L'ipnosi e la psicoterapia ipnotica oggi

Proviamo a riassumere l'attuale concetto di ipnosi in due parole: si tratta di un mezzo di comunicazione... Come si sono evoluti il concetto di ipnosi e la tecnica ipnotica? Cosa succede oggi nello studio di uno psicoterapeuta ipnotico?

Proviamo a riassumere l'attuale concetto di ipnosi in due parole: si tratta di un mezzo di comunicazione, cioè di una situazione che si applica tra due persone in cui la comunicazione verbale assume un ruolo diverso e più profondo ed il piano su cui si interagisce non è quello della comunicazione oggettiva, bensì quello più intimo e familiare dell'inconscio.

Per raggiungere la profondità di interazione desiderata è importante partire da quello che si chiama distacco dell'attenzione, uno spostamento dell'attenzione dell'ipnotizzando dalla realtà circostante che lo porta a toccare una sfera più ristretta e personale.

Questo è il primo passo del percorso di lavoro con l'ipnosi ed è fondamentale per rafforzare lo stato di concentrazione del soggetto; si tratta di una situazione facile da creare perché tutti la proviamo quando stiamo per addormentarci, anche se poi la trance si discosta dal sonno fisiologico, perché si tratta di uno stato alterato di coscienza; quindi si è consapevoli di quello che c'è intorno, ma l'attenzione è tutta rivolta alle proprie sensazioni e non a quelle che ci circondano e ci distraggono dalla nostra interiorità.

Il denominatore comune degli innumerevoli metodi per indurre la trance ha l'obiettivo più o meno riconosciuto ed intenzionale di restringere il campo della coscienza del soggetto attraverso una perdita di significato degli stimoli esterni, l'unico punto di contatto con la realtà da cui ci si allontana alla fine sono le parole dell'ipnotista.

Per questo motivo l'ipnosi non può essere attribuita ad uno solo dei partecipanti ma è un'interazione attiva tra ipnotista e soggetto. Per chiarire l'evoluzione del concetto di ipnosi e capire il ruolo del terapeuta e quello del soggetto partiamo dalla definizione di Milton Erickson, medico e psichiatra statunitense, maggior esperto dell'ipnosi moderna.

Per Erickson l'ipnosi è una componente comunicazionale naturale del ruolo terapeutico, si parte dal concetto antico di ipnosi, strumento teorizzato ed utilizzato da Freud, in cui il linguaggio è diretto ed autoritario e lascia poco spazio all'interazione paziente – terapeuta.
Si assiste ad una trasformazione delle parole utilizzate nella trance in qualcosa di intimo e familiare non direttivo ma persuasivo, non autoritario ma comprensivo.

Importante in questo passaggio sottolineare che l'aspetto comunicazionale è dovuto soprattutto a quello che Erickson definisce rapport terapeuta – paziente.

Per approfondire:Terapia ipnotica sì o no?

Cos'è il rapport?

Si tratta di una particolare situazione di fiducia, comprensione ed empatia che deve nascere spontaneamente dall'incontro tra ipnotista e soggetto. Rappresenta uno stato di armonia, in cui la persona concede fiducia al conduttore, al punto da permettergli di guidarlo e motivarlo ad esplorare il proprio inconscio.

E' un concetto molto simile al transfert psicoanalitico, il quale considera questa carica affettiva, in senso sia positivo che negativo, che passa dall'operatore al paziente e viceversa, la parte vitale del processo terapeutico.

Un passo successivo è stato fatto da uno psicoterapeuta tedesco nel 2004, Peter ha ipotizzato che il modello di influenza terapeutica che ho appena descritto andasse oltre e diventasse una vera unità terapeutica terza, in aggiunta a terapeuta e paziente; l'ha chiamata tertium terapeutico.
Questa alleanza terapeutica secondo Peter è il vero guaritore, con la partecipazione dell'operatore che stimolandola con le parole trasforma la comunicazione ipnotica in un processo di autoguarigione.

Altro concetto di fondamentale importanza nel percorso della conoscenza della psicoterapia ipnotica è quello di inconscio, che per Erickson è il luogo dove sono contenute le risorse di un individuo, si tratta quindi di un riferimento stabile e ben definito.
Il linguaggio che un terapeuta deve utilizzare per raggiungere tale luogo deve essere “simile al sogno” cioè esprimere in modo creativo e fantastico idee che racchiudano progetti pragmatici e logici.

Facendo un passo verso i giorni nostri e rifacendomi alla corrente che mi appartiene, quella della psicoterapia ipnotica neo – ericksoniana, possiamo riassumere i concetti base dicendo che:

La trance è un fenomeno naturale che si genera nel paziente con l'intervento ed il supporto del terapeuta, in modo però da rappresentare una modalità individuale, propria del paziente.

