Testosterone, LUTS e deficit dell’erezione

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Testosterone, sintomi a carico del basso tratto urinario (LUTS) e disturbi dell’erezione, queste tre situazioni e correlazioni cliniche sono state valutate o meglio rivalutate da una ricerca condotta da alcuni ricercatori turchi del Dipartimento di Urologia dell’Ospedale di Izmir e del Dipartimento di Urologia dell’Università Basken di Adana.

In particolare questo studio, costituito da un trial randomizzato, prospettico e controllato con placebo, è stato indirizzato a valutare gli effetti di una possibile terapia con l’uso di testosterone, somministrato per via transdermica.

           

A questo proposito sono stati selezionati sessantadue maschi con LUTS e disturbi all’erezione, valutati con l’Ageing Male Symptom Questionnaire (AMS-Q), un dosaggio del testosterone nel sangue che era sempre al di sotto di 350 ng/dl, un’uroflussimetria registrata, l’International Prostate Symptom Scale per valutare la severità dei LUTS e l’International Index of Erectile Function (IIEF) per valutare il grado del disturbo dell’erezione.

 

                 

 

Fatto questo, a random, cioè a caso, i maschi venivano divisi in due gruppi di 31 uomini; al primo veniva somministrata una dose quotidiana transdermica di 50 mg di testosterone mentre per il secondo gruppo veniva utilizzato un prodotto simile ma senza l’ormone, cioè un placebo; questa strategia terapeutica era così prolungata fino a tre mesi.

Al primo e al terzo mese sono stati ripetuti i controlli e le interviste fatti all’inizio quando si erano selezionati i nostri pazienti.

 

      

 

In estrema sintesi si è visto che per i maschi del gruppo, che avevano ricevuto il testosterone transdermico, erano migliorati i punteggi e gl’indici dell‘AMS-Q, dell’IIEF (Indice Internazionale della Funzione Erettile) ed anche i parametri uroflussometrici rispetto al gruppo di maschi, che non aveva ricevuto il testosterone transdermico, mentre vi è stato un miglioramento solo di poco significativo tra i due gruppi per quanto riguardava l’International Prostate Symptom Scale; detto questo si può comunque affermare e confermare che, in presenza di queste situazioni cliniche uro-andrologiche complesse, potrebbe essere utile, in assenza di altre patologie specifiche e generali, provare a indicare una terapia a base di testosterone.

 

Fonte:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29463970

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/6830-il-testosterone-migliora-la-vita-sessuale-nella-terza-eta.html

https://www.medicitalia.it/news/urologia/7166-testosterone-potrebbe-essere-utile-anche-nelle-incontinenze-femminili.html

 

Data pubblicazione: 18 luglio 2018

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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2 commenti

#1
Dr. Pierluigi Izzo
Dr. Pierluigi Izzo

Articolo chiaro,conciso ed utile anche per i non addetti ai lavori.

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Pierluigi,
sempre apprezzate ed incoraggianti le tue positive considerazioni sulle mie news.
Sempre un caro saluto.

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