Perchè il contatto corporeo provoca effetti positivi sulla salute psicofisica?

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

Attraverso l’uso di un linguaggio semplice si è cercato di offrire spunti per la riflessione comune sul tema del contatto corporeo e i suoi effetti psicologici. Partendo dal significato che connota questo "gesto" si approfondisce, attraverso l'apporto di studi recenti di settore, i fattori individuali e culturali che vanno ad incidere sulla dinamica relazionale connessa al messaggio corporeo

Qualcuno ci sfiora accidentalmente e già lo percepiamo simpatico? Può succedere.

Il contatto corporeo: verso una definizione psicologica

Con una superficie che si estende tra un metro e mezzo e due metri quadrati la pelle è l'organo di senso più vasto che dispone l'uomo. Circa il 10% del cervello è impegnato ad elaborare gli impulsi che gli giungono dalla pelle.
La funzione del tatto si sviluppa a livello dell’embrione e si conserva anche in età avanzata, anche quando l'organo della vista e dell'udito si deteriorano.

Molte persone non sono consapevoli dell’importanza "vitale" che ha la pelle nella quotidianità. E’ quanto afferma Charles Spence, professore all'istituto di psicologia sperimentale dell'Università di Oxford, che ha indagato scientificamente questo organo.

La maggior parte di noi attribuisce, infatti, alla stimolazione del corpo per lo più un valore di “vezzo”, ovvero di una semplice carezza le cui qualità non così “straordinarie” e arricchenti per la vita quotidiana. Gli sfioramenti provocati dal contatto corporeo hanno però un ruolo centrale per la comunicazione, la cooperazione tra le persone e il benessere psicologico. Questo è un fatto scientificamente provato.

Una forte stretta di mano, un bacio delicato, un lieve battito di incoraggiamento sulla spalla, sono tutti gesti che veicolano messaggi di grande vivacità e franchezza. Il canale corporeo è spesso più potente di quello verbale.

Quanto efficace sia il senso del tatto è documentato da un'ampia gamma di studi scientifici. Ad esempio, in un classico esperimento condotto da Jeffrey Fischer dell’ Università del Connecticut, alcuni bibliotecari erano stati addestrati al “contatto mediante la mano” con gli studenti nella fase di restituzione della carta di identità.
I soggetti che erano stati toccati valutavano il bibliotecario come più cordiale e più preparato all’aiuto degli studenti che non erano satti coinvolti nel contatto corporeo. In un esperimento analogo i clienti di una concessionaria d’auto francese (che erano stati leggermente sfiorati dal venditore durante la fase informativa) valutavano l'eventuale fase di trattativa con quel venditore meno rischiosa rispetto al gruppo di controllo.

I contatti corporei incentivano quindi l'atteggiamento prosociale, aumenta la motivazione a trattare e cooperare con altre persone. Nella ricerca psicologica questo processo viene chiamato Midas Touch e trae origine dalla mitologia greca, secondo la quale un re aveva ricevuto il dono di trasformare tutto ciò che lui toccava in oro.

Tale fenomeno si presenterebbe pressoché in tutte le situazioni quotidiane, anche in riferimento a persone a noi sconosciute. Studi francesi evidenziano, ad esempio, che i conduttore di autobus acconsentirebbero più volentieri a dare un passaggio gratuito ad una donna senza soldi quando la sua richiesta è accompagnata da un leggero sfioramento del braccio dell’autista.

Il contatto corporeo sviluppa un atteggiamento di cooperazione soprattutto tra persone che già si conoscono. E’ quanto risulta da un esperimento condotto da Nicolas Guéguen, professore di psicologia sociale all’Università di Südbretagne.
Un insegnante di statistica passò tra i banchi della sua classe per controllare come i suoi studenti se la cavavano con il compito assegnato. Lo schema era sempre lo stesso: guardare il quaderno dello studente e comunicargli parole di sostegno. Ad alcuni di questi studenti venne aggiunto di proposito un leggero battito sulla parte superiore del braccio. La conseguenza di questo gesto fu che i soggetti che erano stati precedententemente toccati risultavano quelli più motivati a correggere l'esercizio alla lavagna. E ciò risultava più accentuato per le studentesse.

