La foto simbolo: un medico non riesce a salvare la vita ad un suo giovane paziente di 19 anni

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

Un Medico di Pronto Soccorso non è riuscito a salvare la vita ad un suo giovane paziente di 19 anni. 

È stato immortalato da un infermiere - in un attimo di sconforto - non appena uscito per una boccata d'aria, dal proprio ospedale, dove poi - dopo pochi minuti - è tornato, come sempre, al suo lavoro. 

La pubblico - citando la fonte in calce - perché apprendo che il Collega ha dato il suo placet per la diffusione.

Non voglio fare però alcun commento. Lascio a chi vorrà un pensiero.

Siamo in un E.R. di un ospedale della California del Sud. Potremmo essere ovunque.

 

Fonte:

http://www.reddit.com/r/pics/comments/2zk62y/an_er_doctor_steps_outside_after_losing_a_19year/

Data pubblicazione: 21 marzo 2015

6 commenti

#1
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

E' una sensazione che chiunque faccia il medico (non soltanto in emergenza) purtroppo prova più di una volta nella propria vita professionale: ci sono momenti in cui cerchiamo gli spiragli più stretti in cui introdurci - qualche volta forzando la logica - perché la diagnosi che abbiamo noi stessi formulata possa rivelarsi errata; ci sono momenti in cui ci sembra che qualche oscura potenza stia a prenderci in giro beffando i nostri sforzi; ci sono momenti in cui è dolorosa l'ineluttabile rassegnazione alla percezione emotiva di una forma di ingiustizia.
Ci sono però momenti nei quali la gratificazione per il lavoro ben fatto non ha eguali di gioia.
Riprendo dei versi di Kipling che mi sono cari:
"If you can meet with triumph and disaster
And treat those two imposters just the same".
L'alternarsi di queste emozioni mette a dura prova l'equilibrio, ci pone domande che hanno per risposta tentativi. Abbiamo scelto di incontrare con la nostra le vite degli altri, e anche nel più piccolo ambulatorio della più remota località, questo incontro avviene coinvolgendo l'inscindibile binomio di "scienza e coscienza".

#2
Dr. Lucio Piscitelli
Dr. Lucio Piscitelli

Credo che nessun Medico possa farsi scivolare addosso le emozioni che fanno seguito ad un insuccesso e, per quanto questo possa essere stato oggettivamente ineluttabile, cercherà sempre ingenerose motivazioni nella efficacia della propria azione; e lo farà molto più severamente di giudici e avvocati.
Il nostro è un lavoro che, soprattutto nelle branche dell'emergenza, ti consuma giorno dopo giorno nel fisico e soprattutto nell'animo: ognuno si porta dentro nella propria solitudine il ricordo di momenti drammatici sul piano umano prima ancora che quello professionale, che hanno inciso profondamente sul suo temperamento, ma non sulla determinazione e sulla ricerca di un continuo miglioramento.
Nessuno potrà mai capire il dramma che si vive quando percepisci che una vita ti sta scivolando via nonostante tutti i tuoi sforzi e la inevitabile partecipazione emotiva. Credo che non esista nessun Medico, per quanto freddo, distaccato o incallito dall'esperienza, che possa sottrarsi a tutto questo.
Non so se è un caso, ma nella mia ormai lunga carriera non ho mai conosciuto colleghi chirurghi dal temperamente allegro o spensierato. Ho invece capito che qualcuno che sembrava esserlo in realtà fingeva nel tentativo di dissimulare e nescondere una angoscia profonda successivamente poi drammaticamente emersa.

#3
Dr. Nicola Blasi
Dr. Nicola Blasi

Luigi condivido le motivazioni che ti hanno spinto a pubblicare questa news , complimenti!

