Algoritmo CDC Ebola

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Dr. Fabio Flenda Medico aeronautico, Medico di medicina generale, Medico estetico, Medico internista

E' stato emanato dal CDC (Center for Disease Control and Prevention) di Atlanta l'algoritmo per la gestione aeroportuale dello screening a cui sottoporre i passeggeri provenienti dalle aree endemiche per il virus Ebola ed a rischio di esposizione al contagio occasionale.

I paesi dove l'infezione è in atto sono quelli in figura (dati WHO-OMS) tra cui Sierra Leone,  Liberia e Guinea, mentre le aree endemiche o con casi meno recenti (2014) sono Nigeria, Costa d'Avorio, Cameroon,  Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Zambia, Tanzania, Sud Sudan, Angola, Uganda, Malawi, Mozambico e Zimbabwe.

L'Ebola (EVD) o Febbre Emorragica da Virus Ebola (appartenente alla famiglia delle Filoviridae) è una zoonosi con tasso di mortalità che va dal 50 fino al 90%, dovuta ad ospiti animali come i pipistrelli della frutta (Pteropodidae), ritenuti i principali serbatoi del virus ed i gorilla della foresta pluviale centro africana e sub sahariana (ma il virus è stato rinvenuto anche anche in esemplari di istrici, scimpanzé ed antilopi).

Il contagio avviene attravero il contatto diretto con  il sangue od i fluidi corporei degli animali o degli individui infettati (feci, urina, saliva, sperma).

Le persone sono contagiose  solo dopo l'incubazione (che dura dai 2 fino a 21 giorni) e fino a che il virus rimane riscontrabile nei fluidi e nelle secrezioni corporee (negli uomini è presente nello sperma fino a sette settimane dopo la guarigione clinica).

I segni ed i sintomi dell'infezione sono: malessere, febbre (superiore a 38.6°C), debolezza, diarrea,  vomito, mialgie, artralgie, dolore addominale, esantema, emorragie interne ed esterne (dagli occhi, dal naso, dalla bocca, dall'ano).

Non vi è cura.

Si pratica una terapia di sostegno in rianimazione per l'emorragia, l'ipovolemia e la disidratazione.

La morte avviene per shock ipovolemico e disfunzione multi organo (MOF).

La presenza del virus è confermata da un test di laboratorio (in Italia i campioni biologici vanno inviati allo Spallanzani di Roma).

I test comprendono  metodiche d'isolamento del virus immunoenzimatiche (ELISA IgM), PCR (Polymerase Chain Reaction) e successivamente dosaggi anticorpali IgG anti EDV.

Un tramite all'ingresso del virus nel corpo è rappresentato dalla soluzione di continuità dell'epidermide o delle mucose (ferite, tagli, ulcere) durante il contatto anche fugace e superficiale con oggetti contaminati (vestiti, lenzuola. biancheria, posate, bicchieri).

Suscita preoccupazione e perplessità tra gli operatori sanitari la dichiarazione di un infermiera spagnola proveniente dalla Liberia e ricoverata in Spagna con l'infezione in fase clinica, che ha dichiarato di essersi infettata sfiorandosi il viso con un guanto in lattice durante la svestizione dopo le cure prestate ad un paziente infetto. 

E' obbligatorio per gli operatori sanitari l'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI) comprendenti occhiali, scafandri, maschere con filtro, tute e camici monouso.

Attualmente sono in preparazione sieri e vaccini sperimentali.

L'algoritmo comprende la compilazione di un questionario da parte dei passeggeri in arrivo e la misurazione della temperatura corporea tramite teletermometri all'infrarosso.

Lo step iniziale è l'accertamento, dopo la compilazione del relativo questionario sanitario, della presenza di febbre maggiore di 38.6°C o di sintomi compatibili con l'infezione da EVD (mal di testa dolori muscolari, vomito, diarrea, dolori addominali od emorragia) in passeggeri che hanno visitato nei 21 giorni precedenti i paesi sopra elencati.

