La storia dell'ipnosi: dal mesmerismo alla psicoterapia

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Gli eventi che vanno dal 1766 al 1900 circa, sono da considerarsi i precedenti storici della psicoterapia contemporanea, cioè quei precursori che hanno dato forma ai primi modelli teorici per la cura del disagio psichico senza l'apporto di farmaci

Introduzione

Gli eventi che vanno dal 1766 al 1900 circa, sono da considerarsi i precedenti storici della psicoterapia contemporanea, cioè quei precursori che hanno dato forma ai primi modelli teorici per la cura del disagio psichico senza l'apporto di farmaci, elettroshock e forme di riabilitazione psichiatrica

Inoltre la storia dell'ipnotismo viene fatta coincidere con la storia della psicoterapia stessa. Molti autori del passato hanno dato intepretazioni al fenomeno ipnosi che tutt'oggi persistono e tendono a condizionare coloro che si avvicinano a questo strumento clinico. Per cui ho ritenuto importante raccontare questa storia al fine di mettere in luce come molte idee del passato, fraintendimenti di personaggi storici alle prese con quella che è considerata la prima forma di psicoterapia, abbiano contribuito a mantenere in voga idee e preconcetti erronei. Per esempio l'idea per cui sotto ipnosi si perda il controllo, si abbiano ricordi del passato che non si hanno in stato di veglia, che si sia in balia dell'ipnotista e molti altri.

Per approfondire:Terapia ipnotica sì o no?

Il concetto di magnetismo animale

Sappiamo che la Parola psicologia viene usata su testi scritti per la prima volta tra il 1511 e il 1518 da Marcus Marulus, ma che tale parola venne usata per la prima volta con un significato analogo a quelli che potremmo dargli oggi nel 1594 e nel 1597, rispettivamente da Otto CassMann e Rodolfo Goclenio.

Anche se saranno prima Christian Wolff e successivamente Immanuel Kant a sancire la nascita della psicologia come disciplina scientifica, riconoscendone la particolarità dei metodi di studio dovuti alla particolarità dell'oggetto di studio (la psiche, che non ha la forma a priori dello spazio come il corpo per la medicina).

Ciononostante non esisteranno università di psicologia fino a molto tardi nella storia. La nostra storia comincia invece nel XVIII secolo, e troviamo una facoltà di medicina che coltiva ambizioni di scientificità e credibilità alle quali non vuole rinunciare.

E' importante menzionare i tre pilastri della medicina di allora (ed in buona parte di oggi) per comprendere quanto il mesmerismo sia stato vissuto come inconcepibile e spaventoso.

  1. il malato è sede di una malattia

  2. per ogni malattia è possibile identificare una causa o una serie di cause specifiche

  3. tramite un'opportuna terapia basata su farmaci, diete o interventi chirurgici è possibile ristabilire il funzionamento delle diverse parti che costituiscono l'organismo

Franz Anton Mesmer fa la sua apparizione nel mondo medico viennese nel 1766 con la sua tesi dal titolo "dissertazione fisico-medica sull'influsso dei pianeti". Il suo lavoro, profondamente influenzato da Isaac Newton e la scoperta della forza di gravità, voleva spiegare come i fenomeni organici fossero onfluenzati dagli influssi gravitazionali. In sostanza riteneva che come gli astri influenzano le cose sulla terra, le cose sulla terra influenzano l'organismo degli animali e dunque dell'uomo. Riteneva che come esistesse una gravità planetaria ne esistesse una per gli esseri viventi, gli animali appunto. Ma che a causa della sua sottigliezza fosse impalpabile.

La pratica del magnetismo, cui si dedicherà nel 1772, era gia in disuso nella medicina dell'epoca in quanto ritenuta obsoleta e vicina all'esoterismo. Qui abbiamo la prima pietra angolare di molti preconcetti e credenze sull'ipnotismo che sono trasportati fino ai giorni nostri. Infatti gia ai suoi inizi, Mesmer, sarà visto con sospetto e diffidenza dallo stesso mondo medico nel quale è stato formato in quanto si dedicherà prevalentemente a pratiche che la medicina stava gia abbandonando.

Siamo in un'epoca in cui la medicina stava costruendo a fatica la propria credibilità come scienza, rinnegando la "demonologia" e ogni altra credenza non organicista ritagliando così il suo spazio, la sua credibilità ed il diritto di esistere anno dopo anno.

Nel frattempo Anton Mesmer seguiva le applicazioni del magnetismo secondo le indicazioni di padre Hell, un personaggio illustre che si dedicò solo marginalmente alla pratica del magnetismo. Questi riteneva che fosse particolarmente efficace con persone affette da malattie dei nervi.

Nel 1773 Mesmer riuscirà a guarire la signorina Osterlin. Questa avrà una profonda crisi. La "crisi" è qualcosa di simile alle convulsioni, con o senza grida e rantoli. Molto probabilmente ciò dipende da alcuni fattori inerenti la tipologia di metodo utilizzato e la concezione di guarigione e malattia del terapeuta. In ogni caso Mesmer sarà molto impressionato da questo evento guaritore, ritenendo che la "crisi" non è altro che un'accellerazione della malattia e delle sue fasi, permettendo così la guarigione.

