Eiaculazione precoce linee guida.

Disturbi dell’eiaculazione (precoce e ritardata): nuove linee guida AUA

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Le linee guida indicate dall’American Urological Association (AUA) sui disturbi più comuni dell'eiaculazione hanno lo scopo di affrontare questi problemi in maniera scientificamente più rigorosa, dato che ancora oggi presentano diversi punti ancora oscuri da chiarire.

Eiaculazione precoce

Le linee guida AUA definiscono l'eiaculazione precoce da sempre come: "la mancanza del controllo dell’evento eiaculatorio fin dall’inizio della propria attività sessuale" e quando l'eiaculazione avviene dopo circa due minuti dall'inizio della penetrazione.

Questa definizione raddoppierebbe l'attuale tempo di latenza eiaculatorio (ELT), considerato come critico per dire che siamo in presenza di una eiaculazione precoce. In precedenza, diverse definizioni del problema davano l’ELT ad un minuto.

Questa nuova tempistica, sempre un po' criticabile, è stata data perché gli uomini con un ELT tra uno e due minuti sono vicini in termini di sintomi / esperienze sessuali ai maschi che hanno un ELT di meno di un minuto.

Come riconoscere l'eiaculazione precoce secondaria?

Le linee guida definiscono poi l’eiaculazione precoce secondaria acquisita quando viene perso il controllo dell’evento eiaculatorio e l’ELT è notevolmente ridotta rispetto ad una precedente attività ed esperienza sessuale sempre dopo o durante un’attività sessuale di tipo penetrativo"

Non vi è alcun consenso nel definire un'eiaculazione secondaria basato su precise valutazioni dell'ELT. L'esperienza clinica suggerisce che questi pazienti hanno un ELT di meno di due-tre minuti e/o una riduzione sostanziale (cioè, 50%) dell’ ELT rispetto alle precedenti esperienze sessuali in coppia.

Indicazioni per la terapia dell'eiaculazione precoce

Per quanto riguarda le indicazioni terapeutiche, nelle linee guida viene dato come:

  • (A) un alto livello di “evidence”, cioè di prova,
  • (B) un livello moderato
  • (C) un basso livello di "evidence"
  • mentre le raccomandazioni senza una sufficiente base di verifiche cliniche sono etichettate come prova clinica o parere riferito da alcuni esperti.

Ad esempio in queste linee, per quanto riguarda la circoncisione, questa è una raccomandazione di grado C quindi "i medici dovrebbero ribadire ai propri pazienti che la latenza eiaculatoria non sempre è influenzata direttamente dall’intervento".

"Ci possono essere certamente pazienti che possono sperimentare difficoltà o problemi legati ad un anello fimotico. In quegli uominipuò essere considerata una scelta terapeutica, ma la circoncisione in se stessa non è detto sia capace di modificare il tempo di latenza dell'eiaculazione".

Le linee guida danno anche una raccomandazione di grado C per tutte le strategie psicoterapeutiche, affermando comunque che "I medici dovrebbero considerare positivo ma non sempre risolutivo l’intervento di un professionista della salute mentale con chiare competenze sessuologiche”.

Farmacoterapia per l'eiaculazione precoce

Una raccomandazione di grado B è l’uso degli antidepressivi e degli inibitori selettivi della ricaptazione della Serotonina (SSRI), come la Clomipramina on-demand o la Dapoxetina, sempre al bisogno, e anche l’uso topico di prodotti anestetici a livello del pene.

SSRI molto utilizzati sono anche la Paroxetina, la Sertralina, e la Fluoxetina; il più comunemente usato con la più grande evidenza di efficacia sembra essere la Paroxetina.

Eventi avversi associati agli SSRI includono:

  • affaticamento,
  • sonnolenza,
  • nausea, e diarrea,
  • sono assolutamente controindicati in giovani uomini con ideazioni suicide e in presenza di un disturbo bipolare.

I medici dovrebbero anche considerare attentamente altri farmaci, che il paziente eventualmente sta usando, per evitare possibili interazioni farmacologiche negative legate anche al blocco della ricaptazione della Serotonina.

Gli anestetici topici sono molto utilizzati, generalmente ben tollerati, ma possono essere "complessi” da applicare e possono portare ad irritazioni, sensazioni di intorpidimento e talvolta formicoli.