Infine è presente un effetto moltiplicatore del contatto corporeo (due sfioramenti sono più efficaci di uno!). A dei viaggiatori che attendevano la partenza del loro treno in una stazione parigina fu chiesto di compilare un questionario di sondaggio sul gradimento del sevizio pubblico.
Quando alla richiesta non si accompagnava il contatto corporeo, solo il 12% dei passeggeri si dichiarava disposto alla compilazione del questionario. Quando invece l’incaricato al sondaggio accarezzava una volta l’avambraccio del suo interlocutore la partecipazione aumentava del 42%. Quando lo sfioramento si ripeteva due volte, la volontà a partecipare risultava quasi del 60%.

COME SI SPIEGANO GLI EFFETTI POSITIVI DEL CONTATTO CORPOREO?

Attualmente gli scienziati non sono in grado di rispondere in modo completo a questa domanda. Tuttavia ci sono una lista di possibili spiegazioni sul tavolo.
Un fattore importante sembra essere la fiducia. La persona che “riceve” il contatto sembra interpretare l'atto di sfioramento fisico come un segnale di simpatia e di disponibilità sociale, cosa che la motiverebbe alla cooperazione.

Gli studi delle neuroscienze evidenziano che gli sfioramenti sulla pelle attivano la parte di corteccia corticale implicata nell’elaborazione del legame sociale di fiducia. Alcuni speciali recettori del “piacere” sembrano avere un ruolo importante in questo meccanismo: le fibre C-tattili. Quando il nostro corpo è colpito da movimenti lenti e soffici (ad esempio sotto forma di carezze sulla pelle) le fibre veicolano questa informazione di piacere al cervello.

I contatti corporei (ad esempio l’essere accarezzati, contenuti e l’essere stretti a se da altri) sviluppano in generale una serie di effetti fisiologici e psicologici.

Gli studi condotti da Tiffany Field, professoressa e direttrice dell’istituto Touch Research presso la facoltà di medicina dell’Università di Miami offre una panoramica di questi effetti positivi per la salute psicofisica.
Di seguito si elencano sistematicamente i risultati significativi:

  • I bambini nati prematuri che vengono massaggiati regolarmente dalla testa alle dita dei piedi aumentano nel 47% il loro peso corporeo rispetto ai bambini uguali non massaggiati.
  • Un massaggio alla nuca e alla spalla in donne da poco sono uscite da una situazione stressante aumenta la frequenza cardiaca e il loro livello di cortisone in quantità minore rispetto alle donne che si trovano a parlare della loro situazione stressante con qualcuno senza avere un contatto corporeo.
  • Su pazienti malati di tumore risulta che la pratica del massaggio corporeo migliora significativamente il loro sistema immunitario. Aumenta la quantità di cellule-killer naturali che possono tenere sotto scacco le loro cellule tumorali.
  • Gli studi con i pazienti anziani ricoverati nelle case di riposo rivelano che gli anziani che venivano regolarmente toccati attraverso carezze nelle guance e abbracci erano anche quelli meno smemorati e nervosi. Inoltre si osservavano benefici in termini di igiene corporea e un'alimentazione più salutare.

 

Fattori che incidono sulla percezione soggettiva

Come reagiscono le persone al contatto corporeo dipende da molti aspetti: il tipo di toccamento, la situazione, la cultura di provenienza, le esperienze precedenti di contatto e le preferenze individuali.

Un fattore rilevante è anche il genere sessuale.

Le ricerche scientifiche evidenziano che i maschi percepiscono in media meno gradevolmente il contatto corporeo rispetto alle donne. Differenze di genere sono presenti anche nella comunicazione delle emozioni.

