Ipertrofia prostatica benigna.

Ipertrofia prostatica e tumore prostatico: che differenza c’è?

Quali sono le differenze tra Ipertrofia Prostatica Benigna e tumore prostatico? Sintomi, diagnosi e approccio terapeutico delle due patologie diverse che possono colpire la prostata.

È fondamentale distinguere il tumore prostatico, che è una neoplasia maligna, dall’ipertrofia prostatica benigna (IPB) che è un ingrossamento benigno della prostata che non ha alcuna malignità. Precisiamo che il termine benigno e maligno hanno un significato preciso:

  • maligna è quella malattia che prolifera e che può attaccare organi vicini o lontani (metastasi);
  • per benigno si intende, invece, un processo di sviluppo che tende ad aumentare le dimensioni dell’organo, ma senza diffondersi ad organi vicini o a distanza.

Sintomi del tumore alla prostata e dell'ipertrofia prostatica benigna

L'iperplasia o ipertrofia prostatica benigna si riconosce dalla necessità di urinare più frequente, bisogno di urinare di notte, getto urinario ridotto, tempo di attesa per urinare aumentato.

Nel tumore alla prostata, invece, molto spesso non c’è alcun sintomo.

Cause e fattori di rischio

Nell'ipertrofia non ci sono cause certe ed è più verosimile la familiarità.

Anche per il carcinoma prostatico non esistono cause certe, tuttavia può essere associato alla razza (più frequente negli afro-americani e meno negli orientali) e alla familiarità.

Sembra che il tumore alla prostata sia favorito, tra le altre cose, dalla dieta occidentale, dall’obesità e dall’elevato colesterolo. A inibire questi fattori di rischio modificabili vi sono il tè verde, pomodori e selenio anche se non esistono protocolli di prevenzioni condivisi e univoci (come invece per esempio l’astensione dal fumo di sigaretta per il polmone).

Per approfondire:Tumore alla prostata: i fattori di rischio

Diagnosi e prevenzione: quando rivolgersi al medico

Nel corso della sua vita, la donna ha tanti momenti per ricorrere al ginecologo (prime mestruazioni, contraccezione, gravidanza, menopausa), mentre nel caso dell’uomo, non essendo più neanche effettuata la visita di leva, non vi sono ragioni specifiche per recarsi dall’urologo.

In generale un check-up prostatico è consigliabile sopra i 50 anni nei soggetti normali, mentre nei soggetti con familiarità per patologie prostatiche, soprattutto tumore, o di razza afroamericana, conviene anticipare il controllo a 40 anni.

Cosa fare in caso di ipertrofia prostatica

Quando e se compaiono disturbi di ipertrofia della prostata, è utile eseguire un approfondimento: questo avviene di solito raccogliendo con cura la storia del paziente ed effettuando un'ecografia addome completo e una uroflussimetria con valutazione del residuo post minzionale.

Questi due esami ci danno parecchie informazioni, tra le quali:

  • dimensioni: eventuale prostata aumentata di volume
  • controllo dell’apparato urinario
  • controllo del flusso urinario
  • verifica dell’accurato svuotamento della vescica.

Cosa fare con sospetto tumore alla prostata

È importante diagnosticare in tempo il tumore prostatico, come in quasi tutti i casi oncologici. 

Per questo, il PSA (Antigene Prostatico Specifico) si è dimostrato efficace. L’uso del PSA, tuttavia, sembra avere consentito di diagnosticare un numero estremamente elevato di tumori, alcuni dei quali, forse non realmente aggressivi. I dati più recenti sembrano tuttavia mettere in luce un crescente vantaggio nell’uso del PSA come strumento di screening (1). Personalmente, consiglio ai miei pazienti il dosaggio del PSA sopra i 50 anni e a seguire una volta ogni 12 mesi.

Esistono poi altri accertamenti necessari:

  • altri marcatori (es. PCA3), ma non sono ancora disponibili dati univoci sull’efficacia in termini diagnostici tanto da poterli consigliare routinariamente.
  • La biopsia prostatica può essere fatta per via trans rettale o trans perineale ed è indispensabile per fare una diagnosi, mentre l’ecografia prostatica trans rettale, da sola, non è di alcun aiuto diagnostico senza la biopsia.
  • Scintigrafia ossea: ci dice se il tumore ha interessato le ossa. Se la biopsia è positiva, può essere utile ricorrere alla scintigrafia ossea se:
    1) il gleason score della biopsia è > 6
    2) il PSA è > 15
    3) l’esplorazione rettale è francamente positiva.
  • TAC addome con mezzo di contrasto: ci dice se il tumore ha interessato i visceri dell’addome e/o i linfonodi. Utile nei medesimi casi della scintigrafia ossea.
  • PET con COLINA: Non si utilizza in fase diagnostica ma in fase di controllo, se i valori di PSA risalgono dopo o durante il trattamento.