Cosa dicono gli studi?

L'efficacia nel trattare un’eiaculazione precoce, con una indicazione on-demand, è stata confermata da un recente studio in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, con Clomipramina (15 mg).

La ricerca ha interessato 159 pazienti che sono stati randomizzati (106 con il farmaco per 12 settimane 53 con placebo).

I ricercatori hanno valutato l'efficacia attraverso i punteggi con lo IELT (Intravaginal Ejaculation Latency Time) e con il PEDT (Premature Ejaculation Diagnostic Tool). Lo IELT era aumentato di 192 secondi nei pazienti che ricevevano la Clomipramina, con modesti effetti collaterali, rispetto agli 87 secondi dei pazienti che assumevano il placebo.

Tuttavia la percentuale di episodi di nausea (15,7%) e vertigini (4,9%) con la Clomipramina erano maggiori rispetto a quelli segnalati con gli SSRI in altri studi precedentemente svolti.

Per quanto riguarda le altre strategie di farmacoterapia per l’eiaculazione precoce, le linee guida includono il Tramadolo on-demand come grado C e gli Alfa-bloccanti come parere clinico dato da esperti.

Il Tramadolo è un analgesico oppioide e può ritardare l’eiaculazione, ma ha diversi effetti collaterali importanti. Si tratta comunque di un farmaco oppioide che può portare a un potenziale dipendenza e/o ad interazioni negative se un paziente prende anche degli SSRI. Quindi dovrebbe essere sempre utilizzato con molta cautela negli uomini con eiaculazione precoce.

Per quanto riguarda gli Alfa-bloccanti questi sono potenzialmente dotati di una certa efficacia, ma sono farmaci che, per questa indicazione, hanno pochi studi clinici verificati e non possono essere raccomandati come una strategia terapeutica di prima linea.

Altre indicazioni di tipo chirurgico dovrebbero essere proposte solo all’interno di studi clinici sperimentali.

Guarda il video: 3 domande sull'eiaculazione precoce

Eiaculazione ritardata

Le linee guida definiscono l'eiaculazione ritardata primaria come l'incapacità, da sempre, cioè dall’inizio dell’attività sessuale, a raggiungere l'eiaculazione. Oppure si intende l’eccessivo tempo di latenza ad ottenere un’eiaculazione nonostante un'adeguata stimolazione sessuale e il desiderio di eiaculare.

L’eiaculazione ritardata secondaria o acquisita insorge dopo un periodo di normali risposte sessuali.

In tutte queste disfunzioni sessuali maschili bisogna fare riferimento in prima battuta ad un andrologo o ad uno psicologo con chiare competenze sessuologiche.

Si può, inoltre, suggerire ai pazienti di modificare le loro abitudini sessuali, comprese le posizioni tenute durante un rapporto. Questo permette di aumentare le stimolazioni e l'eccitazione che più facilmente possono portare all'eiaculazione.

Una raccomandazione clinica importante poi suggerisce ai medici di valutare gli eventuali ed altri farmaci che il paziente sta assumendo: questo perché, in alcuni casi, possono contribuire a scatenare una eiaculazione ritardata.

I medici poi dovrebbero sempre informare i pazienti che non ci sono prove sufficienti per valutare il rapporto rischio-beneficio nell’utilizzo dei vari farmaci proposti nel tentativo di risolvere questo non frequente problema sessuale.

Nessuno di questi ha infatti l'approvazione della Food and Drug Administration (FDA) americana.

Cosa fare in caso di impotenza eiaculatoria?

Non esiste poi alcun supporto clinico per l'uso di approcci terapeutici invasivi e non farmacologici in presenza di questi disturbi sessuali.

Questa è la rivalutazione di alcune delle varie opzioni di trattamento medico esistenti per i pazienti con eiaculazione ritardata; a partire dall’uso di vibratori a livello del pene (PVS).

Qui si è considerato un recente studio clinico che ha coinvolto 36 pazienti con anorgasmia secondaria che per tre mesi sono stati trattati con questa tecnica attraverso stimolazioni intermittenti a livello del frenulo. Ha mostrato come circa il 72% dei pazienti trattati abbia riferito di aver sperimentato almeno un relativo ripristino dell'evento orgasmico.

