La responsabilità civile del medico consulente su internet

antonio.valassina
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare

Avvio una discussione su un tema apparentemente lontano dalla realta' quotidiana degli ospedali e del contenzioso noto alla maggioranza dei colleghi, ma che sara'di grande attualita' in futuro: la responsabilita' civile del medico che effettua consulti online.
Partecipo da alcuni anni come consulente medico, a titolo gratuito, come tutti i medici che vi afferiscono, al piu'grande network di consulti online italiano. Preciso che e' anche il piu'grande in Europa e uno dei pochi VERI luoghi dove si fa consulto online nel mondo: www.medicitalia.it (366.535 utenti, 7.363 medici iscritti, 439.456 richieste con 980.432 consulti forniti).

Sito web di assoluta serieta', certificato HonCode.

Il tema del ruolo etico, deontologico e giuridico di questa nuovissima attivita' professionale (per quanto su base volontaria gratuita) ha trovato ampio spazio nei dibattiti interni a MI, con il risultato di una progressiva presa di coscienza della comunita'medica iscritta e con interessanti riscontri in tema di auto regolementazione e codice interno al sito.

Da questo dibattito interno sono emerse alcune indicazioni sui problemi da affrontare.

  1. In primo luogo appare di grande evidenza il gigantesco problema del vuoto totale legislativo e deontologico nazionale ed europeo che non prevede questo tipo di attivita'professionale.
    Nota bene: si parla di consulto online VERO, dunque con interazione diretta tra medico e utente e non di pubblicita'passiva su internet che e' l' única attivita' in realta' normata in Italia e all' estero.
  2. A questo vuoto si aggiunge la problematica delicatissima ed esplosiva della "scoperta" di errore medico, avvenuto nel reale, da parte di un consulente medico online.
    Come voi sapete, le regole HonCode e le regole generiche che trattano in qualche modo il consulto online (vedi OMS), chiedono esplicitamente di non fare diagnosi, di non suggerire terapie e di non indicare prognosi attraverso il consulto online. Di fatto, noi su Medicitalia, ci siamo trovati a dover registrare numerosi casi di possibile "malpractice" o di evidente errore medico.

Potete immaginare il nostro conflitto nel trovarci stretti da una parte tra il codice deontologico ippocratico a cui tutti abbiamo giurato fedelta' e dall' altra tra la normativa HonCode che chiede di NON suggerire alcun tipo di diagnosi-terapia-prognosi.

Che fare?

Noi naturalmente, da soli, non possiamo risolvere un dilemma di tale portata che sottende prima di tutto uno straordinario ritardo culturale delle Istituzioni di fronte all'evoluzione velocissima dei sistemi di comunicazione del Web e un conseguente vuoto normativo e deontologico.

Quale risposta abbiamo cercato di dare? Ma prima, voi, tecnici della salute, quali risposte avete dato, qualora vi siate trovati nel digitale a dover affrontare i problemi della comunicazione e dell' informazione via internet, quali soluzioni avete escogitato in caso di errore medico?

Preciso, a titolo di "disclaimer", che ho citato esplicitamente il sito MI perche' e l'unico in Italia a fare questo tipo di attivita' (consulto online attivo vero) e tra i primi al mondo per numeri.
Inoltre, dichiaro che non ho nessun tipo di relazione di interesse di alcun tipo con il sito in questione. Ma la fonte e il contesto andava citata per trasparenza e per capire di che cosa stiamo discutendo.

Data pubblicazione: 15 giugno 2014 Ultimo aggiornamento: 27 giugno 2015

15 commenti

#2
Utente 344XXX
Utente 344XXX

Buongiorno dottori e medici
Secondo me, e lo dico da non medico, potreste risolvere il dilemma sostituendo la parola "consulto" con la parola "consiglio" o la parola "raccomandazione" che sono certamente meno ufficiali, diciamo così. D'altronde avendo il medico on-line evidentemente una conoscenza superficiale del paziente che si basa esclusivamente sulle sue dichiarazioni e non anche su una visita vera e propria, acquisizione di documentazione e cartelle personali, ecc. non vedo alternative che rimarcare la sua conseguente limitata responsabilità per poi farla sottoscrivere al paziente.

#3
Dr. Armando Ponzi
Dr. Armando Ponzi

Consiglio o raccomandazione: la penso esattamente come l'utente 344617.
Ad oggi non avendo dati cos'altro si può fare?