La condotta del terapeuta nel processo di induzione ipnotica, una volta avute dal soggetto notizie sufficienti per stabilire il rapport, è volta a chiarire i dubbi e capire gli obiettivi del paziente e mai imporre i propri.

Nel processo terapeutico il lavoro viene svolto essenzialmente dal paziente, il terapeuta è un compagno di viaggio affidabile e sempre presente nel momento del bisogno.

Lo strumento principale utilizzato nella trance ipnotica, per facilitare la comunicazione con la parte inconscia, è la metafora, che altro non è che una figura retorica che trasferisce ad un oggetto il nome proprio di un altro, secondo un rapporto di analogia tra essi.

Il riferimento della metafora deve essere semplice ed intuitivo, e l'origine spontanea e discorsiva, quindi facilmente intellegibile per il paziente che deve sentirsela come propria.

Per questo motivo all'interno di una induzione lo psicoterapeuta neo – ericksoniano ripropone in forma metaforica frasi e concetti che il paziente ha esplicitato durante la verbalizzazione, in modo che solo l'inconscio possa interpretarli direttamente, mentre la parte razionale del soggetto non può capirli.

Questa azione è favorita dalla situazione che si viene a creare in uno stato di trance, cioè dall'abbassamento dell'attività dell'emisfero cerebrale che è maggiormente interessato dalla logica e di contro dalla maggiore partecipazione dell'emisfero emozionale. Le parole ed il significato che introducono all'inizio la metafora vengono prodotte dall'area razionale in cui si trovano all'inizio, e poi lentamente e forse anche disordinatamente attraverso la verbalizzazione si spostano verso l'area emozionale.

Per chiarire, la verbalizzazione è un discorso allegorico, più descrittivo che emozionale, in cui la comunicazione è enfatizzata ma ancora diretta, e quindi rivolta alla parte razionale del soggetto.
E' importante che la verbalizzazione sia semplice da costruire e permetta al paziente di comprendere sia di cosa si sta parlando che il tipo di linguaggio usato, i contenuti sono infatti di valenza universale e non specifici.

Una volta che il paziente ha compreso il percorso tracciato con il terapeuta allora ci si può spingere più in profondità e parlare alla parte emozionale e più familiare attraverso le metafore, che al contrario sono particolari e specifiche, e non contengono messaggi standardizzati ma sono costruite estemporaneamente dal terapeuta in relazione alla situazione discussa con il paziente.

Il processo di guarigione quindi passa dalla mente razionale a quella inconscia e di nuovo a quella razionale attraverso la trance ipnotica che è per il paziente produttrice e motrice di fenomenologia immaginativa.

L'immagine mentale ha un ruolo specifico nel processo terapeutico ipnotico in quanto le immagini vissute non sono necessariamente né letteralmente quelle suggerite dall'operatore ma di fatto sono guida e supporto del paziente e attraverso di esse il paziente può riassociare e riorganizzare gli aspetti confusi dell'esperienza psicologica.

Gli utilizzi dell'ipnosi in senso moderno sono molteplici e versatili, certo non si può parlare di imprese miracolose o di grandi dannosità causate da ipnosi da circo, esiste un'area sufficientemente vasta, scientifica e pragmatica in cui ci si può muovere con questo strumento che aiuta le persone ma non promette miracoli se non quello di agire più a fondo, là dove la razionalità si ferma.

L'importante per chi usa l'ipnosi è di renderla sicura e attenta alle esigenze del paziente, scientifica quanto basta; anche perché dobbiamo sempre ricordare le parole di Erickson: “fare ipnosi è pur sempre un'arte”, quindi un corretto equilibrio tra scienza e arte presente nel cervello di ciascuno di noi può essere garanzia di obiettività da parte di chi utilizza o fruisce di questo particolare strumento.

Bibliografia

  • AA.VV. (2002), “I tre manifesti teorico – didattici” in Raccolta documentaria, AMISI, Milano.
  • Erickson M.H. (1982), Opere complete, Astrolabio Roma.
  • Mosconi G.P. (1993), Psicoterapia ipnotica. Principi e fondamenti, Piccin, Padova.
  • Mosconi G.P. (1998), Teoretica e pratica della psicoterapia ipnotica, Franco Angeli, Milano.
  • Mosconi G.P. (2008), Ipnosi neo – ericksoniana: la psicoterapia ed il training ipnotico, Franco
  • Angeli, Milano. Peter B. (2000). The tertium therapeuticum, Congresso EHS atti, Monaco.
Data pubblicazione: 13 dicembre 2010

Autore

raffaella.buzzi
Dr.ssa Raffaella Buzzi Psicologo

Laureata in Psicologia nel 2001 presso università degli studi di padova.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto tesserino n° 5593.

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