"Si tratta di strategie terapeutiche a basso rischio che possono essere, senza particolari problemi, indicate”.

Altra strategia per l'impotenza eiaculatoria è l’indicazione di un agente antidepressivo, con attività centrale sia dopaminergica che noradrenergica. Si tratta del Bupropione, che ha mostrato il suo potenziale utilizzo quando si ha un problema di eiaculazione ritardata.

Gli studi con questo farmaco, condotti generalmente in giovani uomini, hanno mostrato un certo miglioramento della loro situazione clinica tuttavia tutti questi studi sono limitati dall’assenza di doppio cieco con placebo.

Un’altra strategia farmacologica indicata è la somministrazione di Cabergolina, agonista dei recettori D₂ della dopamina, comunemente usata nel contrastare i tumori che danno una iperprolattinemia.

In uno studio su 131 pazienti con eiaculazione ritardata 87 (66%), che avevano ricevuto la Cabergolina, hanno sperimentato un miglioramento con la diminuzione significativa della latenza dell’evento eiaculatorio. Anche questo studio purtroppo era senza gruppo di controllo. limitando così il significato dei risultati ottenuti.

Ultima indicazione data è quella dell’uso del testosterone che dovrebbe essere però usato solo però per normalizzare i livelli bassi dell’ormone nel siero di pazienti che presentano un’eiaculazione ritarda.

Data pubblicazione: 15 luglio 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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4 commenti

#1
Utente 603XXX
Utente 603XXX

Grande articolo ben fatto.
Oggi siamo a luglio.
Nell’agosto dell’anno scorso ho fatto una stupidata.
Mi stavo masturbando.
Prima però ho defecato e mi trovavo ancora davanti al water mentre mi masturbavo guardando un video al pc.
Non avevo ancora fatto il bidet ed in preda all’eccitazione mi sono sporcato un dito di feci ed ho usato il dito per sporcare di feci la punta del pene ed un po’ dentro l’uretra.
Per emulare il video e non mi sono più lavato.
(Fino alla doccia del giorno dopo) Nei giorni successivi ho avuto sintomi sospetti quali bruciore alla minzione ma anche da fermo (sdraiato sul divano ad es) sensazione di scarica elettrica alla punta del pene è bruciore alle eiaculazioni successive divenute più precoci e stimolanti anche se con un po’ di bruciore (quasi piacevole).
Adesso sono passati 11 mesi e non ho più nessun sintomo.
Tuttavia mi accorgo che urino molto frequentemente cioè tante volte al giorno e mi capita anche questo: di fare la pipì L, sentire la vescica vuota andare sul divano o in macchina o a studiare ecc ma dopo 10 minuti mi scappa ancora la pipì!! E poi magari può capitare una terza volta senza che abbia bevuto.
Non mi ricordo se mi capitava anche prima.

Le mie domande cortesemente sono:
Il mio comportamento può avermi causato una prostatite?

Potrei avere danneggiato i reni?

Rischio la sepsi?

Che sintomi dovrei avere per preoccuparmi e quali sintomi sarebbero oggi indicativi ad una visita.
Ora sono asintomatico ma se allargo il foro del pene (meato credo) dell’uretra noto che dentro in alcuni punti è bello in altri e arrossato e vivo come se ad istinto richiedesse del gentalin ma non metterò niente essendo passati 11 mesi!!
Potreste dirmi qualcosa spero di tranquillizzante questa cosa mi mette molta ansia e sono da quasi due mesi in cura da uno psichiatra
Spero che il consulto non venga giudicato male e che qualcuno risponda alle domande Grazie

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

non è questa la sede per sollevare queste problematiche che poco hanno a che fare con la news, comunque mi sembra che nulla di drammatico sia successo ma bisogna, senza inutili ansie e paure, ora sentire in diretta anche un bravo ed esperto andrologo.

Detto questo si ricordi comunque che sempre la visita medica specialistica in diretta rappresenta il solo strumento valido per poterle dare un’indicazione mirata e che le informazioni fornite via internet vanno sempre intese come meri suggerimenti clinici e di comportamento.

Un cordiale saluto.

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