Dove sono finiti i cardiopatici?

Già! Dove sono finiti tutti quei pazienti che, drammaticamente, tenevano impegnate le sale di Emodinamica e, più in generale, i reparti di Cardiologia?

L'Infarto su tutti, era all'ordine del giorno soprattutto nei centri dove è presente l'Emodinamica.

E' ormai un dato di fatto, ripreso da molti media cartacei e on-line, che i ricoveri urgenti in generale (da Pronto Soccorso per intenderci) sono drasticamente calati.

Parlo per esperienza diretta ma anche riferendomi a tutte le altre branche specialistiche coinvolte nella Medicina d'Urgenza.

Nell'ospedale in cui esercito come Cardiologo Clinico, al momento in cui scrivo, il 95% dei posti letto è occupato dai pazienti affetti da Coronavirus o almeno da Polmonite Interstiziale che nella stragrande maggioranza dei casi si esplicita come "Covid" al primo o al secondo tampone. 15 posti letto sono designati a Terapia Intensiva per i "Covid" sottoposti ad intubazione oro-tracheale.

In generale, uniformemente in tutta Italia e soprattutto al Nord negli epicentri del fenomeno, sono drasticamente (e drammaticamente aggiungo io) calati i ricoveri per tutte le patologie acute più conosciute, dall'Infarto all'Ictus cerebrale alle embolie polmonari, passando per le varie coliche addominali, patologie delle vie urinarie e via discorrendo.

Come è ormai tristemente noto, gli individui che soffrono di patologie croniche, ovvero che sono già cardiopatici, diabetici, neuropatici ecc., sono maggiormente esposti al Virus e ai principali quadri infettivi (tant'è vero che da anni le società scientifiche consigliano vivamente di sottoporsi al vaccino anti-influenzale stagionale e all'anti-pneumococcico).

In tali individui oramai serpeggiano sentimenti di paura che si concretizzano nella chiusura tra le mura domestiche per non essere maggiormente esposti al contagio. Buono da una parte, non buono dall'altra.

Molti di questi pazienti avranno problemi, staranno avendo angine da sforzo o a riposo (nei cardiopatici ischemici) o sintomi di diversa natura che prima o poi potrebbero evolvere in quadri clinici molto seri.

Cosa vogliamo consigliare a questi pazienti?

Non possiamo abbandonarli al loro destino e loro stessi non devono mettere a repentaglio la loro vita per salvaguardarsi dal contagio (che nella maggior parte dei casi si pensa possa essere asintomatico fra l'altro).

I Pronto Soccorsi degli ospedali più attrezzati sono ormai organizzati con l'istituzione di un "pre-Triage" dove infermieri addestrati stabiliscono subito il primo step:

  1. Covid?
  2. Non Covid?

Se la risposta è la seconda, vengono immediatamente allontanati dalle sale d'attesa in cui sostano i potenziali affetti da Coronavirus e vengono indirizzati in percorsi dedicati più sicuri.

Si rischia, quando questa guerra sarà terminata, di non contare solo le vittime sul campo di battaglia, ma anche chi non era stato chiamato direttamente alle armi, che per non cedere a un nemico sconosciuto, soccombe inesorabilmente davanti ad un nemico "conosciuto".

Data pubblicazione: 30 marzo 2020

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