Da un antidepressivo una speranza per la cura dell'Alzheimer
Uno studio di recente pubblicazione di studiosi americani ha dimostrato in modelli animali geneticamente mutati e in un piccolo gruppo di volontari sani che, nella cura per la malattia di Alzheimer, l'utilizzo di Citalopram ad alti dosaggi ha permesso di ridurre la formazione di placche di beta-amiloide, che rappresenta un marker patogenetico, forse non l'unico, di questa devastante patologia.
Certamente lungi dalle illusioni e dalle eccessive aspettative, ma un'altra piccola luce si accende nell'universo patogenetico polimorfo e in gran parte inesplorato.
Si è consapevoli che i dosaggi utilizzati possono essere cardiotossici e che agire sui depositi di amiloide potrebbe non sortire alcun effetto sui danni cognitivi accumulati, ma è noto che tale molecola è ampiamente usata, per l'ottimo profilo farmacocinetico e farmacodinamico anche nel trattamento dei disturbi dell'umore in persone affette da Alzheimer e che si potrebbe studiare in ampi studi controllati un ruolo preventivo.
Bibliografia
An antidepressant decreases CSF Aβ production in healthy individuals and in transgenic AD mice. Sheline YI, West T, Yarasheski K, et al. - Science Translational Medicine. 2014 May 14.