Gli studi di Matthew Hertenstein, scienziato all’università DePauw ad Indiana (USA), rivelano che un sentimento forte come la rabbia è riconosciuto con un valore alto di attendibilità quando il contatto corporeo che lo esprime avviene tra due maschi. Il sentimento empatico è maggiormente espresso quando almeno un partner della comunicazione corporea è donna.

Anche il ceto sociale gioca un ruolo chiave nella percezione del contatto. Le persone con uno status sociale elevato toccherebbero individui di ceto più basso tendenzialmente più frequentemente ma succede più raramente il contrario. Questo perché la persona che si percepisce come più elevata di grado si sentirebbe attaccata se non addirittura offesa (quando l’altro le batte sulla spalla oppure le mette la mano sul braccio).

Infine bisogna considerare anche l’influenza del fattore cultura di provenienza.

Durante le sue frequentazioni di caffetterie in tutto il mondo lo psicologo Sidney Jourard dell’Università della Florida rilevò quante volte due persone (sedute insieme a bere un caffè) interagissero fisicamente tra loro in un intervallo di tempo. Mentre a San Juan (Portorico) e a Parigi i toccamenti superavano le cento volte, in Gainsville (Florida) e a Londra mancava o quasi l’approccio corporeo.

Il problema che il contatto corporeo possa finire per disarmare la controparte che lo riceve è quindi reale. In un blog creato dal professore straordinario all’Università Saint Leo in Florida, Joe Navarro, è riportata una lista completa di strette di mano che andrebbero evitate:

  • la stretta di mano del politico con la quale si include la mano dell’altro nella propria,
  • la stretta di mano con le mani umide,
  • la stretta di mano troppo forte o troppo floscia,
  • la stretta di mano dominante, nella quale la mano dominante è rivolta con il palmo verso il basso in modo da tenere sotto la mano della controparte.

 

I limiti personali e l’esempio della mappa del corpo

Il livello di piacere percepito attraverso il medium del contatto corporeo varia in funzione di due fattori principali:

  • l'identità dell'“inviante” e
  • la parte del corpo interessata dal contatto fisico.

Questa è la conclusione a cui è giunta la collaborazione fruttuosa tra l’università di Oxford e quella finlandese di Aalto. Tale collaborazione ha portato alla stesura di una mappa del corpo (si veda la fotografia sotto).

 

Ai partecipanti di uno studio (1368 persone ripartite su un campione composto da maschi e femmine e proveniente dalla Finlandia, Gran Bretagna, Francia, Italia e Russia,) fu presentata una sagoma umana “personalizzata”, nelle sue due parti.

Questa sagoma era corredata di volta in volta dal nome di componenti della famiglia e della cerchia di amici/conoscenti del singolo soggetto sperimentale. La consegna era quella di riferire per ogni sagoma presentata il grado di piacere percepito durante il contatto e a quale regione del corpo si riferiva. Per fare il soggetto si serviva di una carta dei colori (il colore più intenso evidenziava il massimo grado di sgradevolezza e quello più chiaro il contrario).

Lo studio ha messo in luce un dato interessante ed indipendente dalla provenienza del soggetto. Tanto più stretto è il legame affettivo e l’affinità parentale con l’inviante del contatto corporeo tanto maggiore è la probabilità che il soggetto permetta all’inviante di farsi toccare. Le donne tendevano mediamente a mostrarsi più propense ai contatti. Tutti i soggetti (indipendentemente dal loro genere sessuale) preferivano essere sfiorati di più dalle donne (ad esempio si lasciavano più volentieri toccare dalla loro madre rispetto che dal loro padre oppure da una buona amica rispetto che da un buon amico).

 

Contatto corporeo ed espressione delle emozioni

Quando si tratta di comunicare le emozioni il contatto corporeo diventa un mezzo imprescindibile.
Immaginiamo di dovere segnalare ad altre persone come ci sentiamo. L’unico modo per farlo è lo sfioramento corporeo. Possiamo toccare la mano oppure l’avambraccio della nostra controparte. Dobbiamo compiere così abilmente questo gesto da far capire chiaramente alla nostra controparte quale emozione abbiamo pensato di comunicargli.

