Attuali considerazioni sull'utilizzo di una protesi peniena

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Un recente studio, condotto presso il Dipartimento di Urologia della Mayo Clinic a Rochester nel Minnesota ed ora pubblicato su Nature Reviews Urology, riconfermerebbe che questo approccio chirurgico rimane il gold-standard nel trattamento dei disturbi dell’erezione che non rispondono alle terapie farmacologiche oggi a disposizione.

I progressi che si sono avuti nella progettazione di questi dispositivi ed il miglioramento delle tecniche chirurgiche hanno ridotto le percentuali di infezioni immediate nel post-intervento e di malfunzionamento della protesi ed hanno aumentato il grado di soddisfazione generale degli uomini sottoposti a questo tipo di interventi.

 

             

 

Le strategie chirurgiche utilizzate possono comprendere anche l’uso di procedure aggiuntive, ad esempio falloplastiche ventrali, sezioni del legamento sospensore del pene, manovre per rimuovere la fibrosi e per correggere l’eventuale curvatura del pene in presenza di una Induratio Penis Plastica ed altro ancora.

Le complicanze di questo tipo di chirurgia possono essere perforazioni dell’uretra, del relativo corpo spongioso o dei corpi cavernosi, "sposizionamento" dei cilindri, erosioni varie e naturalmente infezioni o deformazioni non previste dell’asta del pene ed altro ancora.

 

                     

 

Detto questo, però, bisogna anche aggiungere che tutte le rivalutazioni a distanza di questa specifica e particolare chirurgia sono positive, sia riguardo alla durata che alla “meccanica” di questi dispositivi protesici sia sulle possibili infezioni post-chirurgiche tardive; positive sono anche le percentuali di soddisfazione sempre più elevate dei maschi che hanno deciso di intraprendere questa strada terapeutica.

L’assenza attuale di valide alternative, a parte quelle farmacologiche, fanno prevedere che questo tipo di chirurgia sia destinato a rimanere un punto fermo, ancora per molto tempo, nel futuro prossimo venturo, nella terapia di tutti quei casi in cui non si riesca appunto ad ottenere una valida risposta utilizzando tutte le diverse e varie strategie farmacologiche oggi a disposizione.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=A+practical+overview+of+considerations+for+penile+prosthesis+placement.

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1234-nuove-terapie-emergenti-nel-trattamento-della-disfunzione-erettile-de.html

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/5167-10-consigli-per-mantenere-la-tua-erezione.html

 

Data pubblicazione: 04 gennaio 2016

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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9 commenti

#2
Dr. Edoardo Pescatori
Dr. Edoardo Pescatori

Caro Giovanni,
grazie per il tuo puntuale contributo. Condivido tutto il tuo testo; aggiungo un primo dato interessante che emerge dal Registro Italiano di Chirurgia Protesica (il primo a livello Europeo) creato nell'ambito della Società Italiana di Andrologia: in Italia i tempi di attesa per sottoporsi ad un impianto di chirurgia proteica peniena sono inn media di oltre due anni nel pubblico, rispetto a meno di tre mesi nel privato. Riteniamo che ciò testimoni come la protesi peniena costituisca un bisogno di salute sessuale, ahimè solo marginalmente soddisfatto dalla sanità pubblica. Nuovi dati in Italia saranno disponibili nei prossimi mesi.
Ricordo a chi è interessato ad avere una panoramica di chi e dove si eseguono interventi di chirurgia protesica peniena: esiste il sito www.andrologiaprotesica.it creato nell'ambito della Società Italiana di Andrologia
Un cro saluto e Felice Anno Nuovo.

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Edoardo,
grazie per il tue considerazioni e per le tue ulteriori e precise informazioni aggiunte.
Anche a te un caro saluto e l'augurio di un felice e sereno 2016.

#5
Ex utente
Ex utente

salve ho 47 anni, ho da tanti anni la disfunzione erettile e sto valutando di fare l'intervento di protesi peniena. Le chiedevo se posso successiavmente all'intervento riprender sul seriol'attivita sportiva? Sono un calcaitore dilettante di seconda categoria. La ringrazio molto

#6
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
con le protesi idrauliche di ultima generazione, superato il post-operatorio lei può poi fare quello che vuole, soprattutto a livello sportivo.
Un cordiale saluto.

#8
Utente 392XXX
Utente 392XXX

Salve a tutti ho quasi 32 anni e siccome sono affetto da problemi vascolari a settembre dovrei mettere una protesi idraulica, mi chiedevo viste le tante novità dell'articolo se fosse uscito anche qualche modello di protesi finalmente in grado di evitare l '"accorciamento" del pene. Grazie mille

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