Si viene quindi inseriti in 3 gruppi di rischio e se ritenuti esposti al contagio occasionale si viene confinati in aree aeroportuali ben delimitate, in attesa dell'arrivo di equipe di specialisti in malattie infettive e bioterrorismo che provvederanno al trasporto ad alto rischio del probabile contagiato presso i centri sanitari designati con autovetture e barelle pressurizzate.

A tal fine sono stati designati dal Ministero dei  Trasporti e della Salute Aeroporti Sanitari (ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale del 2005), dove far dirottare voli provenienti da paesi a rischio con possibili passeggeri contagiati a bordo (Fiumicino e Malpensa).

 

 

Data pubblicazione: 09 ottobre 2014

Autore

f.flenda
Dr. Fabio Flenda Medico aeronautico, Medico di medicina generale, Medico estetico, Medico internista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1992 presso Università degli Studi di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 32271.

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5 commenti

#1
Dr. Giovanni Ronzani
Dr. Giovanni Ronzani

Grazie collega. Se le misure cautelative verranno applicate con rigore la diffusione dell'epidemia dovrebbe arrestarsi.

#3
Dr. Armando Ponzi
Dr. Armando Ponzi

Vorrei sottoporti la seguente domanda:
nel caso in cui un soggetto ha febbre o sintomi compatibili, che succede ai passeggeri che hanno viaggiato con lui ed al personale di bordo?
L'algoritmo cosa prevede in questi casi?
Grazie.

#4
Dr. Fabio Flenda
Dr. Fabio Flenda

Nel caso di passeggeri sospetti viene applicata la seguente procedura emanata ad agosto dal Ministero della Salute:

Azioni nell’eventualità di un possibile caso
Ai “soggetti residenti in/viaggiatori di ritorno da” aree affette, all’arrivo nel nostro Paese, sarà consegnato un foglio informativo nel quale sono invitati a rivolgersi al medico di fiducia o ai servizi sanitari, in caso manifestino determinati sintomi entro 21 giorni dal loro arrivo.
Se il medico consultato valuterà un paziente come sospetto caso di MVE, in base ai criteri clinici e ai criteri epidemiologici, si metterà in contatto con il reparto di malattie infettive di riferimento per la gestione del paziente.
I medici del reparto di malattie infettive interessato faranno una prima valutazione per escludere o confermare il sospetto di MVE. In questo secondo caso, contatteranno l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, per confrontarsi sulla diagnosi e per l’eventuale gestione del paziente e per il prelievo e l’invio di campioni biologici al laboratorio a più elevato livello di biosicurezza (BSL4), sempre presso l’INMI “L.Spallanzani”.
Si chiede ai medici dei reparti che gestiscono i casi sospetti di MVE, di segnalarli immediatamente al Ministero della Salute, all’indirizzo e-mail malinf@sanita.it (riportando: iniziali paziente, sesso, età, nazionalità, giorni dall’arrivo in Italia, paese dal quale è arrivato, sintomi e quadro clinico, eventuali patologie pregresse conosciute, dati esami clinici già disponibili al momento della segnalazione, nominativo e numero di telefono del medico cui sarà possibile rivolgersi per ulteriori contatti) e ai competenti Dipartimenti/Direzioni/Servizi, per il controllo delle malattie infettive, delle Aziende sanitarie locali e degli Assessorati alla Sanità delle Regioni e PP.AA..
Si prega di dare la massima diffusione alla presente nota agli operatori sanitari e, al contempo, si raccomanda che la gestione dei casi in parola sia condotta con la massima riservatezza professionale, per non procurare ingiustificato allarme, in attesa del referto di laboratorio dell’INMI “L.Spallanzani”.

#5
Utente 324XXX
Utente 324XXX

scusate ma per non far espandere l epidemia non basterebbe isolare l africa?nel senso di non far partire ne arrivare voli li?

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