Quindi la guarigione non si ha ristabilendo un'equilibrio ma foverendo il corso della malattia. Altra concezione che si contrapponeva fortemente alla Facoltà di Medicina.

Mesmer in base ai risultati così ottenuti iniziò a formulare un'ipotesi molto particolare. Cominciò a ritenere che il magnetismo fosse possibile solo grazie al rapporto tra ipnotizzatore e paziente, per cui andò riducendo l'importanza dei magneti in favore della relazione specifica medico-paziente. Anche questo concetto lo mise in cattiva luce. Poichè si abbandonava l'idea della cura come medicina od altra operazione (tra cui l'uso di magneti) in favore del rapporto medico paziente in una pratica che induceva i pazienti malati di nervi (perlopiù ritenuti donne) ad avere delle crisi che in qualche modo ricordavano la perdita dei freni inibitori. A questo vanno aggiunti i 27 punti delle "memorie" di Mesmer in cui egli critica la medicina ufficiale fino ad accusare i medici di approfittare della superstizione dei loro pazienti. Tutte cose che contrapporranno Mesmer alla medicina ufficiale costringendoli ad un duro scontro.

In attesa di questo evento Mesmer cura da cecità una nuova paziente, la signorina Paradis, la quale però ritornerà cieca dopo che i suoi genitori gli impediranno di proseguire le cure di Mesmer. Questo evento farà ritenere ad Anton che la società Viennese non è pronta alle sue cure e deciderà di partire alla volta di Parigi. Sarà qui, nel 1779, che pubblicherà le memorie di cui sopra, dove accuserà la medicina ufficiale ed i medici, gettando le basi per quella che sarà la catastrofe del magnetismo.

In queste memorie sostiene, in sostanza, quattro assunti di base:

  1. la malattia ha la sua origine nella distribuzione non omogenea del fluido nel corpo. Ristabilendo tale equilibrio si ottiene la guarigione
  2. l'universo è riempito da questo fluido sottile che forma una connessione tra l'uomo e la terra

  3. il fluido può essere incanalato e immagazzinato

  4. è possibile produrre nel paziente le famose crisi che hanno valore terapeutico

Ovviamente tutti e 4 gli assunti, i pilastri della sua teoria, sono in netto e totale contrasto con molte delle verità scientifiche dell'epoca. In particolar modo con la medicina, che stava faticosamente liberandosi da credenze spiritualiste, demonologiche ed esoteriche e non apprezzava certo il passo indietro cui Mesmer aveva la pretesa di costringerla con l'idea del fluido magnetico e del magnetismo.

 

Parigi e la caduta di Mesmer

Non sono riuscito ad accertarmi di quando Mesmer fosse entrato a far parte della massoneria. Ciò che è certo è che egli ne faceva parte. In ogni caso era sempre stato a contatto con personaggi illustri dell'epoca, conosceva il medico di Isaac Newton e probabilmente lo stesso Newton, da cui alcuni autori ritengono abbia plagiato più idee per giustificare il suo magnetismo. Sicuramente era una persona dal carisma notevole, ammaliante e convincente. Sicuramente aveva contribuito a fondare o fondato direttamente la società dell'armonia (una società massonica) di cui facevano parte aristocratici e nobili. Era conosciuto per fama alla corte di Re Luigi XVI ed alla Casa Bianca grazie a persone vicine al presidente americano che per motivi di ambasceria, studio e relazioni diplomatiche stavano passando un periodo della loro vita a Parigi. Anch'essi probabilmente membri della massoneria d'oltre oceano.

Ma come mai Mesmer riuscì ad ottenere tanta fama ed attenzione?

La risposta è quasi banale. Arrivato nella Parigi pre-rivoluzionaria si ritrova in un periodo di particolare fervore anti-medico, esisteva persino il "partito radicale anti-medico" o qualcosa di molto simile ad esso. La psichiatria dell'epoca cercava la stessa rivalsa scietista di cui la medicina si era resa capace, ma molte delle malattie di nervi restavano incomprensibili ed etichettate come "dovute all'immaginazione", in quanto ancora sfuggiva la complessità della malattia mentale e del disagio psichico. Per cui in quell'esercito di malati immaginari Mesmer trovò molte persone cui proporre la sua cura e la sua neonata concezione della malattia, "ostruzione del fluido vitale".

Si munì di una specie di botte (baquet) all'interno della quale poneva polvere di metallo e delle bacchette di ferro, legno o vetro (ogni autore le descrive in vari modi). Disponeva le sue pazienti su tavoli o distese per terra, legate o meno da una fune che li congiungeva tutti insieme per favorire la magnetizzazione. Mescolava in queste vere e proprie cerimonie (lui stesso pare che si presentasse munito di una tunica viola) nobildonne e contadine. Altra grande provocazione allo stato sociale dell'epoca che riteneva nobili e contadini su piani sociali molto differenti. Otteneva grandi crisi collettive, guarigioni apparentemente miracolose ed un crescente numero di proseliti illustri. Criticherà formalmente la Facoltà di Medicina, proporrà una vera e propria scuola di magnetizzazione con delle regole pratiche per la formazione dei magnetizzatori e la pratica della magnetizzazione.