#4
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Avevo letto la notizia e vista la foto in altro blog e sito...Comunque hai fatto bene a riproporlo qui.
Aggiungo solo che "quella disperazione profonda" e' una sensazione che solo i medici possono provare.
Solo chi tenta l'impossibile per salvare la vita di un'altra persona prova quel miscuglio inestricabile di rabbia, dolore, dubbi e....a volte di paure di aver sbagliato qualcosa.
...E non una sola volta...
Mille volte nei giorni e nelle notti successive abbiamo rivisto e rivisto e rivisto e spezzettato e sminuzzato ogni secondo dei milioni infiniti secondi che sono volati in una attimo mentre ci affannavamo intorno a quel letto e quel corpo sorretto in vita solo dalle macchine della Rianimazione.
...E poi la Ragione che riaffiora e ti dice sussurrandoti in un orecchio "non dovevi illuderti, e' normale che sia andata cosi': QUESTI casi sono troppo gravi....le statistiche dicono che non arrivano MAI vivi in Ospedale"...
Ma no, urla un'altra voce dentro di te..."se e' arrivato ancora vivo forse ce la potevamo fare, forse se ...forse se...forse..
se..

A fianco di quel letto dove muore un uomo di 60 anni precipitato per sbaglio da un terzo piano e morto in decima giornata, a fianco di questo letto dove hai fatto di tutto per salvarlo senza riuscirci c'e' una ragazza che si e' buttata anche lei da un terzo piano sotto un overdose di pasticche...
Lei l'abbiamo operata in urgenza convinti che fosse persa: lesioni cerebrali gravissime, lesioni assonali diffuse, praticamente decerebrata per 50 giorni.
Al 51' giorno un improvviso accenno di attivita' cerebrale. Al 60' apre gli occhi.
Sono passati 4 mesi e nel centro di riabilitazione parla, cammina e sta ricostruendo un rapporto difficile con la madre.

Questo 'e il nostro lavoro: assistere ogni giorno al mistero immenso della morte e della vita.
Noi possiamo solo continuare a dannarci l'anima per fare l'impossibile per salvarli tutti.
Ma non siamo noi gli artefici del loro destino, al massimo testimoni di un passaggio tra due mondi che non sono cosi' lontani come a volte pensiamo...

#5
Ex utente
Ex utente

Faccio parte di quelle poche persone che ha fiducia nei medici , vivo a Reggio Calabria e da queste parti le persone non hanno una buona considerazione dei medici , qua molta gente per la "non fiducia" nei medici spesso scappa per farsi operare in altri ospedali d'italia .
Io invece ho subito due interventi e credetemi avevo tutta la fiducia verso i dottori verso gli infermieri e verso tutte quelle persone che lavorano in ospedale.
Ricordo durante il mio ultimo intervento prima di addormentarmi dissi a tutto il personale che era in sala operatoria di avere fiducia in loro e feci anche i complimenti per tutto quello che avevano fatto prima dell'intervento , ricordo i loro volti quasi sconvolti e mi ringraziarono per le mie parole , mi fecero tenerezza quei volti e allo stesso tempo ero felice perche' ero riuscito con poche parole e con tanta fiducia a farli sentire gratificati per tutto quello che ogni giorno fanno.
Sbaglia chi pensa che i dottori se ne fregano dei pazienti perche' non e' cosi , questa foto rappresenta un dolore UMANO , un dolore da parte di una persona che non e' riuscita a salvare UNA VITA UMANA .
Non sono figlio di un medico , non ho parenti o amici medici , sono un semplice ragazzo che vuole ringraziarvi per tutto quello che fate , e voglio ricordare a tutte le persone che leggeranno questo commento che nella vita si puo' anche sbagliare , sbaglia un idraulico sbaglia un elettricista , sbaglia un cuoco , sbaglia un rigore un calciatore .
Ancora grazie e che Dio vi benedica !

#6
Utente 384XXX
Utente 384XXX

Parlo sulla base della mia umile esperienza da volontario del soccorso e da studente di medicina, credo semplicemente che siamo tutti umani e come tali ovviamente davanti a certe situazioni le reazioni di sconforto, anche per un medico, fanno parte della vita professionale dello stesso. L'unica cosa che mi sento di rimproverare in questo contesto è l'atteggiamento dell'infermiere che ha immortalato il medico, quasi nell'intento di voler dimostrare e soprattutto sottolineare i limiti di questa persona; avrebbe potuto benissimo, come uomo, aiutare e confortare quel medico in evidente situazione di disagio. Forse la competizione sul piano professionale, oggi, ha il sopravvento su quello umano, espressione forse di un disagio e di un senso comune di inferiorità di certi operatori sanitari a fianco dei medici? Mah... a mio avviso bisognerebbe ragionarci per il futuro.

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