Priapismo: linee guida europee per la diagnosi e trattamento

ginoalessandroscalese
Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Definizione

Il priapismo è definito come un'erezione persistente e dolorosa della durata maggiore di 4 ore indipendente da una stimolazione sessuale.

 

Diagnosi

La diagnosi si avvale prevalentemente di una attenta anamnesi (chiarimento dettagliato delle modalità con le quali si è verificato il priapismo), esami del sangue (alla ricerca dei segni della anemia falciforme), emogasanalisi del sangue prelevato direttamente dai corpi cavernosi del pene (ci permette di rilevare la quantità di ossigeno presente nel sangue e distinguere quindi quello arterioso da quello venoso), ecocolordoppler penieno dinamico (per la ricerca di possibili fistole artero-venose).

 

Classificazione

  • Priapismo a basso flusso: cosiddetto ischemico cioè da ristagno nei corpi cavernosi del pene di sangue venoso ricco di scorie, radicali liberi con conseguente alterazione delle strutture del pene.

  • Priapismo arterioso ad alto flusso (erezione sostenuta da un eccessivo flusso di sangue arterioso quindi ricco di ossigeno con scarico venoso normale).

  • Priapismo ricorrente o intermittente.

  • Il priapismo ischemico in genere è definito idiopatico ovvero senza una causa accertata od accertabile ed è la forma più frequente. Si manifesta in maniera spontanea ed imporvvisa sena apparente causa ed ha una incidenza maggiore nei soggetti affetti da anemia falciforme. Esso rappresenta una emergenza chirurgica. L’intervento chirurgico andrebbe eseguito entro 4-6 ore con decompressione dei corpi cavernosi mediante aspirazione e iniezione intracavernosa di farmaci specifici cosiddetti simpaticomimetici (ad esempio derivati della adrenalina come la fenilefrina) con monitoraggio in quest’ultimo caso dei parametri elettrocardiografici. Se tale trattamento si rivela inefficace andrebbe considerato il posizionamento di una protesi peniena definitiva in quanto la evoluzione inevitabile (se esso non regredisce) è la fibrosi dei corpi cavernosi che è un processo che una volta che si innesca diventa irreversibile ed esita in deficit erettile organico permanente.

  • Il priapismo arterioso non rappresenta invece una emergenza andrologica in quanto al pene affluisce continuamente ed in maggiore quantità sangue ossigenato che però defluisce con maggiore lentezza rispetto all’afflusso. Esso in genere si determina consequenzialmente ad episodio traumatico dell’area genitale che non passa inosservato. In tale situazione spesso si crea una fistola arterovenosa (passaggio di sangue arterioso direttamente nel circolo venoso) evidenziabile con ecocolordoppler penieno. In tali situazioni si può programmare una scleroembolizzazione super - selettiva (chiusura della fistola con sostanze sclerosanti) con elevate percentuali di successo.

  • Il priapismo ricorrente o intermittente è meno conosciuto e di più complessa diagnosi e cura. La gestione di quest’ultimo va attentamente pianificata da un esperto andrologo diretto prevalentemente ad evitare le recidive che in alcuni casi possono essere persistenti.

 

Conclusioni

Il priapismo è una patologia non molto frequente ma che richiede una attenta valutazione ed una adeguata valutazione considerati i possibili esiti. 

 

 

Fonte

European Urological Association Guidelines 2013

 

Data pubblicazione: 06 febbraio 2014

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