Tipi di zucchero

Lo zucchero nemico della salute

alessandro.schiavetta
Dr. Alessandro Schiavetta Chirurgo vascolare, Cardiochirurgo

Nel 2011 le Nazioni Unite hanno dichiarato che per la prima volta nella storia dell’uomo le malattie non trasmissibili, come diabete, malattie cardiovascolari e tumori hanno superato il rischio rappresentato dalle malattie contagiose, essendo da sole responsabili per circa 35 milioni di morti ogni anno.

Dieta moderna: malattie e obesità

Tutte le nazioni che hanno adottato la “dieta occidentale”, caratterizzata da un elevato consumo di cosiddetto cibo spazzatura (cibi a basso costo, molto lavorati, privi di fibre vegetali), hanno visto aumentare la quantità delle persone obese e malattie correlate all’obesità.

L’obesità è la manifestazione più evidente di un’alterazione del metabolismo, chiamata “sindrome metabolica”, che si manifesta con sovrappeso, diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie cardiovascolari, steatosi epatica, ma anche demenza e aumentato rischio di cancro.

lo zucchero fa male

I tre fattori centrali di rischio delle malattie non trasmissibili sono:

  • alcool
  • tabacco
  • dieta alimentare errata

A questi bisogna aggiungere anche la sedentarietà.

Mentre per il tabacco e l’alcool sono state promulgate leggi che ne regolano l’uso per tutelare la salute pubblica, meno è stato fatto per gli alimenti. Per quanto riguarda la nostra dieta quotidiana, è diffusa la consapevolezza che è bene ridurre l’apporto di grassi e di sale per una alimentazione più sana.

Già diversi studi multicentrici hanno dimostrato che l’alimentazione occidentale, privilegiando un eccessivo consumo di carne, pone il nostro organismo a rischio di sovrappeso e malattie correlate. Tanto più che le carni che consumiamo oggi provengono per la maggior parte da allevamenti intensivi, dove gli animali hanno poco o nulla possibilità di movimento e sono nutriti con cibi ipercalorici, con supplementi di antibiotici (e non solo) per prevenire il rischio di malattie durante la loro breve vita innaturale in forzata cattività. La carne così prodotta contiene mediamente fino al 50% di più di grassi, specialmente saturi, tra le sue fibre.

Zucchero e salute

Un nemico più silenzioso, ma letale, si nasconde nello zucchero raffinato, il cui consumo è più che triplicato negli ultimi 50 anni.

Una mole crescente di studi scientifici sta dimostrando la tossicità del fruttosio. Il comune zucchero semolato da tavola è un disaccaride composto dal 50% di glucosio e dal 50% di fruttosio. Come se non bastasse, negli ultimi decenni l’industria ha introdotto sul mercato come additivo lo sciroppo concentrato di fruttosio, ancora più dolce e dannoso dello zucchero comune (chiamato HCFS, o high corn fructose syrup).

zucchero alimenti

Troppo zucchero fa male

Nell’antichità, l’uomo aveva scarso accesso allo zucchero: la frutta, limitata alla stagione della raccolta, e il miele, difeso dalle api. Per quanto fosse piacevole per il palato, la natura ha reso molto difficile procurarsi lo zucchero e non lo considera forse così cruciale per una alimentazione equilibrata, visto che anche l’uovo, destinato a far crescere e sviluppare completamente e in piena autonomia un pulcino, contiene solo l’1% di zucchero.

L'uomo ne ha reso invece molto facile l’approvvigionamento: nel grafico si può vedere come solo negli ultimi 25 anni la produzione mondiale di zucchero sia aumentata.

Lo zucchero nascosto negli alimenti

Al giorno d’oggi ogni persona nel mondo occidentale consuma mediamente più di 500 calorie al giorno derivanti da zuccheri aggiunti alla dieta, contro un apporto calorico quasi trascurabile del passato. Parliamo di zuccheri aggiunti alla dieta perché la maggior parte degli alimenti industriali processati contengono zuccheri.