#4
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania


Il problema sulla corretta dizione consiglio-consulto in realtà è stato approfondito più volte e poi per molte ragioni abbiamo deciso di mantenere l'ultimo pur se chiaramente per certi aspetti improprio.

https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html

N.B. Che il consulto virtuale non possa sostituire quello reale è ribadito e sottolineato molte volte. Chi risponde ad una richiesta di consulto dovrebbe esserne consapevole e purtroppo di conseguenza responsabile. Ma questo vale anche nella vita reale quando un paziente ha delle aspettative esagerate richiedendo informazioni al medico tramite mail o telefono.

#5
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Il contributo del dr. Salvo Catania e' il primo in letteratura su questo tipo di problematica, totalmente ignorata in ambito accademico e istituzionale.
Il merito del lavoro del dr. Catania e' quello di aver fatto uno sforzo di raccolta di dati derivati esclusivamente dalla sua attivita' di consulto online in relazione al problema dell'errore medico e dell'analisi di come l'attivita' di consulto a distanza ha modificato il percorso errato di questi utenti della Rete, malate nella vita reale.
Sicuramente un punto di riferimento per chiunque sia sensibile a questa problematica.
Quanto al signore Utente 344617 devo dirle che Lei, in linea di massima, ha ragione a porre il problema semantico della definizione o meno di "atto medico" rappresentato dalla risposta che un professionista, laureato in Medicina e Chirurgia, eroga in pubblico.
Anche tra di noi e' stato discusso spesso se utilizzare il termine "consulto" piuttosto che "consiglio" o altro ancora. Qui dovri fare una lunga digressione sulla terminologia
Il problema, pero', e' che la giurisprudenza non solo italiana, ma anche internazionale non normano questo tipo di "attivita' medica" perche' da una parte non la conoscono (la ignorano), dall'altra non ne comprendono la natura confondendola con tutte le altre attivita' in Rete sulla Salute che per semplicita' qui definisco "pubblicita'".
Il problema giuridico non e' pertanto aggirabile con una modifica della definizione del consulto perche' in termini di HONcode, il codice accettato a livello internazionale per i siti che trattano la Salute, di consulto medico si tratta. Lo stesso vale per il magistrato, che, nelle more di una totale assenza di norme, trattera' il consulto/consiglio/parere/suggerimento come tale: un atto medico dove non distingue il fatto che il consulto online sia pubblico (in assenza della presenza fisica dell'utente) rispetto a quello che avviene nel reale, in privato, che etimologicamente significa segreto.

#6
Utente 344XXX
Utente 344XXX

Dr. Antonio Valassina
Mi scusi ma non si presenta il medesimo problema con quei medici che rispondono direttamente ai pazienti/utenti, per es. in una nota rubrica televisiva su raitre che tratta di salute, anche se solo verbalmente? (E resta cmq la documentazione della registrazione televisiva). Loro non la risolvono con le precisazioni, le puntualizzazioni e le cautele del caso, rimandando infine il paziente/utente al suo medico curante?
Secondo me, ma questo è un mio parere da profano, un consiglio medico non è mai riconducibile ad attività medica, per il semplice fatto che un consiglio non è un'attività nè è detto che debba essere la premessa di una qualche attività e cmq anche se la fosse, non ci sarebbe alcun legame di causa-effetto tra le due cose, come avviene per es. con una prescrizione medica, visto che per passare alll'attività il paziente dovrebbe in ogni caso superare un ulteriore filtro medico nella sua vita reale. A parte il fatto che non vedo questa grande responsabilità persino nel medico curante reale, e parlo per esperienza di mio padre, il quale dopo una diagnosi evidentemente sbagliata del suo medico che ha sottovalutato il suo problema e gli ha prescritto delle cure persino dannose (e per questa ragione il mio vecchio è finito al pronto soccorso), si è addirittura meravigliato quando infine mio padre si è deciso a comunicargli che lo avrebbe lasciato. Vabbè che qui siete tutti specialisti, e forse la cosa è diversa.
Saluti.

#7
Utente 153XXX
Utente 153XXX

Buongiorno a tutti, io ritengo che il problema non sia terminologico, infatti chiamarlo consulto o consiglio non cambierebbe molto ai fini pratici, che poi al giorno d'oggi anche andando dal medico di persona riceviamo solo consigli.
Infatti vorrei ricordare che una volta sul paziente si somministravano cure e si praticavano interventi senza informarlo neanche o quasi sulla malattia, mentre ora all'opposto ( e all'eccesso)non si fa nulla senza il consenso del paziente. E' giusto questo? Il paziente ha le capacità e le conoscenze idonee a fargli prendere la decisione giusta? Ovviamente di questo il medico non si preoccupa, non può preoccuparsene perchè il medico ormai e purtroppo deve salvaguardare prima se stesso da eventuali azioni legali e risarcitorie. E allora che si è fatto? si è lasciata la scelta al paziente con l'istituzione del consenso(informato? mah!)
Ma è anche vero che con pagamento del ticket sanitario o della fattura si instaura un contratto tra medico e paziente, contratto che invece non si instaura on line in quanto gli utenti sono anonimi, non paganti, insomma non sono vostri pazienti, per assurdo non sono neanche pazienti veri in quanto voi non sapete neppure se stanno male veramente o se il consulto non è che mera curiosità su una patologia.

