Disfunzione erettile, produttività e assenteismo

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Diverse ricerche, in questi ultimi anni, hanno valutato e studiato l’impatto negativo che può scatenare un deficit dell’erezione sulla qualità complessiva della vita ma pochi o punto sono gli studi che hanno indagato le possibili conseguenze di un deficit erettivo sull’attività lavorativa, intesa come produttività giorni di assenza dal lavoro

 

 

Ora un recente lavoro, condotto da un gruppo di ricercatori nordamericani e pubblicato sul "The International Journal of Clinical Practice", si è focalizzato su questi obbiettivi per valutare la produttività e l'assenteismo degli uomini con disturbi dell’erezione di otto diversi paesi: Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, e di età compresa tra i 50 e i 70 anni.

 

 

Sappiamo che i maschi con queste età (da 50 ai 70 anni) possono presentare un problema erettivo con percentuali, a volte, anche superiori al 50%.

Questa ricerca è stata condotta utilizzando un questionario che valutava l'associazione tra disfunzione erettile, perdita di produttività lavorativa, compromissione dell'attività e qualità generale della vita, correlata anche alla salute; questo studio ha indagato anche aspetti specifici, come l'assenteismo per motivi di salute ed il numero di ore straordinarie di lavoro impiegate per completare i compiti non terminati nel normale orario di lavoro.

 

 

Dai questionari è risultato che la percentuale dei maschi intervistati, che lamentavano un problema erettivo, era del 49,7%.

Anche alcuni fattori che possono avere un impatto negativo sulla produttività, come il fumo, l’obesità, eccessivo consumo di alcol vita sedentaria, sono stati presi in considerazione; è stato pure confermato che gli uomini con disturbi erettivi avevano maggiori probabilità di avere comorbilità come un’ipertensione, un'iperglicemia e una depressione, tutte situazioni cliniche che possono disturbare naturalmente anche una regolare e normale attività lavorativa.

 

 

In tutti i paesi considerati, i maschi che lamentavano un problema erettivo hanno presentato una percentuale di assenteismo maggiore rispetto agli uomini senza questo problema (7,1% contro 3,2%), situazione analoga per il lavoro straordinario recuperato (22,5% contro 10,1%), per la svalutazione complessiva della produttività nel lavoro (24,8% contro 11,2%) e per la compromissione dell'attività lavorativa (28,6% contro 14,5%).

Questo studio su una popolazione internazionale ci conferma, con una nuova e più ampia prospettiva, che un disturbo dell’erezione determina un impatto sostanzialmente negativo su vari aspetti della vita di un uomo, non solo sulla qualità della sua vita in generale ma anche, in particolare, sulla sua attività lavorativa.

 

 

Tutto questo ci porta a considerare l’importanza di una diagnosi precoce, ai primi sintomi che denunciano questo problema sessuale, per evitare non solo diagnosi tardive di alcune patologie più gravi, come eventuali dismetabolie o cardiopatie, ma anche per evitare una caduta della qualità generale della vita di un uomo e diversi oneri di tipo economico, come ad esempio una perdita di produttività sul lavoro.

 

Fonte:

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/ijcp.13384

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/184-quando-l-erezione-e-difficile-o-non-c-e-che-cosa-fare.html

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1234-nuove-terapie-emergenti-nel-trattamento-della-disfunzione-erettile-de.html

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html .

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/5167-10-consigli-per-mantenere-la-tua-erezione.html

 

Data pubblicazione: 04 dicembre 2019

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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