Pensate che questo non sia possibile? Probabilmente vi sbagliate.

Tipo di messaggio emozionale
Il principale obiettivo dello studio di Matthew Hertenstein era quello di indagare l’abilità personale nel comunicare il proprio stato emotivo solo con l’aiuto del contatto. Il risultato a cui perviene è che le persone dispongono di una straordinaria abilità nel decodificare emozioni differenti (rabbia, paura, amore, disgusto, riconoscenza e compartecipazione).

Il contatto corporeo risulta il canale comunicativo principale attraverso il quale si possono comunicare al meglio le emozioni (la mimica o la voce dell’altro anche se importanti nelle emozioni risultano secondarie al contatto corporeo).

Attraverso questo studio si è arrivati scientificamente alla conclusione che il sistema di comunicazione tattile è così articolato e differenziato che supera per complessità anche il sistema mimico e la voce. Alla base ci sarebbero prototipi/schemi comportamentali di contatto corporeo che sono per lo più emozione-specifici.

Il “messaggio” emozionale veicolato dal contatto corporeo è influenzato da numerosi fattori, che rappresentano metaforicamente le viti di fissaggio del contatto corporeo.

Queste “viti” sono costituite dal movimento specifico con il quale il contatto è agganciato (es. l'accarezzare oppure il colpire), la sua intensità, la sua subitaneità, la velocità, la durata e il punto del corpo in cui avviene il contatto.
I partecipanti dello studio di Hertenstein identificarono, ad esempio,

  • lo schema corporeo che trasmette il sentimento di paura (contatto corporeo di pressione oppure il contenimento del corpo dell’altro).
  • Il sentimento di compartecipazione si riconosce invece attraverso lievi carezze e sfregamenti senza pressione del corpo.
  • La rabbia si esprime attraverso contatti corporei relativamente corti e intensivi,
  • mentre la tristezza si caratterizza da contatti più duraturi e con poca pressione sul corpo.

Gli scienziati capeggiati da Hertenstein ipotizzano che tali schemi tipo si rifanno al concetto evolutivo di “Allogrooming”, ovvero ad un comportamento specifico di “pulizia corporea” adottato dai molti mammiferi che avrebbe anche un valore chiave per il consolidamento dei legami tra i membri del gruppo sociale.

 

Aspetti conclusivi

Attraverso l’uso di un linguaggio semplice si è cercato di offrire spunti per la riflessione comune sul tema del contatto corporeo e i suoi effetti psicologici. Partendo dal significato che connota questo "gesto", l'elaborato approfondisce attraverso l'apporto di studi recenti di settore i fattori individuali e culturali che vanno ad incidere sulla dinamica relazionale connessa al messaggio corporeo.

Infine, un paragrafo a parte è dedicato al tema delle emozioni con accenni alla teoria evoluzionistica che ne costituisce lo sfondo e la chiave di lettura a questo "bisogno" particolare.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Erceau D., Guéguen N.: Tactile contact and evaluation of the toucher, Journal of Social Psychology, 147/4, 2007, S. 441-444.
  • Field T.: Touch. MIT Press, Cambridge/Mass, 2014.
  • Hertenstein M. u.a.,The communication of emotion via tousch. Emotion, 9/4,2009,566-573.
  • Joule R., Guéguen N.: Tousch, compliance, and awaress of tactile contact.Perceptual and Motor Skills, 104/2, 2007,581-588.
  • Spence C., Gallace A.: In touch with the future. The sense of tauch from cognitive neuroscience to virtual reality. Oxford University Press, Oxford 2014.


SITOGRAFIA

  • http://www.treccani.it/vocabolario/grooming/
    https://www.welt.de/wissenschaft/article148173153/Diese-Karte-zeigt-wo-wir-uns-beruehren-lassen.html




Data pubblicazione: 13 dicembre 2019

Autore

alessandra.varotto
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta

Laureata in Psicologia nel 2009 presso UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PADOVA.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto tesserino n° 7550.

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