Nuove tecniche diagnostiche per infertilità maschile

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

In un passato recente sono fiorite tecniche di analisi del numero di cromosomi e dell' arrangiamento del DNA degli spermatozoi. Questo significa che è divenuto possibile analizzare il codice genetico dello spermatozoo.

Da qua tutto un fiorire di letteratura votata a validarne l' attendibilirà nella diagnosi e nella prognosi della infertilità, della fertilità naturale e della fertilità assistita. Si sono dimostrate relazioni abbastanza strette, fra disordini del materiale genetico e alterazioni spermiografiche. Si sono usate tecniche che studiavano l' ordine, il disordine e gli errori di combinazione  del codice genetico degli spermatozoi. (test tunel, test di ibridazione ec....). E fino qua ci siamo.

Non fosse che nel soggetto normale tali tecniche hanno dato risultati del tutto incostanti: a volte viene dimostrato codice genetico alterato, altre volte codice genetico normale, pur in assenza di alterazioni dell' esame spermatico. Più costanti i risultati nei pazienti con alterazioni spermiografiche: difficile che gravi alterazioni spermatiche non abbiano alterazioni anche del DNA.

Peccato che quando si riesce a far migliorare il codice genitico, migliori anche lo spermiogramma.

In poche parole: il caro vecchio spermiogramma da le stesse informazioni e più affidabili di tutti questi esami.

Quindi a che servono tali tests: a fare ricerca? Forse. Ma ben poco a scopo clinico. E non si dica che noi italiani siamo approssimativi, che per arrivare a questo assunto siamo in prima linea.

 

Bibliografia.

  • Cavallini G. Asian J. Androl. in stampa.
  • Baccetti BM et al. J. Androl. 2006,  27, 94-101.
  • Tempest HG et al.  Asian J. Androl. 2005;  7: 419-425.
  • Piomboni P. et al.  Reprod. Biomed Online 2009;18: 622-9.
  • Tempest HG et al.  Fertil Steril. 2009;91:185-2
  • Rubes J et al. Am J Hum Genet. 2002; 70:1507-19.
  • Ushijima C et al.Hum. Reprod. 2000; 15: 1107-11.
  • Xia Y et al. Toxicol.  Sci. 2005; 85: 615-23.
Data pubblicazione: 18 febbraio 2012

2 commenti

#1
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Giorgio,
spesso questi test, come diceva mio padre vecchio cacciatore impenitente, servono come lo specchietto per le allodole e poi, come dici tu, senza alcun dubbio per fare ricerca!

#2
Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Caro Giovanni,
ho lavorato e pubblicato parecchio su questi tests, credendoci anche. E non solo ci ho creduto io, ma anche i referi e gli editor delle più grosse riviste dell' argomento.
In ogni caso ritengo che questa sia la "mission" (come va di moda chiamarla ora) di Medicitalia, aggiornare, rivedere criticamente e dire certe cose che possono essere di utilità all' utente nell' orietarsi.
E come sempre trovo te come interlocutore.
Un caro ed affettuoso saluto di stima