Un suo seguace, Deslon, aveva posizioni meno anti-mediche ma non riuscì a spostare Mesmer dalle sue posizioni. Molti autori, come Watkins, Kroeger, Weitzenhoffer e molti altri parlano di un Mesmer pieno di sé. Un Narciso in cerca di gloria, fama e successo. Un uomo pieno di carisma, grande comunicatore e dalle sorprendenti doti di induzione ipnotica (all'epoca questo termine non esisteva, si chiamava magnetizzazione e Mesmer ne era il massimo esponente nel mondo occidentale) ma dallo scarso se non assente intuito scientifico. Non tutti gli autori condividono questa opinione, alcune idee di Mesmer ricordano l'insegnamento della Psicologia e della Psicoterapia anche nei tempi moderni, va detto però che nonostante le sue enormi doti la sua ricerca di gloria lo possedeva più di quanto egli possedesse la conoscenza della vera natura del magnetismo.

Su richiesta di Deslon si formarono due commissioni, nominate da Re Luigi XVI, che avrebbero giudicato l'opera di Mesmer. Di queste commissioni facevano parte Beniamino Franklin, Lvoisier e altri studiosi dell'epoca. Il destino, beffardo, volle che fosse proprio la Facoltà di Medicina a costituire tali commissioni, proprio quella Facoltà che Mesmer sembrava tanto ansioso di screditare. Nel 1784 alcuni dei massimi esponenti della scienza occidentale analizzarono i 27 punti delle memorie di Mesmer, assistettero alle magnetizzazioni e giunsero alla conclusione che non esisteva alcun fluido animale, alcun influsso proveniente dagli astri ed attribuirono all'immaginazione le guarigioni di Mesmer. Si concluse che "le magnetisme sans imagination ne produit rien, l'imagination san magnetism produit des crises". Il magnetismo senza immaginazione non produce niente, l'immaginazione senza magnetismo produce le crisi. I tre fattori che costituivano la pratica di Mesmer furono individuati in "contatto, immaginazione e imitazione". Questi determinavano le crisi. Bisogna anche prendere in considerazione che si riteneva che l'energia animale, una volta mobilitata con le crisi, avesse più che altro una natura sessuale e ponesse la paziente, priva di freni inibitori, alla mercé dei bassi istinti del magnetizzatore. I tabù sessuali erano molto forti e l'idea di una "relazione" curativa, proposta da Mesmer in maniera lungimirante anche se decisamente sconclusionata, era difficilmente accettabile.

A Franz Anton Mesmer capitò qualcosa di incredibile. Divenne famoso in tutto il mondo per poi essere spodestato e tacciato di ciarlataneria. Provò a reagire al responso delle commissioni ma finì per abbandonare Parigi lasciando la sua pratica ai suoi discepoli ed alla credenza popolare. Come se oggi un uomo porponesse una cura che lo rende famoso nel mondo, una cura che si contrappone totalmente alle credenze scietifiche che possediamo e viene giudicato da una commissione dell'ONU, la quale giustifica la sua opera "frutto dell'immaginazione". Una catastrofe che farà perdere ogni speranza di scientificità a tale pratica delegandone la sopravvivenza a saltinbanchi, teatranti di strada, menestrelli e giullari. La sorte che è toccata all'Ipnosi.

 

Il Marchese di Puysegur ed il sonnambulismo

A questo allievo di Mesmer, membro della Societé de l'Harmonie, dobbiamo molte cose. Ma prima facciamo alcuni chiarimenti.

In questo momento il Magnetismo di Mesmer è stato appena discreditato. Ovviamente sono molti gli allievi, alcuni importanti, pochi coloro che posiedono le capacità per comprendere il complesso fenomeno col quale si stanno confrontando. Nei decenni molti abbandoneranno l'uso del magnetismo, si disperderanno e rimarranno in pochi a proseguirne gli usi. Il discredito gettato sul magnetismo favorirà l'uso popolare di tale tecnica al fine di rendere allegro qualche spettacolo teatrale e stupire la gente. Ricordo gia da adesso che il più illustre studioso italiano del fenomeno Ipnosi, Franco Granone, apprese le prime tecniche da un teatrante di passaggio.

Puysegur usava una tecnica simile a quella di Mesmer. Non usava le bacchette o il baquet per mgnetizzare ma un'albero. Ancora era legato a questa idea per cui fosse necessario uno strumento esterno oltre il magnetizzatore per praticare tale metodo. Inoltre non amava le crisi tanto care a Mesmer e tanto spettacolari. Cercava di ridurle il più possibile. Mentre Mesmer praticava con grande teatralità e parlando pochissimo (toccava con le bacchette, i toccamenti saranno chiamati "passi" in ambito ipnotico) egli parlava molto. Notò che un suo paziente, un giovane contadino di nome Victor Race, andava in quello stato che oggi chiamiamo "sonnambulismo". Il sonnambulismo non era totalmente sconosciuto ma assolutamente sottovalutato da Mesmer e dai suoi allievi, i quali contestarono il marchese trattandolo come un'usurpatore del maestro.

