Tumori del distretto Cervico-Facciale: ruolo della radioterapia

filippo.alongi
Prof. Filippo Alongi Radioterapista

La radioterapia è una modalità di trattamento importante in questi tumori in quanto offre, da sola o in associazione a farmaci tumoricidi, un'opzione di trattamento alternativa alla resezione chirurgica che può causare deturpazione estetica e compromissione funzionale inaccettabili. La radioterapia è inoltre indicata come completamento dell’intervento chirurgico in caso di rischio di ripresa di malattia

Le neoplasie del distretto cervico-facciale presentano una complessa anatomia, legata al distretto, un fenotipo spesso aggressivo e si presentano spesso all’esordio già in stadio localmente avanzato.

La radioterapia è una modalità di trattamento importante in questi tumori in quanto offre, da sola o in associazione a farmaci tumoricidi, un'opzione di trattamento alternativa alla resezione chirurgica che può causare deturpazione estetica e compromissione funzionale inaccettabili. La radioterapia è inoltre indicata come completamento dell’intervento chirurgico in caso di rischio di ripresa di malattia.

Con le tecniche moderne di radioterapia si cerca di erogare alte dosi tumoricide di radiazioni, altamente conformate sul volume bersaglio tumorale, cercando di risparmiare più possibile gli organi sani limitrofi. Tutto ciò, ovviamente ha la finalità di aumentare i risultati clinici e ridurre gli effetti collaterali e quindi migliorare la sopravvivenza di questi pazienti e garantire allo stesso modo un’accettabile qualità di vita.

I miglioramenti degli ultimi decenni dello sviluppo tecnologico della radioterapia sono:

  • l’IGRT (radioterapia guidata dalle immagini):
    le immagini radiologiche sono entrate nell’attività quotidiana dei trattamenti con apparecchiature di radioterapia dotate di sofisticate TC “a bordo”, in grado di elaborare immagini di elevata qualità diagnostica della zona da irradiare in modo da garantire la massima precisione durante l’erogazione delle radiazioni sul volume bersaglio, con il paziente in posizione di trattamento.
  • l’IMRT (radioterapia ad intensità modulata):
    le tecniche di radioterapia moderna consentono di erogare il massimo della dose prescritta sul bersaglio tumorale, con ripide cadute di dose a pochi millimetri di distanza, in modo da preservare organi critici importanti per la qualità di vita del paziente (parotidi, esofago, etc). Un software permette di mantenere entro i limiti di dose di tolleranza gli organi a rischio grazie ad una balistica complessa della combinazione dei campi di trattamento che possono “modulare” l’intensità della dose di radiazioni per ogni cc di volume irradiato.

Recenti studi basati sull’evidenza, ampiamente discussi e commentati nella comunità scientifica (Veledeman L, et al Lancet Oncology 2008), indicano come le tecniche moderne di radioterapia, in particolare l’IMRT, siano in grado di ottenere, rispetto alle tecniche convenzionali, vantaggi in termini di riduzione di effetti collaterali su diverse sedi del distretto cervico-facciale.
Un esempio è la xerostomia (blocco della salivazione), drasticamente ridotta con l’IMRT rispetto alla radioterapia convenzionale (Nutting C et al, Lancet Oncology 2011).

Elementi cruciali per un corretto piano di cura in radioterapia sono le immagini pre-trattamento, spesso usate per le procedure di centratura o simulazione(TC con mdc, RMN con mdc, PET FDG). L’atto della definizione del bersaglio tumorale sulle immagini di simulazione rappresenta il momento principale per “scolpire” successivamente la dose sul volume target e per proteggere gli organi a rischio.

Mentre TC e RMN premettono un’accurata definizione morfologica del tumore, delle aree a rischio microscopico e degli organi sani, la PET spesso consente di aggiungere il paramentro metabolico/funzionale, indice dell’ ”attività” del tumore (Prestwitch EJD et al, Clinical Oncology 2012).

Le tecniche moderne di IMRT/IGRT consentono inoltre di pianificare un trattamento colpendo diversi volumi con dosi diverse nello stesso numero di frazioni. Questa tecnica, chiamata SIB (boost simultaneo integrato) ha il vantaggio di poter moderatamente ridurre il numero di sedute e di poter accelerare il trattamento, con vantaggi potenziali dal punto di vista radiobiologico del tumore, spesso svantaggiato nel ripopolamento cellulare quando si accorcia il tempo di trattamento totale.

Il trattamento radiante del distretto cervico-facciale oltre a trovare indicazione come trattamento radicale (in esclusiva o concomitante a farmaci chemioterapici o anticorpi monoclonali) e adiuvante (dopo intervento chirurgico nei pazienti a rischio di recidiva locale), recentemente è stato investigato in altri ambiti.

In particolare la Radioterapia è stata oggetto di studio per le recidive loco-regionali o per i nuovi tumori, in pazienti già precedentemente irradiati sullo stesso distretto. Grazie alle moderne tecniche di radioterapia, in casi rigorosamente selezionati, le re-irradiazioni, trovano indicazioni terapeutiche fino a qualche anno fa considerate proibitive.

In conclusione, la radioterapia moderna rappresenta una terapia “chiave” per il trattamento delle neoplasie del distretto cervico-facciale, in tutte le fasi della malattia (dal tumore allo stadio precoce alla malattia localmente avanzata).

L’approccio multidisciplinare in ambito oncologico per queste patologie, oltre al miglioramento tecnologico e farmacologico in corso, è di cruciale importanza perche ha dimostrato di poter influenzare positivamente i risultati clinici.

 

Data pubblicazione: 15 gennaio 2014

Autore

filippo.alongi
Prof. Filippo Alongi Radioterapista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2002 presso Università Di Palermo con lode.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Agrigento tesserino n° 3804.

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