'Piccolo' tumore del retto: meglio l'asportazione locale

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

La chirurgia radicale per tumore del retto comporta anche nelle migliori casistiche un numero non indifferente di complicanze maggiori e soprattutto sequele funzionali non indifferenti a distanza, anche utilizzando le nuove tecniche laparoscopiche o robotiche per eseguire la resezione.

La ricerca in chirurgia oncologica da anni si sta occupando di questo problema con l' obiettivo di mantenere o migliorare la sopravvivenza con terapie meno invasive e demolitive.

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 Un recente studio britannico appena pubblicato ha analizzato la sopravvivenza di più di 40000 pazienti operati tra il 1998 ed il 2009 per un tumore del retto ( o del colon ) in fase iniziale, ovvero T1 e T2, quando cioè la malattia è solo localizzata e la diagnosi viene posta precocemente.

Nei tumori del retto T1 la sopravvivenza e l' assenza di malattia ricorrente a 5 anni sono risultate uguali nel gruppo trattato con chirurgia maggiore resettiva (resezione anteriore di retto o amputazione addominoperineale) e nel gruppo trattato con asportazione locale del tumore per via transanale. Anche nei tumori cosiddetti T2, ovvero un poco piu' cresciuti, i risultati sono stati simili quando all' asportazione locale è stato aggiunto un ciclo di chemioterapia prima dell' intervento.

Nei tumori del colon invece la sopravvivenza è risultata migliore dopo chirurgia maggiore.

Il risultato è tuttavia importantissimo perchè è proprio la chirurgia maggiore del cancro del retto, rispetto a quella del colon ad avere maggior rischio di complicanze e sequele.

Questi dati impongono una diagnosi precoce di questi tumori che spesso può venire posta semplicemente con un' esplorazione rettale ed una successiva verifica endoscopica.

L'adesione ai programmi di screening e un attenzione estrema da parte dei medici di base e dei pazienti ad indagare in maniera sistematica i pazienti con sintomi, seppur modesti sono fondamentali per modificare la situazione attuale nella quale purtroppo la maggior parte dei tumori viene ancora diagnosticata in fase avanzata dove la chirurgia demolitiva è d'obbligo e la prognosi ancora infausta.

 

Annals of Surgery. 2013;258(4):563-571

Data pubblicazione: 11 novembre 2013

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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