Quindi non sololo zucchero bianco che mettiamo nel latte o nel caffè, e non solo quello contenuto in dolciumi, merende confezionate e bevande gassate, ma anche quello aggiunto in carni insaccate, sughi, salse e così via. Uno studio canadese ha evidenziato come fino al 65% dei prodotti alimentari in vendita nelle grosse catene di distribuzione contiene zuccheri aggiunti.

La ragione è ovvia: lo scopo delle multinazionali degli alimenti non è badare al benessere delle persone, ma vendere sempre di più: aggiungere zucchero rende un cibo più appetibile, e come vedremo crea dipendenza e desiderio di aumentarne il consumo.

Cosa si può chiedere di più ad una sostanza? L’industria alimentare ha coniato il concetto di bliss point o punto della beatitudine. Con questo termine si intende la miglior aggiunta di zucchero, sale e grassi in un cibo per renderlo il più appetibile possibile. Questo non ha niente a che vedere con le esigenze del nostro organismo.

A partire da gennaio 2020, la FDA (Food and Drug Administration) ha richiesto a tutti i grandi produttori di alimenti di identificare, nelle informazioni delle etichette Informazioni Nutrizionali, l'elenco dettagliato di tutti gli zuccheri aggiunti nel loro cibo. 

Zucchero, effetti sulla salute

Il metabolismo degli zuccheri assunti in dose eccessiva (e in particolare del fruttosio, che può essere metabolizzato solo al livello del fegato) porta allo sviluppo di:

  • iperuricemia e quindi gotta ed ipertensione;
  • ipertrigliceridemia;
  • resistenza insulinica e in definitiva al diabete;
  • iper-dislipidemia;
  • malattie cardiovascolari come infarto e ictus;
  • secondo alcuni studiosi anche demenza precoce, morbo di Alzheimer e altre patologie neurologiche invalidanti come il morbo di Parkinson, depressione, e disordini come i deficit di attenzione. 

Come se non tutto ciò bastasse, è stato dimostrato come una condizione di iperglicemia sia acuta che cronica alteri le nostre difese immunitarie aumentando il rischio di sviluppare diversi tipi di tumori e malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la psoriasi, la glomerulonefrite eccetera.

Lo zucchero si comporta come una vera e propria droga e come il tabacco e l’alcool agisce sul cervello in modo da invogliarne un’ulteriore assunzione:

  • riduce la soppressione dell’ormone grelina, prodotto dallo stomaco, che segnala la sensazione la fame al cervello
  • il cervello avverte una falsa sensazione di digiuno
  • interferisce parallelamente con il normale trasporto e i segnali biochimici della leptina, che aiuta a produrre la sensazione di sazietà
  • riduce la segnalazione dopaminergica al cervello, in particolare nel “centro della ricompensa” (nucleus accumbens), diminuendo in tal modo il piacere derivato dal cibo e quindi stimolandoci sia direttamente che indirettamente ad assumerne una maggiore quantità.

Meno zucchero, più effetti benefici

In conclusione, una massa sempre maggiore di adulti malati è un “toccasana” per l’industria alimentare e per l’industria farmacologica, che non hanno nessun interesse a vedere circolare adulti sani e invece ogni interesse a vedere aumentare il numero delle persone ammalate, meglio se in giovane età per prolungare nel tempo la necessità di cibo e di cure. Questa non è una loro volontà precisa di nuocere, semplicemente è una condizione che avvantaggia le loro esigenze commerciali. Basti pensare che un diabetico nel corso della sua vita costa mediamente oltre 100.000 euro di farmaci.

Un ritorno al consumo di cibi “di una volta”, come semi, vegetali, verdure, legumi, alimenti che si trovano naturalmente in natura, ricchi di fibre, privi di zuccheri aggiunti, ci può allontanare rapidamente da tutto ciò. Gli effetti benefici si potranno vedere nel breve, ma soprattutto nel lungo termine, restituendoci una vita più sana e priva di malattie e riducendo le nostre spese volte a conservare uno stato di salute ormai compromesso.

