, è che rimangono spesso online, nel senso che non transitano al reale.
I “cyber dipendenti da sesso”, sono in crescente aumento, così come le nuove forme di dipendenza dette appunto “senza sostanza”.

Da studiosa di coppie e di sessualità, credo che le possibili cause siano da ricercare non solo nella facilità di accesso ad internet, ma nel cambiamento storico, culturale e degli usi e costumi sessuali, di quest’ultimo decennio.

Gli uomini, sono sempre più impauriti e sessualmente vulnerabili, le donne richiedenti ed aggressive, le disfunzioni sessuali maschili, sempre in crescente aumento (come il deficit erettivo , l’eiaculazione precoce e l'anorgasmia), la facilità ad utilizzare le pillole dell’amore sempre in aumento e spesso frutto di un pericoloso “fai da te” ed il pc, viene preferito ad un corpo di donna, con i possibili rischi emotivi e relazionali conseguenti.

Il sesso virtuale porta ad una forma di dipendenza, dipendenza dal desiderio di praticare quell’attività, di mettere in scena quei rituali e qualunque forma di impedimento, crea nel soggetto tensione e nervosismo, fino a sfociare in forme di aggressività.
Il sesso virtuale crea una forma di “carving”, cioè una forma di dipendenza pari a quella sperimentata con le droghe.

Il ricorso alle rete, come “supplenza affettiva e sessuale”, che si tratti di amanti virtuali, di sesso online, di autoerotismo o, nei casi estremi di patologia e di dipendenza, è già segnale che nel singolo e nella coppia, qualcosa non va più bene.

Un singolo che preferisce la rete alla relazione vera e propria, forse avrà problematiche relazionali o di scarsa autostima; un coniuge che naviga ad oltranza, preferendo sempre più spesso un “piacere solitario”, probabilmente non sta più bene all’interno della sua coppia o soffre di qualche disfunzione sessuale, che il pc, tende a mascherare e surrogare.
Una consulenza psicologica rappresenta la prima tappa per poter far luce all’interno di questo utilizzo non proprio sano della rete.

 

Bibliografia

- Bauman Z: “Società liquida” 2000 Laterza Bari
- Bion W: “esperienze nei gruppi” Armando editore. 1971
- Carotenuto A: “Amare, tradire” Bompiani editore 1991
- Cooper A. Delminco: Burg: ”Cybersex users, abusers, and compulsives. New finding and implication”
- Nardone: “Perversioni in rete, le psicopatologia da internet ed il loro trattamento” Ponte alle Grazie Milano 2002



Data pubblicazione: 26 ottobre 2012

Autore

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Laureata in Psicologia nel 1992 presso La Sapienza-Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 1048.

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