Donazione di sperma post-mortem: forse possibile in Gran Bretagna

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

In Inghilterra, ma anche in Italia, le domande di donazione di liquido seminale superano le reali disponibilità di seme che viene donato.

 

Ora un recente articolo di due ricercatori del College of Life Sciences dell’Università di Leicester e del Department of Education and Research del Wythenshawe Hospital di Manchester e pubblicato sul “Journal of Medical Ethics” rilancia questa prospettiva, cioè della possibilità di una donazione postuma dello sperma nel tentativo di risolvere questa carenza cronica di gameti maschili; questo tipo di donazione non dovrebbe essere intesa come diversa da qualsiasi altra donazione post-mortem e dovrebbe permettere agli uomini di considerare nel proprio testamento biologico anche la possibilità di donare il proprio sperma insieme ad altri organi.

 

Questa nuova indicazione potrebbe costituire una soluzione moralmente accettabile e capace di rivolvere la cronica mancanza di riverse di sperma nelle banche del seme, non solo britanniche.

Sappiamo che i gameti maschili, recuperati entro 48 ore dalla morte di un uomo, possono far nascere, senza alcun problema, bimbi sani.

Del resto che differenze sostanziali ci sono tra la donazione di una cornea, di un rene o di un gamete; sarebbe questo comunque un modo concreto e semplice per alleviare le sofferenze e migliorare la qualità di vita di una persona, di una coppia che altrimenti non potrebbe avere un figlio.

 

I ricercatori ricordano che nel Regno Unito, citando i dati della HFEA (Human Fertilisation and Embryology Authority), vengono importati, in un anno, oltre 7.000 campioni di liquido seminale, soprattutto dagli Stati Uniti e dalla Danimarca.

 

I ricercatori inglesi ritengono, in parte a ragione, che incoraggiare la donazione postuma di seme faccia aumentare il numero di donatori perché si eliminerebbero così alcuni ostacoli non secondari a questa prassi, problemi che sono generalmente la necessità di discutere con altri e “da vivo” informazioni strettamente personali e soprattutto il sapere che, come stabilito dalla legge inglese, a partire dai 18 anni di età i nati da donazione hanno il diritto di scoprire l’identità del loro donatore.

 

Quest’aspetto della donazione postuma di gameti maschili ha naturalmente scatenato un dibattito acceso sulle possibili conseguenze psicologiche di questi nati da gameti postumi, cioè di persone che sapranno di essere state concepite con il seme di una persona che non potranno mai più incontrare nella loro vita.

 

Altra proposta alternativa formulata è poi quella di incoraggiare la donazione di sperma da parte di maschi viventi, giovani e sani ma questa indicazione ha purtroppo un ostacolo molto importante proprio nelle norme legislative, appena accennate e attualmente presenti sul territorio britannico.

 

Fonti:

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 01 marzo 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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