Grazie a Puysegur la parola diventa importante, strumento cardine del magnetizzatore. L'introduzione della parola pone il problema della relazione in ambito terapeutico e permetterà di scoprire molti altri fenomeni dello stato che oggi chiamiamo "trance ipnotica". Puysegur chiamerà "sonnambulismo" il suo metodo, prendendo le distanze da Mesmer e seguaci, ma manterrà un'altrettanto feroce battaglia contro la medicina fondando una scuola che iniziava anche non medici e ponendo delle regole che ad oggi sono importanti nella pratica della psicoterapia. Per esempio un suo allievo, il conte di Reder, comprendendo che il magnetizzatore possiede idee e aspettative importanti sul paziente, sostiene che queste non devono che essere usate per il suo benessere e non per la sua manipolazione o il suo abuso. Concetti basilari nell'insegnamento della psicoterapia moderna ai nuovi psicoterapeuti!!!

I seguaci del Marchese scoprirono il fenomeno dell'ipermnesia, la glossolalia (parlare lingue sconosciute, fenomeno al quale seppero dare una spiegazione tutt'oggi ritenuta valida. Precoci apprendimenti del linguaggio lasciano tracce mnestiche che in alcuni soggetti possono portare a brevi produzioni orali in lingue che in stato di veglia non sono parlate altrettanto bene. A questa spiegazione va aggiunto che spesso queste produzioni linguistiche, a ben vedere, sono piene di errori o di parole inesistenti). L'amesia post sonnambulica (oggi post-ipnotica) che si verifica al risveglio dalla trance. Questo fenomeno era ritenuto essere una finzione da parte del soggetto e non totalmente compreso. La regressione di età, anch'essa non pubblicizzata perchè l'idea di regredire di età per guarire veniva considerata inappropriata alle concezioni dell'epoca, per cui il bambino era incompleto. Le concezioni freudiane sono lontane ancora più di un secolo e nuoceranno allo stesso Freud.

Inoltre Puysegur sposta l'accento dal fluido magnetico al rapporto tra magnetizzatore e sonnambulo ben più di quanto aveva fatto Mesmer, il che equivale al focus su cui tutta la psicoterapia o quantomeno buona parte di essa si basa tutt'oggi. La relazione terapeuta-paziente!

In quegli anni la Psichiatria andava familiarizzandosi con la sua pretesa di scientificità, certe pratiche ipnotiche erano state associate all'abuso sessuale, alla perdita totale di coscienza e al dominio di una mente su un'altra. A pratiche esoteriche ed il sonnambulismo veniva creduto fenomeno che portava con sé il dono della preveggenza. Esistevano scritti, pamphlet, spettacoli teatrali che sostituendo la via ufficiale della scienza diffondevano il magnetismo nel mondo occidentale accompagnato da quante più credenze bizzarre fosse possibile, al fine di stupire lo spettatore e trarlo in inganno.

 

Nuove luci e nuove ombre

Nel 1813 l'abate Faria, sacerdote di origini portoghesi che sosteneva di essere un brahamino indiano, approdò a Parigi.

Ricusò le teorie di Mesmer, sostenendone l'assurdità, attribuiva il sonnambulismo alla compiacenza del soggetto. Questa teoria è tutt'oggi sostenuta da molti scettici. Faria ebbe il merito di utlizzare terminologie meno esoteriche, di notare come vi fossero notevoli differenze nell'entrare in trance da una persona all'altra e smise ogni ritualismo in favore di procedure di induzione semplici e decisamente più sobrie rispetto a quelle di Mesmer, di cui anch'egli era allievo.

Grazie a Puysegur e Faria alcuni sostengono che la pratica del mesmerismo cominciò a prendere la forma di una psicoterapia, dove la relazione tra terapeuta e paziente appariva essere il focus del processo terapeutico.

Du Potet e Bertrand Foissac proseguirono gli studi sul sonnambulismo dopo che Faria, ingannato da un'abile attore che finse di essere sonnambulo discreditandolo pubblicamente, abbandonò Parigi.

Nel 1825 Foissac propone al mondo accademico la revisione del verdetto del 1784 contro Mesmer, nel 1831 Husson presentò un resoconto in cui illustrava le presunte verità del fenomeno. L'accademia, riporta Guglielmo Gulotta (vedi bibliografia) si pronuncerà sostenendo che "se la maggior parte dei fatti enunciati erano reali, essi distruggevano la metà delle cognizioni fisiologiche e che quindi era pericoloso difendere questi fatti per mezzo della stampa". Nel 1840 vi sarà una nuova presa di posizione da parte dell'accademia di medicina che ricuserà il sonnambulismo in favore del buon senso, rifiutando ogni interesse di studi per quei fenomeni e decretandone così la divulgazione tra teatranti di strada che saranno per molto tempo tra i più bravi ipnotizzatori in circolazione, benché privi di interessi clinici.

 

La nascita dell'Ipnosi

Anche l'Inghilterra stava muovendo i suoi passi nel mondo del magnetismo. L'impero britannico aveva permesso a molti medici di conoscere queste pratiche in diverse parti del mondo, specialmente in India. Ciononostante la medicina ufficiale britannica non era ben disposta, come quella francese, al riconoscimento di una pratica come quella portata in auge da Franz Anton Mesmer, il cui nome e la cui opera erano stati ampiamente discreditati.

