Di epilessia non è mai morto nessuno e di malnutrizione non si muore in due giorni

L’epilessia è un sintomo, una espressione clinica non una patologia.

E’ di questi giorni la notizia che alcuni medici incaricati dalla Procura per stabilire la causa di morte di Stefano Cucchi hanno avanzato l’ipotesi diagnostica di una epilessia come evento morboso che avrebbe causato il decesso.

Sperando che sia una bufala giornalistica o quanto meno una mancata informazione, è doveroso fare brevi precisazioni al fine di non generare rappresentazioni non vere della realtà.

Vi sono “mille” forme di epilessia con ognuna della quali l’individuo che ne affetto convive in modo del tutto normale, soprattutto quando essa è controllata dai farmaci specifici.

Certo un grave trauma cranico può essere la causa di insorgenza di forme epilettiche, come una crisi di epilessia (quella che produce perdita di coscienza) può provocare una caduta e quindi la morte. Si pensi a un lavoratore su un traliccio o a un automobilista che non assume la terapia o che essa non dovesse essere efficace.

Per quanto riguarda il caso di Stefano Cucchi invocare come causa di morte l’esordio di una crisi epilettica ha il sapore dell’incompetenza se espressa da un medico.

Le immagini del cadavere del Cucchi sono state divulgate in abbondanza. Le lesioni ecchimotiche al volto e sul corpo non lasciano dubbi sulla loro origine, ovvero non possono che essere riferite a ripetuti atti lesivi.

Né quelle lesioni si possono produrre a seguito di una semplice caduta per perdita di coscienza in corso di una crisi epilettica generalizzata, a meno che non si voglia pensare a una conseguente rovinosa caduta in una scarpata, rotolando per diversi metri.

E’ delle ultime ore una ulteriore novità diagnostica: il Cucchi è morto di malnutrizione ovvero di inedia.

Il termine  inedia deriva dal latino in (non) – edere (mangiare) e definisce una prolungata astensione dal cibo e lo stato di deperimento che ne consegue. Si dice languire d'inedia ovvero di gente morta per gli stenti e d'inedia.

Pertanto chi non si nutre o si nutre poco, male o per nulla sarà malnutrito e morirà di inedia.

Il concetto stesso di malnutrizione presume uno stato di mancata assunzione di cibo protratto nel tempo, non essendo possibile la morte per una mancata assunzione di cibo solo da qualche giorno e anche qualche settimana.

Come dei medici possano affermare che un individuo possa morire di epilessia o di malnutrizione in poco tempo è davvero incomprensibile. Essi dovrebbero avere l’onestà morale e la competenza professionale di spiegarlo, come anche di spiegare come una malnutrizione di qualche giorno e/o una crisi epilettica possano creare le lesioni, le ecchimosi riscontrate e documentate.

Certo quelle lesioni possono essere compatibili in un epilettico o in un malnutrito che, per esempio, viene travolto da un tram.

Ci si deve quindi augurare che la Magistratura faccia piena luce sulla morte di Stefano Cucchi, cercando per le problematiche cliniche, consulenti esperti nei settori specifici in cui la diagnosi va accuratamente ricercata. 

Data pubblicazione: 07 ottobre 2016

16 commenti

#1
Dr. Antonio Ferraloro
Dr. Antonio Ferraloro

Caro Giovanni,
se di epilessia non si muore e ti do ragione, sai benissimo che esiste lo stato di male epilettico o semplicemente "Stato epilettico", con crisi subentranti e continuative senza risoluzione o con risoluzione incompleta tra una crisi e l'altra.
Questo rappresenta un'emergenza medica ed è gravato da un tasso di mortalità molto rilevante, intorno al 20%.
Non voglio entrare in merito a questioni giuridiche specifiche del caso che hai preso in esame, desideravo solo specificare che di stato epilettico si muore.
Scusami per l'intervento.
Buon fine settimana.

#2
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Caro Antonio,
pienamente d'accordo. Lo "Stato di male" va trattato con terapia rianimatoria e le cause, me lo insegni, sono molteplici come per esempio una dose di farmaco eccessiva introdotta nello spazio subaracnoideo oppure a seguito di farmaci anticomitiali non assunti con regolarità o inefficaci.
Alla stessa stregua l'inedia, se non si interviene, porta a morte, così come una polmonite non curata o una banale crisi ipertensiva se l'individuo con valori alti di pressione arteriosa non assume farmaci ipotensivi o non è stato studiato per ricercarne la causa.