Per approfondire:3 passi per la diagnosi precoce di tumore alla prostata

Differenze nel trattamento di ipertrofia prostatica e tumore

L'approccio della prostata ipertrofica può essere di tre tipi:

  • la semplice terapia comportamentale: bere molto, non fare vita eccessivamente sedentaria, dieta adeguata etc.;
  • la terapia farmacologica: esistono diverse classi di farmaci che contribuiscono in modo efficace a ridurre i sintomi e disturbi legati all’IPB. (alfa litici, inibitori 5 alfa reduttasi etc.);
  • qualora non sia sufficiente la terapia farmacologica, si può ricorrere alla chirurgia. Anche in questo caso c’è un’ampia sfera di possibilità: dalla endoscopia tradizionale (resezione prostatica trans uretrale TURP) all’uso endoscopico del laser (laser ad OLMIO; KTP; TULLIO etc.) alla chirurgia tradizionale che ancora oggi ha un ruolo in caso di IPB molto voluminose (adenomectomia prostatica).

In caso di diagnosi di tumore alla prostata il trattamento consiste in:

  • VIGILE ATTESA: In casi molto selezionati si può evitare l’intervento attivo e scegliere un atteggiamento conservativo, monitorando la possibile evoluzione della neoplasia.
  • BRACHITERAPIA: piccoli semi radioattivi che vengono inseriti nella prostata in una sola seduta operatoria. Un trattamento effettuato con buoni risultati in alcuni centri italiani
  • RADIOTERAPIA ESTERNA: il paziente riceve alcune applicazioni di raggi che hanno l’effetto di danneggiare il tessuto prostatico e inibire lo sviluppo del tumore.
  • CHIRURGIA: consiste nella rimozione fisica della prostata e del tumore dall’organismo del paziente
  • CHIRURGIA LAPAROSCOPICA/ROBOTICA:consiste nella rimozione fisica della prostata e del tumore dall’organismo del paziente, minimizzando il trauma chirurgico consentendo al paziente, soprattutto per quanto riguarda l’approccio robotico, un eccellente risultato in termini di recupero della continenza e della potenza sessuale. Il trattamento di chirurgia robotica, al momento sembra essere il più utilizzato per la cura del tumore prostatico localizzato negli USA (2)
  • TERAPIA ORMONALE: riservata a casi selezionati, soprattutto a pazienti che presentino una malattia avanzata o che per varie ragioni non possano effettuare o rifiutino il trattamento chirurgico o radiante. 
    E’ spesso utilizzata in associazione alla radioterapia, o in casi di progressione di malattia dopo chirurgia e/o radioterapia.
  • CHEMIOTERAPIA E NUOVI FARMACI: rappresentano una frontiera nuova per il trattamento del tumore prostatico avanzato, resistente al trattamento con ormonoterapia. Sono di competenza ONCOLOGICA, o meglio multidisciplinare (oncologo + urologo + eventuali altri consulenti).

Conclusioni

Iperplasia prostatica e tumore della prostata sono due malattie diverse e non correlate, che possono interessare, anche insieme, lo stesso organo (Prostata).

La sintomatologia è quasi sempre legata alla prostata ipertrofica, mentre il tumore resta silente.

Ad oggi esistono per entrambi trattamenti molto efficaci e spesso in grado di guarire la malattia riducendo al minimo l’impatto sulla qualità di vita del paziente.

È quindi importante tenere sotto controllo la prostata dopo una certa età, per poter eventualmente intervenire, sia nel caso dell’iperplasia prostatica benigna che nel caso del tumore con trattamenti efficaci ma con il minor disagio possibile per il paziente.

 

Note

(1) F.Schroeder: European Association of Urology febbraio 2012

(2) Intuitive surgical 2012

Data pubblicazione: 06 marzo 2012 Ultimo aggiornamento: 08 novembre 2021

Autore

bernardo.rocco
Prof. Bernardo Rocco Urologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1998 presso Università degli studi di MIlano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 7154.

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