Medico condannato per valutazione telefonica di una paziente. E se invece...

luigilaino
Dr. Luigi Laino Dermatologo

E' un problema serio, anzi serissimo:

Un medico di Famiglia è stato condannato per aver prolungato i giorni di malattia ad una sua paziente, senza visitarla direttamente ma solo sulla scorta dei dati riferiti dalla stessa via telefono.

Una condanna senza appello, visto che è stata ormai la Cassazione a sanzionarla al Medico, il quale dovrà ulteriormente presentarsi innanzi al proprio Ordine di appartenenza (quello di Milano)

Non possiamo addentrarci nei dettagli della patologia della signora, né sui motivi che hanno indetto il Medico di Famiglia a erogare un documento importante come la certificazione di malattia ad una sua paziente senza visitarla, ma le domande che ci poniamo sono cruciali:

1. Quanto è diffusa questa pratica? Quanti hanno ricevuto in passato un certificato di malattia senza essere visitati, ma solo sulla scorta di dati riferiti telefonicamente al proprio medico?

2. Quanto è difficile vedere un paziente che sta male, nello studio del proprio medico di Famiglia e nel giorno della compilazione della certificazione (oggi on-line) da inviare presso il datore di lavoro?

3. Se un paziente rimane a casa per una patologia non obbiettivamente riscontrabile all'atto della visita (esempio lampante quello dell'emicrania) come può accertare il Medico la veridicità della dichiarazione del paziente, a prescindere dalla sede nella quale essa sia stata comunicata?

Domande difficili, sta di fatto, che stante la Cassazione (che ha confermato la condanna del Medico in appello)  non si può erogare una certificazione di malattia basandosi su dati riferiti telefonicamente dal paziente, così come è impensabile che si possano stilare certificati di altra natura (comprese le prescrizioni farmacologiche) senza valutare il paziente.

Noi non commentiamo la sentenza, perchè le sentenze definitive non si commentano, ma l'auspicio che ci sentiamo di dover comunicare è il seguente:

"nel Resto d'Europa la pratica delle autocertificazioni per le malattie brevi è prassi comune: perchè in Italia, è così difficile raggiungere questo livello? Grandi passi sono stati fatti da precedenti Governi in materia di autocertificazioni (e nel contempo, di responsabilità penali delle dichiarazioni mendaci): perchè anche su questa materia non si arriva ad una prassi di questo genere"?

Non sarebbe meglio autocertificarsi, sotto la propria responsabilità (penale e pesantemente sanzionabile in caso di falso) una breve malattia (magari stabilita da un elenco apposito) che richiede, magari, una terapia da banco senza prescrizione medica? Mentre mantenere necessaria la visita per il protrarsi dei giorni e quindi della quota minima di tolleranza?

E' una personale e libera opinione; sicuramente lontana anni luce dall'addivenire cosa reale.

Data pubblicazione: 16 maggio 2012

9 commenti

#4
Dr. Lorenzo Giacchetti
Dr. Lorenzo Giacchetti

Non secondo me l'autocertificazione in un paese come l'italia non può andare.
Così come si dovrebbe essere molto più rigidi come avvieni in molti altri paesi, sull'emissione dei certificati di malattia.

#5
Dr. Luigi Laino
Dr. Luigi Laino

Caro Lorenzo,
mi pare che siamo d'accordo sulla richiesta di maggior rigore e sulla non giustificazione del dato specifico (medicinali.it e tutti noi operatori medici, da sempre sottolineiamo la FONDAMENTALITA' della visita diretta la quale non può e non deve mai essere sostituita surrogata o vicariata da altre funzionalità - telefono od internet compreso).

La questione che ho voluto porre in evidenza - e che questa sentenza suggerisce - è la ricerca di una nuova e più utile modalità emissiva delle certificazioni di malattia.

La mia ricetta semplice e contestabile, ma mi pare anche condivisa da più parti, ricalca non solo lo stile di molti paesi europei (e mi pare che l'europa sia ad oggi una nazione..o siamo solo Euro e Debito ? ;) ma anche ciò che da anni è stato improntato anche in Italia e non su facezie, ma anche su importantissime autocertificazioni (dalle fedine penali in poi) che il cittadino può ad oggi liberamente autodeterminare.

Siamo tutti medici, quindi sappiamo bene quanto sia importante fare diagnosi clinica, ma ad oggi nonostante io sia un dirigente medico specialista, mi sento un po' dalla parte di tutti quei medici di famiglia che cercano di fare bene il loro mestiere e - lo dico anche da specialista dirigente - sono (siamo) sempre più coperti da burocrazia.

Ripeto non è una giustificazione del singolo atto e pieno rispetto delle sentenze, ci mancherebbe, ma forse una riflessione congiunta potrebbe aiutarci tutti: medici e pazienti (ricordo che anche la sig.ra è stata condannata)

saluti

#6
Dr. Luigi Laino
Dr. Luigi Laino

REFUSO DELLA AUTOCORREZIONE TASTIERA:

leggasi medicitalia.it e non medicinali.it (ma può essere un idea:)

#7
Dr. Flavio Borgomastro
Dr. Flavio Borgomastro

Io credo che andrebbe abbassato il massimale di pazienti per i MMG .In questa maniera si assisterebbero meglio i propri pazienti,si potrebbero fare più agevolmente le visite domiciliari senza essere oberati da lavoro per l'ambulatorio superaffollato ,e si lavorerebbe più serenamente.Però gli attuali MMG massimalisti non vogliono sentirne parlare viste le cospicue "entrate".Se il MMG passasse da convenzionato a dipendente del SSN sicuramente le cose andrebbero meglio e non ci sarebbe più la corsa a racimulare pz creando spesso anche una concorrenza sleale tra colleghi

#8
Utente 437XXX
Utente 437XXX

Molte Aziende, come quella per cui lavoro, accettano l'autocertificazione per malattie inferiori a 3gg., corrispondenti alla Carenza, comunque completamente a carico dell'azienda stessa.

#9
Utente 223XXX
Utente 223XXX

E cosa ne dite della necessità della ricetta medica per acquistare, ad esempio AULIN o medicinali ben più importanti, come gli antidepressivi?
Quando poi il medico , ti fà la ricetta senza nemmeno chiederti
per cosa ti serve?
Comunque non voglio generalizzare. Ci sono medici molto scrupolosi.

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