D'altra parte mi vien da dire che un sito di consulti on line è totalmente inutile se l'unica cosa che può dire è " rivolgetevi al medico" quando spesso ci si rivolge a questi siti proprio per avere un'altro parere, per essere in grado di scegliere se quel che il medico reale ci ha proposto è corretto, per cui se non potete esser liberi di esprimervi, tanto vale che vi godiate le vostre famiglie e le vostre passioni anzicchè perder tempo con gli utenti del web.
Come risolvere il problema? Nel modo più semplice....Al momento dell'iscrizione il richiedente dichiara di esser consapevole che il consulto on line ha il solo scopo di fornire pareri scientifici sul quesito posto, per cui anche se nella risposta date un nome alla patologia che pensate affligge il richiedente o dite quali sono le possibili cure, non sono ne diagnosi ne proposte di terapie(che poi anche qui o parliamo di farmaci da banco che cmq il paziente usa e conosce già bene o sono farmaci che vanno prescritti per cui anche se nominate il principio attivo un medico reale deve poi prendersi la responsabilità di prescriverli e quindi visitare prima di farlo).
Vabbè mi sa che il messaggio è un po' confuso, come lo siamo spesso noi pazienti davanti ad un medico, per cui vi ringrazio per quello che potete fare per noi on line e cordialmente vi saluto.

#8
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

#344617
Lei ha ragione. E'proprio cosi'. Ma se Lei presta attenzione il gioco del conduttore e di chi risponde e'quello di fornire:
a. una informazione come se fosse una diagnosi
b. far credere a tutti gli ascoltatori che "l'esperto" di turno dopo una serie di notizie da parte dello spettaore di turno che telefona (sempre incomplete o errate) possa "miracolisticamente"fornire SEMPRE E COMUNQUE una diagnosi, una terapia e una prognosi PERSONALIZZATA.
Non e'cosi. Infatti, poi, molti (ma non tutti "gli esperti") in tono colloquiale DOPO aver erogato la sentenza, consigliano al povero interlocutore/utente di rivolgersi a centri specializzati nel loro territorio.
Esiste, pero'una grande differenza. Il "parere dell'esperto"avviene in tempi brevissimi con domanda ultra succinta o peggio (vedi sopra) SENZA possibilita'di interlocuzione PUBBLICA successiva e nel TEMPO con "l' esperto". Apparentemente la domanda viene posta dall'utente, ma in relata'la trasmissione e'pilotata (ha un titolo o un tema) per cui non e'possibile parlare d'altro. L'esperto" tratta l'utente come PAZIENTE. In poche parole e'come la pubblicita' dei farmaci o di nuove tecniche mediche. L'informazione in questi format viene erogata in un contesto in cui si procede dall' alto in basso(TOP/DOWN) e dove la tecnica e'quella del marketing dove gli spettatori sono clienti da fidelizzare (e mal-educare) ad una fruizione consumistica della Medicina e di tutto quello che ruota intorno alla Salute.
Nel consulto online, quello vero, regolato dal codice HONcode, in siti che garantiscono la serieta'e la professionalita'dei medici afferenti come consulenti, dove l'utente si sente libero si rivolgere una o infinite domande ai consulenti, il tema e la domanda viene posta davvero dal basso, puo'assumere diverse valenze in quanto e'modificabile nel tempo, secondo la storia e i sintomi dell' utente. Il consulente online cerca di stabilire prima di tutto un livello di comunicazione alla pari e fruibile da tutti gli utenti. Quindi cerchera' di erogare informazioni non solo od esclusivamente sul quesito posto dall' utente del sito, ma su tutto quello che concerne quel tema senza limiti di tempo e di argomento specifico ( dare strumenti di comprensione del proprio CORPO e della propria MENTE = Educare alla Salute).
Questo e'un rapporto in cui la domanda e'posta veramente dall' utente e dove il confronto e'alla pari grazie alla Rete e grazie al fatto che il cittadino che utilizza quel sito viene considerato (DEVE essere considerato) un UTENTE e non un paziente. E'un rapporto che viene definito DOWN/TOP.

Dopo di che, ripeto, il problema e'che in caso di utilizzo errato dello strumento Internet da parte del consulente online in caso di contenzioso il magistrato interpetera'sempre qualsiasi cosa scritta dal medico nel web come "atto medico" e non fara'distinzioni tra consglio e consulto...