In Inghilterra si era sviluppato un movimento mesmerico che vedeva in John Elliotson il suo più illustre esponente. In particolar modo questi medici praticavano l'uso del magnetismo (oramai chiamato mesmerismo) in ambito chirurgico, utilizzando l'anestesia e l'analgesia ipnotica.

Va notato che non esistevano anestetici all'epoca, e che l'uso del mesmerismo permetteva di praticare operazioni importanti, persino alcune amputazioni secondo certi autori. Elliotson non revisionò mai le idee di Mesmer, la base teorica del metodo venne in qualche modo mantenuta e ciò gettò discredito su di lui e le sue pratiche.

Fu James Braid, medico di Manchester, che nel 1841 venne a contatto col mesmerismo e nel 1843 pubblicò un'opera in cui introduceva i termini di Ipnotismo, ipnosi e neuroipnosi. Sposò le idee di Puysegur e Faria per cui esisteva una certa similarità tra lo stato in cui erano indotti i soggetti magnetizzati ed il sonno. Per cui utilizzò la parola greca "Hypnos", che vuol dire sonno, per coniare il nuovo termine che avrà in breve tempo fortuna nel mondo: Ipnosi.

James Braid fece molte intuizioni sull'Ipnosi e per queste va ricordato come uno dei personaggi cardine nella storia dell'Ipnotismo e della sua rivalutazione a livello scientifico.

Innanzi tutto si rese conto che l'eccitazione dell'immaginazione permetteva alle persone in stato di Ipnosi di reagire a tutte le "impressioni" che gli passano per la testa come fossero realtà. Ciò che stava scoprendo Braid è ciò che passerà come il concetto cardine dell'Ipnosi secondo la scuola dell'Istituto Franco Granone, cioè la capacità della persona in stato di trance di fissarsi su una sola idea (mono-ideismo). Ancora non era riuscito a comprendere del tutto il fenomeno.

Noterà che le persone in stato di trance ipnotica sono molto attente e le loro capacità attentive sono sovra-eccitate, al contrario di quanto si riteneva, cioè che le persone fossero alla mercé dell'Ipnotizzatore. Bastava un movimento più brusco o un'alito di vento perchè i suoi soggetti riemergessero dallo stato di trance ipnotica (ancora si diceva "risvegliassero", rinforzando l'idea dell'Ipnosi come sonno). Successivamente, secondo alcuni, Braid arrivò alla concezione del moideismo di cui sopra, ma quando propose questo nome per l'Ipnosi non riscosse molto successo, poichè il primo si era gia ampiamente diffuso ed aveva sostituito i precedenti.

E' ufficialmente nata l'Ipnosi!

 

La nuova vita dell'Ipnosi: Bernehim, Liebeault e Charcot

Come si è visto, e come sottolineano moltissimi autori, la storia dell'Ipnosi è caratterizzata da momenti di clamore e successivi abbadoni. Molti grandi ipnotisti del passato scoprendo questo fenomeno ne venivano ammaliati fino a diventarne capi scula o importanti esponenti. Dopodiché venivano screditati e costretti ad abbandonarne la pratica.

Purtroppo questo fenomeno ricordava molto le pratiche esoteriche e magiche, in alcuni stati (per esempio le crisi mesmeriche) assomigliava alle possessioni demoniache. La medicina e la psichiatria si erano focalizzati su filoni organicisti che rinnegavano la possibilità dei fenomeni ipnotici. Anche in tempi più recenti di quelli in cui è arrivato questo excursus storico vi saranno forti resistenze. Per esempio l'analgesia a guanto, conosciuta da chiunque pratichi ipnosi, non è suscettibile coi farmaci, poichè non rispetta la fisiologia umana. Ma mentre il farmaco deve per forza rispettare la fisiologia del corpo, l'immaginazione sappiamo bene che non ne è costretta. Quando questo sarà compreso ed accettato esisteranno gia degli ottimi analgesici ed anestetici che renderanno inutile o superfluo l'uso dell'Ipnosi in tali ambiti.

Che senso avrebbe passare del tempo con una persona che deve effettuare un'estrazione dentale quando con una punturina innocua e 5 minuti di tempo l'odontoiatra può praticarla in assenza di dolore?

Ma entriamo nel vivo di questo momento storico. Siamo nella seconda metà del XIX secolo. O meglio siamo sul finire del 1800. I nomi che dobbiamo ricordare sono sostanzialmente 3.

Jean Martin Charcot, neuropatologo della Salpetriere di Parigi. Ippolite Bernheim, professore della facoltà di medicina di Nancy, e Auguste Liebeault, medico della provincia di Nancy.

Jean Martin Charcot, operando a Parigi, conosceva senza ombra di dubbio l'Ipnosi, il magnetismo e tutte le polemiche che un secolo prima avevano portato al discredito di Mesmer. E' sicuramente stato facile scoprire questo metodo per Charcot e lui stesso scrive che pur essendo evidente lo stato ipnotico è pur vero che certe manifestazioni sono talmente stupefacenti che solo assistendo di persona si possono ritenere reali.

