Azoospermia: tecnica meno invasiva è meglio?

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questo dato, un po’ in controtendenza, sembra emergere da un lavoro clinico, presentato da alcuni ricercatori dell’Imperial College and Hammersmith Hospital di Londra, della Turek Clinics di San Francisco e dai Marin Medical Laboratories di Greenbrae qui a San Antonio in Texas in questi giorni, al Congresso Scientifico annuale della American Society for Reproductive Medicine.

Questa ricerca sostiene che nelle azoospemie non ostruttive, in cui quasi sempre il recupero di spermatozoi dal testicolo è difficile, una tecnica meno invasiva, che prevede invece, per il recupero, l’utilizzo di aghi ultrasottili e conosciuta anche con il suo acronimo come TeFNA (Testicular Fine Needle Aspiration), può essere più utile nel recuperare spermatozoi rispetto a tecniche più invasive, come la microTESE, che invece consistono in un vero e proprio intervento chirurgico in presenza di un microscopio operatore.

Prelievo spermatozoi

Lo studio ha preso in considerazione 548 pazienti sottoposti a TeFNA, i risultati di questi interventi sono stati la base per costruire delle “mappe” in cui si evidenziavano i siti testicolari in cui è più probabile reperire spermatozoi; 82 di questi pazienti erano già stati sottoposti a microTESE senza recupero di spermatozoi. 

Anche a questo gruppo di pazienti è stato proposto, in media dopo due anni dalla MicroTESE, un nuovo tentativo di recupero tramite TeFNA e sono stati recuperati spermatozoi in 24 casi cioè nel 29% degli uomini in cui la procedura di microTESE aveva fallito. 

Secondo questi ricercatori sembrerebbe quindi che il prelievo multiplo tramite TeFNA, attuato semplicemente con una serie di aspirazioni tramite aghi sottili, possa dare più facilmente e con tecnica meno invasiva un maggior numero di recuperi.

Azoospermia

Sempre secondo questa ricerca sembrerebbe che, mappando i siti di aspirazione, gli spermatozoi intratesticolari siano più presenti nelle zone periferiche del testicolo piuttosto che centralmente.

La TeFNA potrebbe essere quindi una procedura da proporre anche dopo una microTESE negativa.

 

Fonte:

Jarvis S, Yee H K, Thomas N M, Prasad K c Cha I, Turek PJ. Analysis of Sperm Findings with FNA “Mapping” after Failed Microdissection. Fertility Sterility 2017

 

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 02 novembre 2017 Ultimo aggiornamento: 10 dicembre 2019

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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3 commenti

#1
Dr. Edoardo Pescatori
Dr. Edoardo Pescatori

Caro Giovanni,
grazie del tuo aggiornamento. Condivido il punto di domanda del tuo titolo e rimango in attesa del lavoro definitivo, dopo l'abstract che ci hai comunicato.
I dati dell'abstract mi lasciano dubbioso sotto due aspetti chiave: l'effettiva possibilità di recupero di un prelievo con ago sottile rispetto a una Micro-TESE in forno ostruttive, e il possibile danno testicolare dato da prelievi multipli "alla cieca", rispetto ad una procedura sotto visione diretta. Quale è la tua personale impressione su questi due aspetti?
Grazie,
Edoardo Pescatori

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Edoardo,

riferisco i dati di questo nuovo lavoro, condotto principalmente dalla'"inventore' della TeFNA: di contro mi sono anche reso conto, in questi anni, che chi ha subito una vera Micro-TESE, secondo Schlegel, in anestesia generale e con apertura chirurgica massiva dei testicoli, non sempre recupera e soprattutto in alcune situazioni cliniche particolari, come la Sindrome di Klinefelter o alcuni ipogonadismi importanti (volumi testicolari al di sotto dei 2-3 ml , FSH superiore ai 30mUI per ml), spesso si presentano anche problemi sulla componente Leydigiana.

Forse l'introduzione di queste metodiche, che per altro possono prevedere una mappatura citologica dei testicoli, potrebbe essere utile anche per prendere eventuali ulteriori decisioni più invasive e se poi si recuperano spermatozoi tanto meglio.

Un caro saluto.

#3
Utente 460XXX
Utente 460XXX

ho letto questo articolo per caso, secondo me questa è l'ultima ma propio ultima spiaggia di chi presenta azoospermia, quindi che ben vengano nuove tecniche di recupero con maggiori percentuali di successo.

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