#9
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania


>>>D'altra parte mi vien da dire che un sito di consulti on line è totalmente inutile se l'unica cosa che può dire è " rivolgetevi al medico" quando spesso ci si rivolge a questi siti proprio per avere un'altro parere, >>

Su quale base afferma ciò ? Sulla sua esperienza come utente ?

Sull'unico studio esistente con dati oggettivi

https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html

(lo legga però sino alle conclusioni) solo il 18 % dei consulti è stato rinviato a consulto reale.
Vuol dire che nell'82 % dei casi il consulto è stato considerato esauriente dagli stessi utenti attraverso i dati del Rating.

#10
Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

#Utente 153867
Gentile signora, condivido con Lei che online non vi sia alcuna differenza tra consulto e consiglio, del resto come nella vita reale. Non sono d' accordo quando si dice che anche andando dal medico di persona si ottengono "consigli" in senso svalutativo. Come se l' aiuto del medico al paziente in termini di diagnosi, terapia (fisica, medica o chirurgica) e prognosi siano riducibili a qualcosa di assolutamente superficiale, tanto da poterlo tranquillamente considerare poco utile o inutile.

Sul problema del "consenso informato"sono ancora d'accordo con Lei quando ne denuncia i limiti e l'uso puramente strumentale. Troppo spesso si invita il paziente a firmare cose che non sono state spiegate, che magari comunque non capisce o suelle quali nutre dei dubbi. Ma, purtroppo, il consenso "informato" e' solo una scappatoia inventata dalle istituzioni per non affrontare il vero problema italiano: l' educazione permanente al diritto alla Salute. Qui Le devo dire che la prima responsabilita' di questa gravissima mancanza e', nell' ordine:
- delle famiglie
- della scuola
- del sistema sanitario nazionale
che non si sono mai posti il problema, come se non esistesse.
Invece una popolazione informata sul proprio Corpo e sulla propria Mente renderebbe piu'in Salute la popolazione stessa e piu'salubre il rapporto tra SSN e paziente. Non e'dunque un problema di cui far carico in primo luogo i medici, che, a loro volta sono vittime di questo modo errato di concepire il dirtto alla Salute. Dopo di che'esistono, e'vero, anche le respsonsabilita'dei medici, ma andrebbbero distinte da quelle di cui sopra.

Le garantisco che sono invece molti i medici molto preoccupati di questa situazione disastrosa e la medicina difensiva e'l'ultima strada, scelta da alcuni, per difendersi da condizioni di lavoro assurde NON volute dai medici, ma scelte da politici e amministratori di vari partiti, nessuno escluso.

In ultimo devo segnalarle che il "contratto"con il medico non e'affatto legato alla corrispondenza di un pagamento (parcella o ticket). Questo e'un errore in cui cadono moltissimi pazienti.

Il contratto medico-paziente sul piano giuridico e'un contratto SOCIALE qualificato da cui discende una particolare responsabilita'civile.

La responsabilità da contratto sociale qualificato è una particolare forma di responsabilità civile che prescinde dall'esistenza di un contratto inteso nel senso stretto del termine, laddove tra il danneggiato e il danneggiante sussista una particolare relazione sociale considerata dall'ordinamento giuridico idonea a determinare specifici doveri comportamentali non riconducibili al dovere generico di non ledere l'altrui sfera giuridica.

In poche parole, il rapporto medico-paziente NON e'determinato da un contratto di tipo economico, infatti questa responsabilita'esiste sempre e comunque anche quando non si paga (esenti ticket, prestazioni gratuite o prestazioni straordinarie al di fuori della sede di lavoro, come, ad esempio nel soccorso domestico o stradale).
Le diro'di piu'. Il contratto esiste nel momento stesso in cui qualsiasi medico interagisca COME medico con chiuqnue e ovunque, indipendentemente dalla sua volonta'. Ad esempio se mi fermo per la strada per soccorrere un passante con un malore o un traumatizzato dela strada, in quello stesso momento, come medico, contraggo un rapporto di responsabilita'civile con quella persona, anche se priva di coscienza (= indipendentemente dal suo consenso!).
Se sbaglio qualcosa durante il soccorso, per essere chiari, nonostante la mia buona volonta', il magistrato mi condannera'!

Quindi Lei e'in errore a ritenere che NON vi sia un contratto tra medico e utente online, perche' anche qui nasce una sorta di contratto sociale e una conseguente responsabilita' da parte del medico, nello stesso momento in cui si chieda informazioni a qualcuno "in quanto medico", anche per telefono, via email oppure online su un sito. Questo e'il punto.

La ringrazio di avermi offerto, con le sue osservazioni, la possiblita'di chiarire questo aspetto fondamentale.