Un concetto semplice da ricordare quando ci si mette a tavola potrebbe essere riassunto in questo detto di Michael Pollan:

“Non mangiare niente di ciò che tua bisnonna non avrebbe riconsciuto come cibo”.

 

Bibliografia

  1. H. Lustig, L.A. Schmidt and C.D. Brindis. The toxic truth about sugar. Nature. Feb 2012 (482):27-29
  2. Stattin, O. Björ, et al: Prospective Study of Hyperglycemia and Cancer Risk Diabetes Care 2007 Mar; 30(3): 561-567
  3. E. Stegenga S.N. van der Crabben, et al. Hyperglycemia enhances coagulation and reduces neutrophil degranulation, whereas hyperinsulinemia inhibits fibrinolysis during human endotoxemia. Blood 2008 112:82-89
  4. Vos MB, Lavine JE. Dietary fructose in nonalcoholic fatty liver disease. 2013 Jun;57(6):2525-31
  5. Y, G.O., et al. Leptin improves insulin resistance and hyperglycemia in a mouse model of type 2 diabetes. Endocrinology. 2005 Sep;146(9):4024-35
Data pubblicazione: 07 febbraio 2017 Ultimo aggiornamento: 15 febbraio 2021

16 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Salve io sto provando un dolcificante naturale che si chiama SWEETO con zero calorie e zero indice glicemico, volevo sapere cosa ne pensate.

#2
Utente 353XXX
Utente 353XXX

Buon giorno, cosa ne pensa dello zucchero integrale tipo Mascavo? Potrebbe essere una valida e più sana alternativa allo zucchero bianco raffinato?

#3
Dr. Alessandro Schiavetta
Dr. Alessandro Schiavetta

Caro Utente 437875 e 35336, io non ho esperienza personale dei dolcificanti e degli zuccheri di cui chiedete consiglio. Posso solo dire che alcuni lavori del passato hanno attribuito qualità migliori alle sostanze presenti nello zucchero non raffinato rispetto a quello raffinato perchè contengono piccole quantità di sali minerali, ma il disaccaride presente, cioè lo zucchero, è esattamente la stessa molecola.
Il concetto però è a mio avviso diverso: abituare il proprio palato progressivamente a disabituarsi all'alimentazione dolce. Punto.
E' una e vera propria disuassefazione, come quella dal fumo o dal gioco d'azzardo. Conviene ridurre gradualmente l'apporto di zuccheri nella dieta in modo da rendere la transizione più semplice e naturale.
Vedrete come dopo 6 mesi - un anno dal cambiamento delle vostre abitudini alimentari anche i valori di glicemia basale lentamente scenderanno, come risposta ad una trasformazione globale del vostro metabolismo glicemico. La meta ideale sarebbe scendere ad un valore inferiore ad 80 mg/dl.

#8
Dr. Alessandro Schiavetta
Dr. Alessandro Schiavetta

Ho modificato l'articolo rimuovendo le parti che potevano risultare poco chiare o fuorvianti per il lettore.

#9
Dr.ssa Angela Pileci
Dr.ssa Angela Pileci

Questo articolo è molto interessante e utile: porgo i miei complimenti ad Alessandro.
Devo dire che da un punto di vista psicologico oggi siamo bombardati da messaggi opposti sul cibo, la salute, l'aspetto fisico. Se da un lato l'immagine proposta (soprattutto agli adolescenti) è quella di un fisico mozzafiato da top model, dall'altra ad ogni angolo della città c'è gente pronta a vendere cibo. A qualunque ora del giorno e della notte.
Questo genera confusione, ma anche cattive abitudini, difficili da correggere, oltre che togliere il senso di fame (perché si mangia tanto, male e in continuazione) e alimentare comportamenti che favoriscono l'obesità.