Martin Charcot sosterrà che l'Ipnosi è una forma di malattia nervosa. Per l'esattezza sosterrà che è associabile quasi perfettamente all'Isteria. Che solo in questi soggetti è possibile stimolare lo stato ipnotico molto facilmente. Affermerà che pur non essendo tutti gli isterici soggetti ipnotici e pur non essendo tutti i soggetti ipnotizzabili degli isterici, l'ipnosi si innesta nell'isterico come nel tronco d'albero più adatto e propizio alla sua stimolazione.

Non negherà l'importanza della suggestione ma rimarcherà in modo preminente l'esistenza di zone ipnogene che possono stimolare lo stato ipnotico ed ideerà una teoria a 3 stati in cui lo stato catalettico (di rigidità, osservabile anche in coloro che hanno un forte shock emotivo), letargico (simile al sonno) e sonnambulico, siano di fatti 3 tipologie di ipnosi differenti con particolarità nella fenomenologia che può essere prodotta dai soggetti.

Nel 1882 Ippolyte Bernheim conoscerà Auguste Liebeault. Quest'ultimo era un medico di provincia, i suoi clienti erano perlopiù contadini e non potevano pagarsi le medicine. Così egli ricorreva sovente all'uso dell'Ipnosi per aiutarli. Bernheim, venuto a conoscenza di questo bravo medico andò a conoscerlo, e stupito dal metodo che utilizzava gli propose una collaborazione universitaria. I due, pur avendo idee che su certi aspetti divergevano, sposarono completamente le ipotesi ultime di James Braid, per cui l'ipnosi era uno stato nel quale certe idee potevano essere poste all'attenzione più agilmente e modificate, plasmate in modo da aiutare i pazienti. Specialmente Liebeault riteneva che fosse uno stato associabile al sonno, poichè il sonno poteva essere indotto in stato di ipnosi e l'ipnosi senza suggestioni sfociava spesso nel sonno. Oggi sappiamo che lo stato di trance è associato ad alcuni fattori tra cui un particolare ritmo delle onde Teta, musrabili con l'elettroencefalogramma. Ma all'epoca tali strumentazioni non erano state ancora pensate.

Charcot riteneva che l'ipnosi non fosse sonno, invece. Ritenendola uno stato patologico. Bernheim e Liebeault ritenevano invece che si trattava di uno stato normale evocabile in chiunque, che tramite suggestione senza sonno si potevano ottenere risultati simili che col sonno ipnotico, e che quest'ultimo serviva unicamente a massimizzare i risultati accumulando la concentrazione.

Inutile addentrarsi troppo nel dibattito tra le due scuole, evidenzierò alcuni aspetti importanti.

Il primo è che Charcot induceva lo stato ipnotico nelle donne isteriche (l'isteria era ritenuta una malattia prettamente femminile. Questa credenza è all'origine di molti preconcetti sul carattere femminile e la donna in genere) spiegando alla donna cosa sarebbe accaduto, cioè descrivendogli come sarebbe caduta in trance. Nel salone dove usualmente faceva le sue dimostrazioni pubbliche era presente un quadro che ritraeva in una donna in preda a convulsioni. In altre parole le donne da lui indotte in trance seguivano le suggestioni verbali e visive che egli dava loro, causando poi quel particolare modo di andare in trance che lui intepreterà come forma di isteria. Per cui Charcot in qualche modo era causa di ciò che osservava, dei suoi preconcetti e delle sue idee. Concentrato egli stesso sull'aspetto patologico della trance ipnotica sottovalutava ciò che la scuola di Nancy stava invece magistralmente scoprendo: il potere della suggestione.

Sulla credenza per cui una persona in trance è alla mercé dell'ipnotizzatore, preconcetto tutt'oggi esistente, c'è molto da dire. Charcot e allievi scrissero molto sulla pericolosità della trance e sui rischi che potevano incombere sulle donne indotte in tale stato. Ritenendo che potessero essere abusate, violentate, indotte a commettere atti moralmente deprorevoli. Eppure egli stesso, chiedendo ad una suora capace di una trance talmente intensa da poter reggere con le mani nude delle caffettiere ardenti, di sollevare la gonna all'altezza del polpaccio, ella uscì dalla trance per tirargli un sonoro schiaffo in faccia. Almeno alcuni riportano questo evento a titolo di disconferma delle stesse idee di Charcot sull'argomento.

La scuola di Nancy era fin troppo legata alla suggestione per spiegare l'ipnosi. Questo gli permise di notare come il linguaggio suggestivo potesse essere efficace anche senza indurre la trance ipnotica. Non arrivarono a queste conclusioni in maniera molto dettagliata ma in questo modo arrivarono a precedere alcune intuizioni sia di studiosi dell'Ipnosi quali Barber, sul fatto che la forte motivazione e la suggestione senza trance permettono di ottenere risultati simili all'ipnosi. Sia della scuola di Palo Alto, che sull'uso del linguaggio (e quindi anche quello suggestivo) fonderà alcuni principi base delle terapie brevi di natura sistemica.

