Calcificazioni, infiammazioni della prostata e deficit erettivi!

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Queste sembrano essere le conclusioni di un lavoro, appena pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, da alcuni ricercatori cinesi del Dipartimento di Urologia e Andrologia del First Affiliated Hospital dell’Università Medica di Guangzhou.

Già diverse segnalazioni, in questi ultimi anni, hanno confermato alcune correlazioni tra aumento del volume della ghiandola prostatica, patologia meglio nota come ipertrofia prostatica benigna, ed un disturbo dell’erezione.

Riguardo a questo legame diverse sono le ipotesi attualmente prese in considerazione; tra queste: alterazioni metaboliche e disturbi dei normali meccanismi delle vie che portano allo scatenarsi di una regolare erezione

Questo nuovo studio ha voluto esaminare una possibile associazione tra prostatiti, secondarie calcificazioni intraprostatiche e deficit erettivi.

Sono stati valutati 358 uomini con prostatite cronica o che lamentavano delle sindromi dolorose pelviche croniche, sempre secondarie ad un problema infiammatorio a livello della ghiandola prostatica.

In estrema sintesi si è visto che, tra le varie correlazioni tentate dai ricercatori, l’unica significativa è stata quella tra la presenza di calcificazioni intraprostatiche ed un possibile problema erettivo; le calcificazioni era state valutate attraverso un’indagine ecografica ed erano più facilmente riscontrate quando vi erano colture positive per la presenza di batteri e un più alto numero di globuli bianchi nel secreto prostatico.


Prostatite cronica: quadro istologico

Questo è un primo lavoro che però non è ancora un dato clinico conclusivo che deve ancora essere verificato e confermato con altre ricerche mirate e più corpose.

 

Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24735240

 

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 01 maggio 2014

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

Iscriviti alla newsletter

15 commenti

#1
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Allora è preferibile sincerarsi sempre dello " stato di salute" della prostata nei nostri assistiti che riferiscono disfunzione erettile.
Grazie per la news

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Certo, soprattutto se uomini che hanno superato la quarantina, è sempre bene fare anche una attenta valutazione clinica della vie uro-seminali, prostata compresa.

#3
Ex utente
Ex utente

spett. dottore quante volte lei ha visto nella sua esperienza personale calcificazioni asintomatiche causare deficit erettile?
questo studio mette in relazione comunque la sintomatologia col deficit erettile.

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
questo studio mette solo in relazione uomini con prostatiti e sindromi dolorose pelviche croniche con relative e secondarie calcificazioni intraprostatiche e il loro lamentare un problema sessuale, deficit erettivi compresi e i risultati lei li ha visti.
Detto questo tenga presente che l'80 % dei maschi presenta, all'indagine ecografica delle calcificazioni prostatiche che quasi sempre sono semplicemente l'esito di pregresse prostatiti passate e completamente risolte; quindi difficile non avere visto uomini con un problema erettivo e contemporanee calcificazioni alla prostata ma pensare che queste siano poi la vera causa del disturbo sessuale è, come può intuire, molto difficile da sostenere quando soprattutto esistono già altre buone e provate ragioni eziologiche, cioè di causa al sintomo lamentato.
Un cordiale saluto

#5
Dr. Roberto Mallus
Dr. Roberto Mallus

Penso sia il caso di precisare che le conclusioni di uno studio suscitano un interesse ma non provano un bel niente

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Infatti alla fine della news si scrive:
"Questo è un primo lavoro che però non è ancora un dato clinico conclusivo che deve ancora essere verificato e confermato con altre ricerche mirate e più corpose."

#11
Ex utente
Ex utente

spett. dott Beretta
perché continua a cancellare la mia domanda, ha tanta paura a rispondere?
le ripropongo di nuovo il quesito, spero che questa volta risponda
.Buon giorno dr Beretta
lei sostiene che Avere avuto un prostatite è già un fattore di rischio per eventuali recidive.
Poi mi ha consigliato di leggere i suoi post precedenti e da una ricerca ho visto che in sue diverse risposte SOSTENEVA IL CONTRARIO
FACCIO COPIA INCOLLA

Una infiammazione acuta della prostata, quando superata, non rappresenta un fattore di rischio per più facili recidive se lei ha seguito attentamente tutte le indicazioni ricevute a suo tempo dal suo urologo.

https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/323156-domanda-per-andrologo-beretta.html

e poi
una infiammazione della prostata, avuta 9 anni fa e non più ripresentatisi, non predispone in modo significativo ad una recidiva, cioè non aumenta la "predisposizione ad avere altre prostatiti"
fonte:
https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/351756-alla-c-a-del-dr-beretta.html

come mai adesso sostiene il contrario?

#14
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro lettore,
le ripeto ancora una volta che io non posso cancellare nessuno dal sito ma è lo staff del sito, che ha questa facoltà, viste le sue continue ripetizioni per altro poco costruttive ed un pò provocatorie, che lo ha cancellato, ma vedo che lei si è ripresentato ancora una volta dalla finestra.
Comunque, le ripeto, come mi sembra sia una sua caratteristica lei non sa leggere bene quello che noi si scrive; focalizzi bene quello che si è scritto: no recidive "se lei ha seguito attentamente tutte le indicazioni ricevute a suo tempo dal suo urologo"!
Non predisposizione in modo significativo (non assoluto) ad una recidiva" se infiammazione si è presentata 9 anni fa e non si è più ripresentata"!

#15
 Staff Medicitalia.it
Staff Medicitalia.it

Gentile utente,
lei si è iscritto con account differenti per porre le stesso domande che ora ripropone qui: questo comportamento non è consentito, se vuole si re-iscriva pure, elimineremo anche i successivi account che utilizzerà per queste inutili polemiche che non si capisce bene quale fine abbiano se non quello di provocare.

Grazie per l'attenzione e cordiali saluti,
staff@medicitalia.it

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!