La prevenzione primaria nell'era del COVID-2019

ginoalessandroscalese
Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Anche quest’altro è un tema molto dibattuto con pareri a volta contrastanti ma basta ragionarci un pò su per comprendere la giusta strategia.

Per Prevenzione Primaria si intendono tutte le misure messe in atto per evitare che una malattia insorga o quando già insorta per ridurne l’incidenza.

È noto che il Coronavirus come tutti gli altri virus ha un diametro molto piccolo quantificabile intorno ai 100-150 nanometri ed è quindi CONCETTUALMENTE in grado di superare numerose barriere comprese le ormai note mascherine chirurgiche a tre strati di TNT (Tessuto Non Tessuto) o anche quelle con filtro facciale FFP2 o FFP3 che riescono a trattenere particelle del diametro minimo di 0,6 micron creando l’infezione.

Per fortuna però il Coronavirus, che si diffonde prevalentemente attraverso le vie aeree, necessita di un mezzo di trasporto ovvero il droplet cioè delle micro goccioline di diametro variabile fra 0,5 e 10 micron che possono essere facilmente trattenute dalle mascherine sia chirurgiche che con filtro facciale.

Attenzione però all’utilizzo delle mascherine con filtro facciale sia FFP2 che FFP3 (Filtering Face Piece) perché come ben descritto nello schema sottostante hanno un ottimo filtraggio in entrata ma scarso filtraggio in uscita quindi hanno un alto valore protettivo individuale ma se accidentalmente si è portatori asintomatici del Virus è possibile trasmetterlo facilmente a chi non è opportunamente protetto, quindi vanno utilizzate solo dal Personale Sanitario in ambito Ospedaliero od associate a mascherina chirurgica sottostante.

 

Le mascherine però fondamentalmente più che a proteggerci servono principalmente ad evitare la dispersione del flugge nell’ambiente con la tosse, la starnutazione, le urla ed anche con gli sputi (pratica quest’ultima molto diffusa quanto antipatica nel mondo del calcio!).

Il flugge senza la mascherina può arrivare a distanze anche elevate (7-8m) e della durata in sospensione nell’aria di alcuni minuti.

 

Si sta tanto parlando anche della vaccinazione che non sarà pronta prima del marzo 2021: che senso ha se, come presupposto da molti virologi la SARS Cov-2 - ovvero la polmonite interstiziale da Coronavirus-19 - tenderà a sparire nell’arco di qualche mese?

Quello che invece è utile fare specie in questa fase di progressivo sblocco del lockdown è quello di lavorare molto sulla prevenzione primaria riducendo il rischio di una recrudescenza che debba prevedere la distribuzione, si spera gratuita, di gel idroalcoolici, di mascherine chirurgiche e guanti da indossare obbligatoriamente fuori casa e quando si sta a contatto con altre persone fino alla scomparsa globale del tanto temuto virus, più che sperare nell’arrivo repentino del fantomatico vaccino.

Il vaccino in pratica stimola le difese immunitarie del nostro corpo producendo in circa 2-4 settimane anticorpi diretti ad annientare il Virus al momento del suo ingresso nelle vie respiratorie.

Ma trattandosi di un Virus a monofilamento di RNA (esistono anche quelli a DNA con doppio filamento) ha un alta incidenza di mutazioni, il che a volte gioca a nostro vantaggio nel senso che tali mutazioni è vero che possono rendere inefficace il vaccino in quanto gli anticorpi non sono più in grado di riconoscere il virus mutato, ma possono anche fargli perdere il potere patogeno e quindi farlo diventare inoffensivo come quello isolato negli ultimi giorni in un paziente americano.

 

Tale evento un pò rispecchia anche la nostra situazione locale in Puglia, ovvero negli ultimi giorni, rispetto alle fasi iniziali, si stanno ricoverando pazienti anziani con tampone positivo per Covid ma con una condizione respiratoria discreta: il virus sarà davvero mutato anche dalle nostre parti perdendo parte della sua patogenicità? Ci Auguriamo di si!

Purtroppo non è possibile fare una stima precisa di quanto tempo ci vorrà per debellare completamente il Virus specie per il fatto che per lo sviluppo anticorpale dal momento dell’infezione con conseguente negativizzazione del tampone può essere necessario anche più di un mese!

È quindi necessario, a mio avviso, prevedere delle misure di contenimento che vengano aggiornate settimanalmente e non a distanza di mesi come si sta preannunciando per gli stabilimenti balneari!

 

Quello che ci si dovrebbe chiedere e verificare è: il virus resiste nell’umidità salmastra delle località marine? Probabilmente No!

Quale è allora la strategia migliore: gli anglosassoni lo definirebbero “watchful and waiting” ovvero vediamo come evolve la situazione ed in base a questo si decide il da farsi!

Take home message: dal prossimo anno nel periodo stagionale influenzale dovremmo “giapponesiggiarci” ovvero dovremmo prendere l’abitudine di tenere a portata di mani disinfettanti per le mani ed indossare mascherine e guanti durante tutto il periodo invernale!


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Data pubblicazione: 22 aprile 2020

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