Come distinguere le varie fasi del morbo di La Peyronie?

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Interessante studio riguardante l’argomento che mi permetto di riportare.

 

Lo scopo dello studio era di studiare la capacità dei parametri infiammatori sistemici di prevedere la discriminazione delle fasi della malattia di Peyronie (MdP).

 

Sono stati analizzati i dati demografici, clinici e di laboratorio di 156 pazienti con Induratio Penis Plastica. È stato ottenuto un emocromo completo (CBC) per ogni paziente e il rapporto neutrofili-linfociti (NLR), rapporto piastrinico-linfocitario (PLR) e rapporto monociti ed eosinofili (MER) sono stati calcolati per ogni uomo. Successivamente, i pazienti sono stati divisi in due gruppi in base alla fase della malattia.

 

Risultati

L'età media era di 51,9 ± 9,6 in tutta la popolazione in studio. La durata media tra l'insorgenza dei sintomi e la valutazione del paziente è stata di 4,2 ± 3,2 mesi nel gruppo di fase acuta, mentre era di 32,7 ± 31,7 mesi nel gruppo di fase cronica (p <0,001).

Non ci sono state differenze significative tra i gruppi in base a comorbidità come diabete, ipertensione, anomalie lipidiche, cardiopatia ischemica, fumo e consumo di alcol. C'era una differenza statisticamente significativa nel NLR e nel PLR tra due gruppi (p = 0,008, p = 0,008, rispettivamente).

NLR e PLR ​​erano significativamente correlati con lo stato di discriminazione nell'analisi univariata (p = 0,003, p = 0,005, rispettivamente).

L'analisi di regressione multivariata ha rivelato che la NLR era l'unico fattore di rischio indipendente per la discriminazione delle fasi della PD (p <0,001). L'analisi ROC ha rivelato un valore di cutoff di 1,8 (AUC 0,712, p <0,001; sensibilità 61,1%; specificità 75,0%) per il NLR.

 

Conclusione

Lo studio ha dimostrato che il rapporto neutrofili-linfociti potrebbe essere utile per differenziare la fase cronica dalla fase acuta nei pazienti con malattia di La Peyronie.

Pertanto, il rapporto neutrofili-linfociti potrebbe essere utilizzato come biomarcatore oggettivo per la gestione della malattia e la scelta del trattamento appropriato.

 

Fonte:

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/andr.12702

 

Data pubblicazione: 13 settembre 2019

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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