Connessione cervello intestino.

Che cosa si intende per asse intestino-cervello?

alessandro.scuotto
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

La relazione reciproca fra sistema nervoso e apparato digerente è nota da molto tempo. Una delle protagoniste della "Commedia degli Errori" di Shakespeare sostiene a un certo punto del dramma (atto 5, scena 1) che "i pasti inquieti fanno cattiva digestione" (unquiet meals make ill digestions), rifacendosi alla convinzione popolare che gli stimoli sensoriali e ambientali siano importanti per le funzioni normali dell'apparato gastroenterico.

Una sintetica rassegna sull'argomento, pubblicata nel 2020 su Digestive Disease, mette a fuoco gli aspetti principali di questo concetto.

Le connessioni tra cervello e intestino

Le conoscenze attuali sui centri del sistema nervoso e sulle connessioni ormonali tra cervello e apparato digerente sono progredite parecchio negli ultimi decenni. La formula "asse intestino-cervello" esprime un concetto efficace, ma ingannevolmente semplice poiché la complessità dei meccanismi di questa interazione è notevole.

asse cervello intestino

Il senso di questa espressione è probabilmente formulato meglio nei termini di "gioco di squadra" dal momento che entrambi i sistemi (nervoso e gastroenterico) sono fisiologicamente coordinati per assicurare una condizione di buona salute. Tuttavia la sinergia di questo asse può, in alcune condizioni fisiopatologiche particolari, contribuire a una distorsione dell'equilibrio: per esempio, stimoli normali inviati dall'intestino possono essere ricevuti e interpretati in modo inappropriato dal sistema nervoso che risponde coinvolgendo in modo inadeguato altre strutture cerebrali le quali, a loro volta, generano sintomi e impulsi che disturbano la normale attività viscerale.

Le conoscenze attuali sull'interazione intestino-cervello non si limitano al collegamento anatomico delle classiche vie nervose (simpatico e parasimpatico), ma includono il profilo ormonale (asse ipotalamo con ipofisi e surrene) e le connessioni intracerebrali tra pensiero cognitivo ed emozioni con le inevitabili ripercussioni sulla risposta da stress. A questo si aggiungono la elaborazione degli ormoni gastroenterici, l'influenza del sistema immunitario e la partecipazione dell'ecosistema microbico che abita il tratto gastrointestinale. Tutto ciò in relazione con gli alimenti e le altre sostanze (per esempio i farmaci) che possono essere introdotte dall'esterno.

In gastroenterologia non è sempre possibile correlare l'espressione personale del disagio connesso ai sintomi (quella che in inglese si definisce illness) con una lesione anatomica evidente ai consueti metodi di indagine (la cosiddetta disease), pertanto alcuni disturbi dell'apparato digerente, come per esempio la sindrome del colon irritabile, sono definiti "funzionali" (Functional Gastrointestinal Disorders, FGID). Il ruolo del network intestino-cervello in questo scenario è fondamentale e offre un ampio ventaglio di possibilità terapeutiche con interventi opportunamente diversificati di tipo farmacologico, psicoterapeutico, dietetico.

Disturbi psicologici e gastrointestinali sono collegati?

La reciproca influenza fra sistema nervoso e appararo digerente è sostenuta inoltre dalla frequente concomitanza di disturbi psicologici (ansia, depressione) e disturbi gastrointestinali con risvolti anche di carattere epidemiologico.

Il concetto di "meme", un'idea che si alimenta e si espande in forma psicologicamente "contagiosa" poiché sembra convincente, è stato preso in considerazione per spiegare la diffusione dei disturbi funzionali gastrointestinali in alcuni contesti sociali. Persone suscettibili possono essere particolarmente inclini ad accettare diagnosi di sindromi che gradualmente si consolidano e si comportano alla stregua di profezie che si autoavverano (self-fullfilling prophecies), e questo meccanismo si rinforza attraverso l'esposizione a meme da parte di familiari, amici, medici. L'asse intestino-cervello interviene in senso fisiopatologico non soltanto nell'organismo singolare del paziente, ma anche in un contesto relazionale sociale, mediante il contatto con altre persone, facilitando un possibile "contagio" funzionale.

Per approfondire:Salute mentale: quali alimenti scegliere?

Fonti

  1. Malagelada JR. The Brain-Gut Team. Dig Dis 2020; 38(4):293-298.
  2. Rosse SE. "Memes" as infectious agents in psychosomatic illness. Ann Intern Med 1999 Dec; 131(11):867-71.
Data pubblicazione: 16 gennaio 2021

Autore

alessandro.scuotto
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso Università Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Como tesserino n° 5803.

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