Dopo di che e'vero, la differenza esiste.
Il rapporto medico-paziente nel reale e'privato (segreto), il rapporto online medico-utente e'pubblico (almeno per il medico, visto che l'utente resta anonimo davanti al pubblico per ragioni di privacy).
Questo e'il vuoto culturale, prima che normativo e giuridico in cui ci troviamo noi medici/psicologi consulenti online e voi utenti.

Infine, rispetto alla sua ultima osservazione, quando dice che se non eroghiamo diagnosi, terapie o prognosi online...allora siamo inutili, forse conviene riflettere che offrire un servizio (gratuito) dove per la prima volta in Italia e in Europa e'possibile avere:
a) una piattaforma di comunicazione assolutamente fruibile e comprensibile da tantissimi italiani (sito sulla Salute premiato 2013)alla pari;
b) una serie quasi infinita di informazioni sulla Salute grazie alla varieta'delle professionalita' presenti;
c) un luogo dove Medici e Psicologi si incontrano nell'interesse dell'utente
credo sia utile in quanto e'un tentativo di costruire un canale di educazione al servizio dei cittadini discutendo dei loro specifici problemi, su loro richiesta, e non facendo calare dall'alto contenuti dal sapore esclusivamente pubblicitario.

Inoltre, deve sapere, in base alle indicazione dell'OMS e dell'Ordine dei Medici che e'VIETATO suggerire diagnosi/terapie/prognosi online perche' il rischio di errore, gia'presente nella medicina reale, diventa molto alto.

Il suo messaggio e'stato chiarissimo e la prego di inviarci tutte le sue osservazioni e suggerimenti ogni volta che lo ritiene opportuno.
Grazie
Dr. A. Valassina

#11
Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Le considerazioni esposte a proposito dell'atto medico mi sollecitano una riflessione a partire dalla sua definizione (Unione Europea dei Medici Specialisti, revisione 2009):

"L'atto medico ricomprende tutte le attività professionali, ad esempio di carattere scientifico, di insegnamento, di formazione, educative, organizzative, cliniche e di tecnologia medica, svolte al fine di promuovere la salute, prevenire le malattie, effettuare diagnosi e prescrivere cure terapeutiche o riabilitative nei confronti di pazienti, individui, gruppi o comunità, nel quadro delle norme etiche e deontologiche. L'atto medico è una responsabilità del medico abilitato e deve essere eseguito dal medico o sotto la sua diretta supervisione e/o prescrizione".

L'attività di consulenza online si colloca principalmente (ma non soltanto) nell'ambito della formazione educativa (rivolta al pubblico), in maniera simile all'attività di insegnamento (didattica rivolta agli studenti in medicina o alla formazione degli specialisti) e con il chiaro obiettivo di promuovere la salute.
E' dunque UNA delle attività del medico, che non esaurisce i suoi compiti nella diagnosi e cura del malato.

La costituzione di un "setting" peculiare nella consulenza online ha fatto emergere una specificità di ruolo che si declina su molteplici registri.
A questo proposito ripropongo il mio contributo di qualche mese fa
https://www.medicitalia.it/news/medicina-generale/4388-consulto-laterale.html

