L'incidenza dell’infezione da HIV non diminuisce!

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Un recente lavoro, da poco pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, condotto dal britannico Medical research council, in Galles e in Inghilterra, su una popolazione di omosessuali sembra confermare questa situazione di stallo.

Questa ricerca infatti sembra confermare che il tasso di infezione da HIV è rimasto invariato nel periodo di tempo che va dal 2001 al 2010, mentre è aumentato di quattro volte il numero di test eseguiti ed il tempo per arrivare alla diagnosi si è ridotto del 20%.

I ricercatori britannici hanno messo a punto un nuovo modello, semplice e nello stesso tempo complesso, che, unendo la conta dei linfociti Cd4 (effettuata alla diagnosi) con tutte le informazioni sul decorso della malattia, ha permesso di stimare il tasso di nuove infezioni e di diagnosi non fatte nel decennio 2001 – 2010.


HIV e Linfocita Cd4

Durante questi anni, la ricerca indica che il tempo medio per arrivare alla diagnosi è sceso da 4 anni a 3,2 anni ma è stato pure verificato che non vi è stata una caduta del numero di nuove infezioni, come si sperava, almeno negli uomini omosessuali valutati, numero che rimane sempre intorno ai 2.300 - 2.500 casi per anno.

Anche il numero d’infezioni da HIV, stimate come sfuggite alla diagnosi, non è cambiato: era di 7.370  casi nel 2001 e sono stati 7.690 nel 2010.

Questi dati, un po’ in controtendenza sulle sperate prospettive che l’infezione da HIV fosse più facilmente posta sotto controllo, vanno comunque valutati considerando anche l'aumento nel numero dei test eseguiti che, almeno nel Galles ed in Inghilterra, si sono quasi quadruplicati dal 2001 al 2010.

Altro aspetto cruciale, da tenere presente, è che la “sicurezza” di ricevere una terapia, anche se complessa e non sempre risolutiva, ha fatto abbassare la guardia e, almeno nella popolazione di omosessuali studiata, ha incoraggiato la ripresa di attività e pratiche sessuali condotte con modalità non sicure.

Purtroppo si può facilmente pensare che queste "informazioni" di una possibile e più sicura terapia contro l'HIV abbiano coinvolto anche altre popolazioni a rischio (eterosessuali compresi) e che quindi ora la prevenzione su queste tematiche sia divenuta un tema più complesso e difficile da fare. 

 

Fonte:

http://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(12)70341-9/abstract

Per approfondire:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/443-problemi-sessuali-in-pazienti-sottoposti-a-terapia-haart-per-un-infezione-da-hiv.htmlProblemi-sessuali-in-pazienti-sottoposti-a-terapia-HAART-per-un-infezione-da-HIV



Data pubblicazione: 31 marzo 2013 Ultimo aggiornamento: 16 aprile 2013

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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