Ora ! sia un unico episodio critico epilettico o più di uno, sia una infezione polmonare, sia una ipertensione non hanno come espressione clinica le ecchimosi evidenziate ed evidenti sul corpo del Cucchi.

Ti ringrazio del tuo intervento e non vedo perché dovrei scusarti.

Un caro saluto
Giovanni



#5
Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

Le affermazioni dei medici che hanno sostenuto quanto illustrato lasciano molto perplessi. Rammentiamo le verosimili comorbilità.

Ma la verità è che noi non sappiamo nulla del caso (!) e sarebbe interessante poter leggere e valutare la relazione peritale per formarsi una opinione.

#7
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Qual è il concetto che di epilessia non si muore, come non si muore di inedia, come non si muore di polmonite, come non si muore di ipertensione, mi sembra di averlo spiegato.

<<La SUDEP è caratterizzata da morte improvvisa, inaspettata, in paziente con epilessia, NON TRAUMATICA e non dovuta ad annegamento, che si determini con o senza la presenza di testimoni, con o senza l’evidenza di una crisi epilettica, NON DOVUTA a stato di male epilettico e in cui il riscontro autoptico non evidenzia alterazioni strutturali o tossicologiche responsabili della morte>.
Tale definizione è un'ulteriore conferma della mia ipotesi, ovvero che tale sindrome non possa essere invocata come la causa di morte di Stefano Cucchi.

Mi sembra ,infine, anche di aver spiegato (o comunque di essermi chiesto e di chiedere) come possono essere compatibili quelle lesioni corporee con un attacco epilettico o con qualunque patologia il Cucchi o chiunque ne fosse affetto.









#12
Dr. Alessandro Raggi
Dr. Alessandro Raggi

Complimenti per questa news, vi sono effettivamente questioni che lasciano perplesso anche chi non è competente in materia e che andrebbero spiegate molto bene. Il racconto della morte per inedia o per epilessia stride effettivamente troppo con le foto del corpo straziato di lividi del ragazzo.
Le persone hanno bisogno di chiarezza e occorre potersi fidare di medici e di forze dell'Ordine, figure istituzionali che hanno il dovere di essere una garanzia per i cittadini in epoca d'incertezze.
Questa fiducia però non dev'essere considerata come "acquisita" ma la si ottiene solo con la trasparenza e la chiarezza e anche la capacità, se si commettono sbagli, di ammetterli e porvi rimedio.

#13
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Grazie del tuo intervento con il quale, a sviluppare ciò che dici, si aprirebbe un capitolo infinito sulle molte incongruenze di questo caso, ma soprattutto su convinzioni inveterate quali quelle che il medico legale è depositario di tutta la scienza medica.
Con questo lungi da me non apprezzare il difficile compito cui sono demandati i medici legali, ma al contempo non posso non essere critico sia sugli incarichi che i Giudici danno al medico legale senza affiancarlo allo specialista del settore specifico, sia a riguardo del medico legale che accetta l'incarico ritenendo di svolgerlo senza lo specialista.

Una buona giornata

#14
Dr. Matteo Pacini
Dr. Matteo Pacini

Dalla cartella clinica che si trova online, risulterebbe che gli antiepilettici sono stati somministrati regolarmente, erano gabapentin e clonazepam. Quindi uno scompenso epilettico da sospensione cura è da escludere. Parrebbe invece che lui si rifiutasse di alimentarsi e di farsi visitare, cosa compatibile con uno stato di allarme, motivato però da cosa non è chiaro. Astinenza da sostanze ? Non torna, perché avendo clonazepam un delirium tremens è inverosimile, le altre astinenze non si associano a paranoia. Aveva assunto sostanze psicoticizzanti prima, ma quando ? Mentre era in cella ? Ma anche in questo caso è improbabile, perché per quanto potesse aver preso cannabis, o cocaina, che aveva già consumato, andare in psicosi non è così automatico.
Se fosse stato prima picchiato e poi mandato in ospedale tornerebbe il fatto che fosse spaventato e si rifiutasse di prender cibo e acqua per timore di essere avvelenato, magari era stato minacciato di non parlare.

#15
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Grazie anche a te Matteo.
Confermi anche tu che qualunque sintomatologia possa essere insorta, nessuna è compatibile con le lesioni ben evidenti sul corpo.
E' consultabile la relazione dell'esame necroscopico? Quale è stata la diagnosi di morte quando questa fu eseguita?
L'epilessia e la malnutrizione è saltata fuori di recente.

Insomma, non si vuole fare chiarezza su un caso di cristallina chiarezza.

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