#12
Utente 153XXX
Utente 153XXX

Gentilissimi Dottori,
Medicitalia è un'ottimo sito io stessa più e più volte ho chiesto a voi consiglio la dove la risposta del medico o la sua partecipazione(e sottolineo partecipazione) al mio problema medico era per me insufficiente( non per forza superficiale ma in qualche caso si). Non sempre le risposte sono state esaurienti come avrei voluto, ma sono stata abbastanza intelligente da capire che i miei problemi ortopedici(ora so che sono reumatologici)non potevano essere risolti on line senza una visita, per cui mai mi sarei sognata di criticare il medico che mi consiglia di rivolgermi ad un collega per una visita "dal vivo" che la maggior parte delle volte è l'unica cosa da fare ed infatti mi stupisco che solo il 18% degli utenti esaminati nello studio del dott Catania siano stati invitati a farlo quando solo gli utenti che scrivono per un sintomo(e che quindi con ogni probabilità ancora non son stati dal medico) sono ben di più. E a questo proposito nella mia frase "un sito di consulti on line è totalmente inutile se l'unica cosa che può dire è " rivolgetevi al medico" "
forse avrei dovuto dire "sarebbe totalmente inutile", il perchè mi pare ovvio, se l'unica risposta che so di ricevere è vai dal medico sarebbe inutile porre la domanda, ma per fortuna non sempre è così e lo studio fatto, per quanto unico nel suo genere e in una specialità piuttosto delicata, sembrerebbe dimostrarlo con l'82% di utenti che hanno ottenuto una risposta che li ha soddisfatti, a dimostrazione che tra il banale rivolgiti al tuo medico e una vera diagnosi o terapia in mezzo c'è qualcosa che comunque soddisfa l'utente e probabilmente quel qualcosa è una partecipazione del medico, il vedere la disponibilità(quasi tutti i consulti terminano con ci tenga aggiornati)il non conoscerlo quindi non avere aspettative, sentirlo vicino nonostante il mezzo non lo consentirebbe, in poche parole c'è quell'empatia che è difficile trovare in uno studio medico, anche se poi a conti fatti l'utente non riceve mai diagnosi o cure, ci si sente comunque compresi, considerati.
Voglio sottolineare anche che io non ho detto che "se non eroghiamo diagnosi, terapie o prognosi online...allora siamo inutili,"come lei riporta dott Valassina, ma che "un sito di consulti on line è totalmente inutile se l'unica cosa che può dire è " rivolgetevi al medico" e lo penso ancora come ho detto sopra, ma so anche che non è il caso di medicitalia, sito in cui oltre alla sezione consulti c'è anche ampio spazio dedicato ai tantissimi articoli e discussioni su varie su temi e patologie, sulla ricerca medica, divulgazione ed educazione e sono anche articoli ben fatti, semplici da comprendere, spesso del tutto esaustivi e vi si trovano risposte a molti dubbi e non di meno conto sono curati da medici psicologi ed odontoiatri che operano sul sito a titolo del tutto gratuito e io di questo vi rendo merito, ma il quesito iniziale era molto specifico per i consulti on line in generale, non sull'utilità di medicitalia in particolare. Che poi anche solo facendo informazione senza consulto il rischio per l'utente di cadere in errate autodiagnosi è alto e il danno potenziale ben maggiore.
Infatti se chiedo un parere per un malanno e mi sento dire di rivolgermi al medico, ma se anche mi diceste che per voi non è nulla di grave o solo un tranquillo andrà tutto bene o qualsiasi altra risposta, e poi mi si indica(o comunque trovo nel sito o nel web ) un articolo dove per completezza di informazione uno starnuto è sintomo sia di un banale raffreddore che di una polmonite o peggio(l'esempio non è un caso reale, è solo un esempio)come si può esser sicuri che quell'utente non si metta in testa di avere un tumore ai polmoni piuttosto che un banale raffreddore? o viceversa?
Però immagino che dato che in quel caso è l'utente a sbagliare diagnosi non ci son problemi giuridici da risolvere e possiamo chiuderla qui.
