Le meta preoccupazioni, uno dei principali meccanismi propulsori dei disturbi dell'umore

leonardofricano
Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta

Il meccanismo propulsore dei Disturbi Dell’UMORE,“ le meta preoccupazioni”. Scoprire una variabile importante che mantiene e alimenta i disturbi dell'umore.

Noi esseri umani, a differenza degli animali, abbiamo una grande capacità che è quella di essere creatori di problemi e di soluzioni.

La capacità degli esseri umani di essere contemporaneamente creatori di problemi e di soluzioni, è in grado generare delle metapreoccupazioni. Se un cattivo pilota di autovetture produrrà incidenti, un uso improprio  del proprio potere creativo tenderà a produrre delle “meta preoccupazioni”.

Come sarà meglio compreso in seguito, le “meta preoccupazioni” sono delle preoccupazioni sulle preoccupazioni. La caratteristica che fa delle “meta preoccupazioni”  uno dei meccanismi propulsori dei disturbi dell'umore, è che essa genera un circolo vizioso di problematiche irrisolvibili.

Passo a degli esempi concreti per fare comprendere meglio cosa sono le “meta preoccupazioni”, come si creano e perché sono nocive.

Marco è uno studente che deve affrontare un esame universitario. Il pensiero che l’esame possa andargli male, lo mette in ansia (conseguenza emotiva spiacevole). Lo stato disagevole dell’ansia può innescare in Marco due decisioni.

La prima è quella di focalizzare la sua attenzione sul problema primario che è l’esame e pertanto elaborare strategie e metodi di studio per aumentare le probabilità di superarlo.
La seconda è quella di individuare nel suo pensiero negativo “potrei non farcela”, la causa responsabile del suo malessere.

In questo secondo caso la preoccupazione di Marco non sarà più centrata sull’esame ma sul fatto di potere avere dei “pensieri negativi” sull’esame. In quest’ultimo caso, Marco, inconsapevolmente, usando male il suo potere creativo, genera una “meta preoccupazione“ che è la preoccupazione di avere dei pensieri negativi.

Con la creazione di questa “meta preoccupazione”, Marco sposterà il focus della sua attenzione sul pensiero negativo piuttosto che sull’esame, e come conseguenza investirà le sue risorse per non avere pensieri negativi. Anziché affrontare il problema primario che è l’esame, Marco utilizzerà la maggior parte delle sue risorse per contrastare l’insorgenza di pensieri negativi, come ad esempio il cercare di distrarsi, lo sforzarsi di pensare positivo, il programmarsi delle attività piacevoli per ridurre il livello di agitazione, ecc...

In ogni caso, il problema primario iniziale che era quello di sostenere l’esame, verrà accantonato e collocato sullo sfondo, mentre il nuovo problema per Marco diventerà “neutralizzare i pensieri negativi” e l’ansia.

Se osserviamo l’impiccio in cui Marco si è incastrato, noteremo che sia i pensieri negativi che lo stato d’animo sono una conseguenza naturale del problema primario che è appunto l’esame.
Il pasticcio di Marco risiede nel fatto di essersi generato un problema irrisolvibile, perché lui anziché agire direttamente sul problema (l’esame), si darà da fare per neutralizzare le conseguenze del problema, mentre quest’ultimo rimane irrisolto.

Nel caso di Marco, le sue meta preoccupazioni produrranno anche un immediato circolo vizioso, in cui la conseguenza temuta è generata dalla stessa preoccupazione. Faccio degli esempi.

La meta preoccupazione di Marco è di non avere pensieri negativi; nella realtà questa preoccupazione è già un pensiero negativo. La seconda meta preoccupazione di Marco è di non provare una emozione spiacevole quale è l’ansia; nella realtà questa preoccupazione gli produrrà immediatamente ansia.

Per analogia è come se Marco cercasse di risolvere le perdite d’acqua di un recipiente forato, provando a immettere dentro l’acqua che fuoriesce senza riparare il buco del contenitore.
Povero Marco in che casino si è cacciato.

Con la speranza di essere riuscito a fare comprendere cosa sono le “meta preoccupazioni” e perché sono pericolose per la nostra salute, se non vogliamo divenire noi il prossimo Marco della situazione, leggiamo di sotto la lista delle principali meta preoccupazioni, e se presenti nella nostra vita, potrebbe essere arrivato il momento di prendere la decisione irrevocabile di imparare a neutralizzarle.

I motivi che dovrebbero stimolarci a neutralizzare le “meta preoccupazioni” sono che esse sono inutili, presentano problemi irrisolvibili, sciupano risorse e ci fanno stare male.

Elenco delle Principali meta preoccupazioni

a) Essere preoccupati di avere dei pensieri negativi

b) Essere preoccupati di essere dubbiosi

c) Essere preoccupati di essere tristi

d) Essere preoccupati di essere in ansia

e) Essere preoccupati di essere annoiati

f) Essere preoccupati di essere arrabbiati

g) Essere preoccupati di potere stare male

h) Essere preoccupati di essere giudicati male dagli altri.

i) Essere preoccupati di non riuscire a prendere delle decisioni.

j) Essere preoccupati di procastinare le azioni

Se riconoscete tra queste alcune delle vostre principali preoccupazioni è arrivato il momento di prendere la decisione di boicottarli. So che non è facile, ma diventarne consapevoli è il primo passo da fare per raggiungere tale obiettivo.

Nonostante questo articolo possa migliorare  le vostre competenze di piloti del vostro potere creativo, è utile sapere che come essere umani siamo molto vulnerabili ad essere risucchiati dal circolo vizioso delle “meta preoccupazioni”. Qualora notaste tale esito, non esitate a rivolgervi con fiducia ad un psicologo psicoterapeuta, che lavorando al vostro fianco vi aiuterà a renderle innocue e vi allenerà per usare proficuamente e con competenza il vostro potere creativo.

 

Bibliografia

  • Davide Dettore (2003); "Il disturbo ossessivo compulsivo"; ed. Mc Graw-Hill MIlano.
  • Mancini,F.,(2001). Un modello cognitivo del disturbo ossessivo compulsivo,psicoterapia
  • DOBSON K. S. (2000). Handbook of Cognitive-Behavioral Therapies, 2/e. The Guilford Press. (Traduzione italiana: Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Teorie, trattamenti, efficacia: lo stato dell’arte. Milano, McGraw-Hill, 2002).
  • WELLS, A., (1997). Cognitive therapy of anxiety disordes. A pratical manual and conceptual guide. John Wiley & Sons, Ltd. (Traduzione italiana: Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. Milano, McGraw-Hill, 1999).

 

Data pubblicazione: 11 gennaio 2011

Autore

leonardofricano
Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2005 presso Università di Palermo.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia tesserino n° 4005.

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