Oppioidi e ipogonadismo

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Gli oppioidi sono composti chimici psicoattivi derivati dall'oppio, simili alla morfina e ad altre sostanze morfino-simili e con una medesima farmacocinetica.

Sono farmaci molto utilizzati in ambito clinico per la loro efficacia nel trattamento del dolore, sia a breve che a lungo termine.

 

Le loro principali indicazioni terapeutiche sono la riduzione e/o il controllo del dolore, l’induzione dell'anestesia prima di un intervento chirurgico e il trattamento di particolari condizioni cliniche come la dispnea da edema polmonare acuto.

Ora un lavoro, condotto dalla Ochsner Clinical School, dell’Università del Queensland, Medical Center di New Orleans e presentato al Meeting Annuale 2020 dell’American Academy of Pain Medicine (AAPM), sembra indicarci che l’utilizzo a lungo termine di questi farmaci negli uomini è collegato ad un significativo aumento del rischio di ipogonadismo.

 

Il dato sembrerebbe emergere da questo studio retrospettivo, caso-controllo, condotto su 357 uomini.

Un deficit di testosterone, dovuto agli oppioidi, presi per lunghi periodi, può determinare osteoporosi, compromettere la fertilità di un uomo e quindi alterare la qualità della sua vita.

Tutti questi effetti collaterali negativi di tipo andro-endocrinologico con l’uso a lungo termine di oppioidi sono spesso trascurati da chi li usa e quindi è necessario incominciare a studiarli, riconoscerli e cercare di fare, quando possibile, una diagnosi precoce per evitarli.

 

Sembrerebbe comunque che non ci sia una relazione di tipo lineare tra uso degli oppioidi e l’ipogonadismo; i rischi maggiori sembrano presentarsi anche a dosi basse e moderate; forse il problema maggiore potrebbe essere rappresentato dalla durata della terapia.

Tutti questi aspetti non positivi delle terapie con oppioidi devono ora essere tenuti in debito conto oltre naturalmente agli effetti collaterali, già noti, a livello respiratorio e gastrointestinale.

 

Fonte:

https://www.medscape.com/viewarticle/926423

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/7767-ipogonadismo-nuove-linee-guida.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/6830-il-testosterone-migliora-la-vita-sessuale-nella-terza-eta.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/6363-testosterone-nella-terza-eta-indicazione-ancora-utile.html

 

Data pubblicazione: 14 settembre 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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