Altra e diversa è la questione del medico in studio che ormai da solo consigli o consulti o opinioni(inutile far esercizio di semantica il risultato non cambia o cambia poco), perchè, caro dott Valassina io concordo se mi risponde magari anche un po' offeso(io se fossi un medico e come lei lavorassi in scienza e coscienza sarei offesa dalle mie parole)"Non sono d' accordo quando si dice che anche andando dal medico di persona si ottengono "consigli" in senso svalutativo. Come se l' aiuto del medico al paziente in termini di diagnosi, terapia (fisica, medica o chirurgica) e prognosi siano riducibili a qualcosa di assolutamente superficiale, tanto da poterlo tranquillamente considerare poco utile o inutile." Per iniziare le dico che se così non fosse non si sentirebbe tanto bisogno di secondi terzi e quarti pareri, di consulti on line, non si cercherebbe sul web il medico ideale perchè sarebbe già davanti a noi nello studio(e con i medici generici e dell'asl il problema è maggiore perchè spesso per ragioni di budget sono ancor più frettolosi)Poi le racconto la mia ultima esperienza e mi dirà se non è stata una visita inutile o addirittura tempo e soldi persi: faccio una visita dermatologica all'asl per verificare se ho la psoriasi e volevo controllare anche un neo, ma la dottoressa mi ha risposto che potevo scegliere solo un quesito da porle perchè la visita doveva durare non più di 8 minuti. Il risultato è stato che non mi son fidata, non ho avuto una diagnosi definitiva, non ho fatto la cura data visto che non so per quale patologia me l'ha data, ma mi ha detto solo falla e poi si vedrà, che magari per il medico nella sua testa aveva anche senso ma non spiegando nulla a me..., non ho risolto i miei problemi e ho dovuto rivolgermi ad un'altro medico( in questo caso dal vivo, ma in prima istanza avrei potuto chiedere delucidazioni on line).
Che la pressione alta me l'ha diagnosticata l'oculista e non il medico di base( il controllo pressorio dovrebbe essere routine invece non lo fanno mai) e mi ha spedita lui subito da un cardiologo.
Per cui se dico che spesso le visite mediche sono superficiali e inutili lo dico perchè l'ho provato sulla mia pelle, poi forse potremmo discutere se questo dipende dal medico o dal sistema sanitario che è allo sbando, forse più dal sistema, è un'altra cosa.
L'ultima riflessione riguarda l'essere o meno pazienti di un medico on line. Anche qui riporto le mie opinioni in quanto utente di servizi medici on line
In nessuno dei consulti io mi son sentita paziente del medico che mi ha risposto proprio perchè non l'ho mai visto, lui non mi ha visitato, addirittura nel caso di medicitalia non sono neppure io che l'ho scelto in quanto è stato il medico a scegliere di rispondermi(su altri siti sai a chi fai la domanda) Io interagendo su medicitalia ad esempio, sono, o meglio mi sento, solo un utente di medicitalia, non sono una paziente di questo o quel dottore(o forse lo sono a quanto pare, ma non dovrebbe esser così, in realtà sono un utente di un servizio on line che tratta di medicina). O meglio sono un paziente virtuale, che chiede un parere virtuale ad un medico anch'esso virtuale e tutto deve rimanere nel mondo virtuale, che per definizione non è reale, ma solo realistico.
Ora certo io non mi intendo di giurisprudenza per cui non so se questo sia giusto o meno dal punto di vista della responsabilità civile che in quel momento il medico che ha risposto aveva nei miei confronti, però basterebbe decretare, con leggi appositamente studiate, qualcosa tipo che gli utenti dei siti web che trattano di medicina non possano esser considerati pazienti e soprattutto che il medico pur rispondendo in base alle sue conoscenze scientifiche non è da considerarsi "medico curante" di quel determinato utente.
Nei casi di incidente o di assenza di coscienza lei medico che pur non interpellato(ma non è obbligatorio per chiunque prestare soccorso?) decide di agire sulla persona decide anche di essere suo medico curante, non virtualmente(o realisticamente), ma realmente assumendosene la responsabilità vista l'urgenza, ma nel sito viene interpellato solo in quanto medico virtuale per volere dell'utente che se la volesse come "medico curante"andrebbe a vedere dove lavora e verrebbe di persona. Per cui magari si potrebbe normare la differenza tra medico(ad esempio: persona laureata che gratuitamente diffonde il sapere medico tramite pareri consigli articoli e può essere scelto da un paziente come medico curante, ma non lo è automaticamente)e medico curante(ossia professionista scelto tra vari medici dal paziente per occuparsi della sua salute in generale o di una patologia particolare)