 

Dall'ipnosi alla psicoterapia

E' con Pierre Janet che nascono i fondamenti basilari della psicoterapia contemporanea. Quest'affermazione sarebbe sicuramente criticata da molti colleghi, ma ciò che è incriticabile è che mentre tutti ricordano il nome di Sigmund Freud, non molti sanno chi è Pierre Janet.

Eppure i termini di "subconscio", "ideazione fissa", "analisi psicologica" e la concezione della "psicologica dinamica" sono tutte quante da far risalire a Janet. A queste si aggiungono l'uso di tecniche di decondizionamento (tipica dell'odierno cognitivismo comportamentista), alcuni spunti di metodi paradossali (specifica delle terapie sistemiche), la teoria del trauma utilizzata ampiamente da Freud nella sua elaborazione della Psicanalisi.

Janet fu filosofo prima, poi psicologo e dunque medico. Questa grande conoscenza e questa vasta formazione svela tanto le sue doti intellettive quanto la sua incredibile curiosità. Trascorse i primi anni di lavoro a Le Havre, come professore di filosofia. Qui avvenivano spesso spettacoli di ipnotismo ad opera di teatranti e maghi, altrettanto spesso i giornali raccomandavano alle donne che si invaghivano di personaggi famosi di rivolgersi a Charcot per curarle dell'isteria.

In questa cittadina vicina a Parigi condusse i suoi primi esperimenti di ipnosi, scoprendo quello che all'epoca era definita "ipnosi a distanza". Non saprei dire se l'idea di ipnotizzare a distanza qualcuno venga da questo evento storico, di certo so dire che si trattava solamente della prima volta in cui qualcuno si interessava scientificamente alla "suggestione post ipnotica". Questa è un'atto successivo alla trance ipnotica. Viene chiesto ad una persona di fare o dire qualcosa dopo che sarà uscita dalla trance ipnotica. A volte le persone fanno questa cosa. Purtroppo l'idea di suggestione post ipnotica ha favorito senz'altro l'idea per cui sotto ipnosi si ubbidisce all'ipnotizzatore. Il fatto è che sotto ipnosi si possono fare molte cose, nessuna di queste però va contro alla persona ipnotizzata. Se una persona non vuol fare qualcosa, in altre parole, non la fa e basta.

Altro evento molto importante fu il lavoro che fece con una paziente che era gia stata ipnotizzata nel passato. All'epoca si credeva che tutto ciò che di scientifico riguardasse l'ipnosi fosse dovuto a Charcot e Bernheim.

Janet, incuriosito da questa sua paziente e da ciò che sembrava aver gia vissuto ricercò i testi scritti dai magnetizzatori del passato, scoprendo che molto di ciò che Bernheim e Charcot passavano per nuovo era in realtà gia conosciuto dai seguaci di Mesmer oltre un secolo prima.

Proseguendo i suoi studi Janet ideerà un metodo, chiamato "analisi psicologica", che verteva alla ricostruzione della storia del disturbo. La cosa oggi è di uso comune e fa parte della pratica clinica quotidiana, ma fu Janet a metterla in pratica per la prima volta, di sicuro fu uno dei primi a farlo.

Era solito indurre i suoi pazienti sotto ipnosi. Benché le donne isteriche fossero ritenute le sole ad essere ipnotizzabili Janet visitò anche molti uomini, ed elaborò una teoria legata al trauma psicologico che costituisce la base della psicanalisi che nascerà di lì a poco. Infatti si rese conto che molte persone ricordavano cose ed eventi del loro passato. Questi ricordi, una volta ritornati in memoria, permettevano un lavoro psicoterapeutico che aiutava a ridurre l'impatto del sintomo. In un caso clinico Janet usò un metodo che è molto vicino alla desensibilizzazione sistematica, metodo principe delle terapie cognitivo-comportamentali. In altri casi i suoi interventi ricordano, embrionalmente, interventi simili a quelli paradossali tipici delle scuole sistemiche, in altri casi la sua forma terapeutica appariva una specie di precursore della psicanalisi.

Ritenne che le persone avessero delle idee fisse che in qualche modo li tormentavano. A volte erano ideazioni facilmente ricordabili, altre volte erano idee fisse subconscie. Riteneva che frammenti della personalità fossero dissociati e relegati nel subconscio e che continuassero ad influenzare, nonostante ciò, il nostro comportamento quotidiano.

Quanto appena esposto è all'incirca ciò da cui partì Sigmund Freud prima dell'invenzione del metodo Psicoanalitico. Sarà sempre negato da Freud, e Janet in una conferenza si scontrò con l'allora allievo di Freud, Carl Gustav Jung, sostenendo che la psicanalisi non fosse altre che un'approfondimento della sua idea sul trauma e criticando aspramente l'eccessiva focalizzazione freudiana sull'origine sessuale delle nevrosi. Ovviamente Jung difese Freud e la psicanalisi, il momento della fuoriuscita di Jung dal movimento psicanalitico era ancora lontano.