#10
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Condivido il fatto che la preparazione dei cibi può renderli appetibili al di là del vantaggio, sia nutrizionale che di piacere, e induca consumo automatico con conseguente eccesso ponderale nella popolazione.
La conclusione però mi pare la negazione del punto di partenza. La popolazione non sceglie i cibi meno appetibili, per definizione. La disponibilità di cibi appetibili ne induce il consumo, al di là della produzione dolosa di qualità "addictive".
La dieta non è mai stata né è efficace nel controllare l'obesità/addiction al cibo. La disassuefazione è esattamente ciò che è nel fumo o nel gioco o nelle altre dipendenze, ovvero irrilevante nel modificare il decorso della malattia e la recidiva.
Quindi quello di cui avremmo bisogno sono farmaci modificanti il comportamento appetitivo, che abbiamo a disposizione ma solo per alcune dipendenze, e soprattutto possiamo usare solo per quelle e non per altre (come gli oppiacei, solo per le dipendenze da oppiacei, anche se probabilmente utili anche in altre).

#11
Dr.ssa Franca Scapellato
Dr.ssa Franca Scapellato

Sono d'accordo con Matteo, purtroppo quando c'è un disturbo alimentare l'approccio non può essere dietetico e/o educativo, occorre altro.
Però per chi è, diciamo, nella media, e soprattutto per mamme e nonne che hanno un ruolo fondamentale nell'educazione al cibo e ai sapori, è utile conoscere quello che c'è nei cibi che consumiamo e cercare di modificare certi comportamenti che danneggiano la salute. Leggerò con più attenzione gli ingredienti dei comodissimi sughi pronti, d'ora in poi...

#12
Utente 112XXX
Utente 112XXX

Qualche tempo fa avevo bisogno di un mucolitico e ho faticato a trovarne uno senza zucchero. Alla fine ne ho trovato uno con dolcificante. Posso capire che un produttore di bibite o merendine abbondi con lo zucchero (ingrediente poco costoso e gradito a molti), ma dover constatare che anche l'industria farmaceutica segue gli stessi criteri è deprimente.
Da qualche anno evito gli zuccheri aggiunti a causa di un problemino di glicemia e posso testimoniare che smettere di mangiare dolci non è affatto un dramma: nel giro di qualche settimana o al massimo qualche mese, il gusto si riabitua e si comincia a sentire il sapore dolce dove prima non si riusciva a percepire. Quindi evitare gli zuccheri aggiunti non significa affatto rinunciare al sapore dolce, anzi significa riscoprirne le sfumature. E' un po' come ascoltare musica al giusto volume invece che a un volume assordante, che non consente di apprezzarne la melodia.
... l'effetto collaterale indesiderato è che, se poi si deve prendere un mucolitico, si è schifati dalla sua esagerata dolcezza, a cui non si è più abituati.

#13
Dr. Alessandro Schiavetta
Dr. Alessandro Schiavetta

Gentile lettore, La ringrazio molto per questo Suo commento. È proprio cosi. Ovviamente anche io ho esperienza diretta di quanto Lei scrive. Ho messo da molto tempo in pratica i precetti che ho illustrato nell' articolo. Anzi vorrei lanciare un appello a chi legge : provare per credere. Non tornerete più indietro e starete molto meglio. Aspettiamo i vostri commenti e le vostre impressioni.

#14
Utente 450XXX
Utente 450XXX

Grande il dottore che ha scritto l'articolo. Purtroppo la comunità scientifica chiude troppo spesso gli occhi oltre che sul consumo di zuccheri anche su carne, uova, latticini e proteine animali, sebbene gli studi scientifici siano molto chiari a riguardo (Berrino e Campbell la dicono lunghissima). Buona giornata e complimenti al dottor Schiavetta, Dottore con la 'D' maiuscola. Tra l'altro è dimostrato che le cardiopatie sono reversibili se si consuma una quantità ridotta di proteine animali. Saluti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche alimentazione 

Altro su "Alimentazione"