E' possibile questo? probabilmente no o comunque è un tema talmente delicato da non poter esser liquidato con poche parole, ma che certamente è auspicabile che si risolva perchè credo sarà sempre maggiore il numero di utenti che cercano consigli medici on line.
Per ora cordialmente vi saluto e vi ringrazio del lavoro svolto che pur rimanendo chiuso in un mondo virtuale è svolto realmente con passione e dedizione e dagli articoli e da queste discussioni si capisce più che nei consulti.

#15
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Salve, Dottor Valassina
Ho letto saltuariamente, per mancanza di tempo, le considerazioni fatte da Lei, dai dottori partecipanti e da qualche utenti e trovo che sia stato utile per capire determinate cose che non riuscivo a capire tanto "il senso pieno" della vostra collaborazione... Ossia, del vostro dedicarsi volontariamente nel sito cercando di chiarire determinati problemi senza, pero', poter aiutare fino la fine. Dico cosi', visto, per esperienza propria e di conoscenti, che quando diciamo qualcosa in piu' ad un dottore, non so la percentuale, si offende come se noi volessimo "sapere" piu' di loro, oppure, fare il loro lavoro... Non so bene come spiegare.
In questi giorni, anzi, da un po' di mesi, sono nel dilema di "cambiare" medico o chiarire prima con lui e con cio', decidere se lasciarlo o rimanere... Non mi piace fare le cose senza una "concusione" vera e propria, magari sbaglio in quello che penso, c'e' stato un sottointeso, non so, e cosi', preferirei parlarcia chiaramente, prima di prendere la decisione di lasciare il medico che ho da circa 2-3 anni da quando quello che avevo prima e' andato in pensione.
E' triste vedere che noi "non possiamo pensare alla nostra salute come di nostra responsabilita'" e si' quasi esclusivamente dei dottori. Ossia, quando andiamo da loro a raccontare i nostri problemi, sintomi o dubbi, loro si basano in quello, principalmente, se non fanno una visita vera e propria. Tante malattie, pero', assintomatiche, ci lasciano senza condizione alcuna di autarci e neanche i dottori possono aiutarci visto non avere niente con cui basarsi per una diagnosi.
Devo dire che sono "delusa" di como sono stata seguita da un po' di tempo. Certo, sempre ci sono state situazioni difficili da spiegare e non e' mai facile ne' per il paziente ne' per il dottore, prendere coscienza della vera situazione da affrontare, ma, se non mi sbaglio, ho avuto due aborti dall'inizio dell'anno scorso ad ottobre e, secondo me, uno, per mancanza di piu' attenzione da parte del dottore, l'altro, per fattalita', ma mi sono sentita, anzi, mi sento ancora, non seguita bene.
Il primo, sembrerebbe che degli antibiotici con funzione anticoagulanti abbiano causato l'aborto di una gravidanza, forse, appena iniziata e l'altro, l'inizio di una mola vescicolare (ipotisato dallo istologico). Per il primo, il mio dottore mi ha criticata per una richiesta di esami sia della tireoide, sia della fertilita' visto la mia eta'... L'altro, avendo gia' passato l'esperienza di prima che lui non ha considerato come un aborto, ma come una mestruazione normale, ma che ho sentito dei dolori fortissimi come se fosse di un parto (ho una bimba di quasi 6 anni) ed andando in bagno, dopo due giorni di antibiotici, ho avuto la perdita... Devo dire che ho fatto un test con risultato negativo, che mi ha detto lui di farlo, altrimenti mi avrebbe datto un'atra cura... Mi sono sempre domandata, il perche' non me l'avesse data prima... ossia, una cura compatibile con una gravidanza... Erano passati circa solo 16gg con rapporti non protetti e naturalmente, non tutti i giorni e con cio', era troppo presto per un risultato positivo... Ora, dopo il raschiamento, in qui nello istologico consigliano "monitoraggio clinico-strumentale relativo", mi e' stato negato il controllo beta. Secondo lui, 7,8 che avevo a gennaio non e' patologico... Si', forse si' per un'aborto normale, ma il mio non e' stato. Ho dovuto chiedere l'impegnativa al ginecologo che mi ha seguito in ospedale. Ora ho il nuovo risultato e devo portarlo. Si', ho un risultato basso, 1,8, ma lo stesso dottore mi ha detto che nel mio caso, se non ho capito male, essendo stata la placenta a causare il mio aborto, rischio una brutta malattia in futuro... Con questo, vorrei dire:
- Secondo me, come ho letto anche da un dottore ha parlato qualcosa del genere, con base legale, il Vostro Sito dovrebbe chiamarsi "Scuola Medica", oppure "Educazione alla Salute", "Studi di Casi Medici", anche perche', come ha detto uno utente, non sempre gli utenti dicono la verita', oppure, e' un caso vero, ma ipotetico per curiosita'... Ossia, Voi praticamente potresti fare delle "lezioni" di studi di casi veri o ipotetici, ma iniziando sempre con una frase scritta in MAIUSCOLE del tipo "I CONSIGLI, RACCOMANDAZIONI E/O CONSULTI SONO ESCLUSIVAMENTE A TITOLO EDUCATIVO E PRIMA DI PRENDERE MEDICAMENTI O PROVEDIMENTI CHE RIGUARDANO LA SUA SALUTE O DI ALTRI, CONSULTATI IL VOSTRO DOTTORE DI BASE O UNO SPEZIALISTA, BASANDOSI ANCHE NELLE INFORMAZIONI MANCATE DA PARTE VOSTRA..."
Ma, naturalmente, per questo, sarebbe ideale che i nostri dottori di base o specialisti da noi consultati avessero l'umilta' di accettare che noi possiamo (come primo interessato al nostro benessere) contribuire per un migliore svolgimento del suo lavoro e tutti guadagnerebbero... Ossia, vorrei chiedere al mio dottore di farmi una lastra al torace, come consiglio dei medici on line, ma non ho il coraggio visto lui avermi sempre creato problemi per le miei richieste... Insomma, per me e' un dramma...
Comunque, per me e' sempre valido ed interessante leggere dei documentari sulla salute e temi che riguardano la vita, la societa', natualmente, dobbiamo sempre usare i nostri "filtri" per un buon uso delle informazioni a disposizione... Per fortuna l'internet ci fornisce tanti vantaggi in questo senso, ma dobbiamo naturalmente, come detto prima, essere attenti e questionare, qui toccherebbe al nostro dottore fondamentare per il si' o per il no di quello che sostiene determinato consulto o infomazione on line o meno...
Chiedo scusa della mancanza di chiarezza in tante parti, ma spero di poter aver passato le mie "angoscie" in una richiesta di piu' detagli anche come diagnosi, ma sempre "ipoteticamente" anche in casi veri...
Cordiali Saluti.
Persistenza

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