Una cosa che fa comprendere il genio di Janet è la sua concezione dei ricordi che riemergono sotto ipnosi. Oggi giorno è ancora radicata l'idea per cui sotto ipnosi i ricordi siano reali, veri. Janet gia sapeva che in realtà erano ricordi non necessariamente identici o simili alla realtà. A volte simboleggiavano la scena che rappresentava il trauma, altre volte erano ricostruzioni non veritiere influenzate da associazioni o altri fenomeni che poco avevano a che vedere con la realtà biografica del suo paziente. Inoltre, anticipando di molto i tempi, si concentrava moltissimo sulla vita presente dell'individuo (questo concetto sarà ripreso particolarmente da Frederick Perls, psicanalista fondatore della Terapia della Gestalt) e sull'estrema fiducia nei suoi pazienti (questo in qualche modo ricorda la Terapia Centrata sul Cliente di Carl Rogers).

A proposito della fiducia è interessante sapere che Janet parlò persino col demonio. Un suo paziente, infatti, era stato ricoverato perchè ritenuto posseduto dal demonio. Janet non contrastò mai il delirio ma lo assecondò (in questo è molto simile ad alcune tecniche paradossali usate nelle terapie sistemiche) parlando con satana in persona. Riuscì ad arrivare dal dialogo con satana ai profondi sensi di colpa e rancori di questa persona, curandola.

Da qui in poi la storia di Janet prenderà un corso suo proprio. Siamo all'incirca tra il 1890 ed il 1910. Purtroppo questo illustre studioso incontrerà vari ostacoli che in qualche modo non permetteranno alla sua opera di diventare famosa nel mondo, e le sue fantastiche innovazioni ed intuizioni rimarranno a lungo nello sfondo del panorama psicoterapico che andrà creandosi in quegli anni.

Sarà Sigmund Freud a porre la pietra più importante per la costruzione della psicoterapia contemporanea. Sarà il primo a creare un metodo di cura basato sul dialogo e dotato di una teoria plausibile per il contesto storico di riferimento ed un metodo clinico ben definito.

Il dott.Freud conobbe Charcot e ne fu allievo. I primi soldi li guadagnò grazie all'uso dell'Ipnosi e per studiarla entrò in contatto con i più famosi ipnotisti dell'epoca. Le sue posizioni sull'ipnotismo erano una via di mezzo tra quelle del suo maestro e di Bernehim, col quale collaborò per qualche settimana. L'idea iniziale di Freud era molto simile a quella di Janet, e considerando la fama di Janet (era chiamato "Il Maestro") non poteva che essere così. Insieme a Joseph Breurer conduceva esperimenti di ipnotismo in cui, indotta la trance ipnotica, richiamava alla memoria eventuali ricordi traumatici all'origine del disturbo. Egli riteneva che favorendo il ricordo di eventi traumatici fosse possibile guarire il paziente. Una seduta con una paziente, Anna O. (il suo vero nome è Bertha Poppenheim) indusse Freud ad abbandonare l'ipnosi in favore di quello strumento che diverrà la psiconalisi. Uscendo dalla trance pare che questa paziente avesse abbracciato o baciato Breurer, causando ovviamente un gran turbamento nel medico (si pensi al contesto storico dell'epoca ed al pregiudizio per cui le pazienti ipnotizzate sono in balia dei bassi istinti dell'ipnotizzatore) e inducendo a trovare delle modificazioni al metodo utilizzato.

Fu questo spostamento a fornire propellente per la creazione della psicanalisi. Freud era allievo di Charcot, estremamente legato all'uso dell'ipnosi. Inoltre, benché Charcot conoscesse l'operato di Janet, il suo modo di usare l'ipnosi per la cura dei pazienti rimase meno sofisticato ed acuto. Freud, pur conoscendo Janet, era stato allievo del grande Martin Charcot e quando tornò a Vienna questa figura era ancora mitizzata dal giovane padre della psicanalisi. Probabilmente fu questo a far si che trovasse inadeguato il metodo di Charcot spostandosi su quello che sarà, successivamente, l'analisi del transfert e dei sogni.

Storicamente si fa risalire all'abbandono dell'ipnosi, da parte di Freud, la nascita della psicanalisi, che di fatti costituisce la prima forma di psicoterapia contemporanea. Da quanto scritto può apparire che Freud abbia plagiato Janet, ma voglio render emerito anche a medico viennese di quella che sarà l'idea centrale della psicoterapia fino ai giorni nostri.

La psicanalisi Freudiana si basava sul concetto di transfert. In altre parole il paziente tende a vedere nell'analista una persona affettivamente importante del suo passato. In genere il padre o la madre. Tende inoltre a mantenere dei comportamenti ed attegiamenti nei confronti dell'analista come se questi in qualche modo fosse realmente questa figura importante del passato del paziente.

Ovviamente anche le correnti psicanalitiche più contemporanee hanno abbandonato questa idea di terapia in favore di qualcosa più complesso ed elaborato, ciò che conta è che fu Freud a rendere la "relazione" l'aspetto centrale della cura e della terapia. Ogni forma di psicoterapia, sia essa sistemica, gestaltica, integrata o comportamentale, prevede una modalità di relazione e di relazionarsi col paziente all'interno della quale mettere in atto le tecniche terapeutiche.

E' così che ufficialmente nasce la prima forma di psicoterapia: la psicanalisi

 

Bibliografia

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Data pubblicazione: 21 aprile 2011