L'emicrania protegge le donne dal diabete

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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo

Il lavoro ”Associations between migraine and type 2 diabetes in women: findings from the E3N cohort study “, pubblicato il 17 Dicembre 2018 su JAMA Neurol (doi:10.1001/jamaneurol.2018.3442) da Fagherazzi G. dell’Università di Parigi-Saclay (Francia), mostra dei risultati che possono almeno in parte consolare le pazienti sofferenti di emicrania.

Lo studio è stato condotto su una vasta coorte di soggetti nell’ambito di una ricerca epidemiologica sul diabete (Etude Epidémiologique Auprès des Femmes de la Mutuelle Générale de l’Education Nationale. E3N) ed ha evidenziato che le donne sofferenti di una forma attiva di emicrania hanno il 30% in meno di probabilità di sviluppare il diabete mellito tipo 2 rispetto alle donne senza storia di emicrania.

Questi risultati si discostano da quelli di studi precedenti che invece sottolineavano l’associazione fra l’emicrania con aura ed un aumentato rischio per specifici eventi cardio-vascolari, quali ipertensione e malattia coronarica (Framingham Risk Score). Malgrado l’associazione fra emicrania e diabete tipo 2 non sia stata ancora del tutto chiarita, poiché si tratta di malattie ad alta prevalenza, secondo gli Autori i risultati di questo studio possono avere notevoli implicazioni nella comprensione dei meccanismi che sottostanno ad ambedue le condizioni patologiche.


Gli Autori hanno esaminato i dati dello studio E3N, partito nell’Aprile 2004, in cui sono state arruolate 74.247 donne con assenza di diabete al baseline e sottoposte ad un follow-up a cadenza biennale, consistente nella compilazione di un questionario sul proprio stato di salute, che includeva l’incidenza rispetto al precedente controllo di emicrania e diabete tipo 2.

Le partecipanti sono state suddivise in tre gruppi, a seconda che avessero una emicrania attiva, una anamnesi precedente di emicrania o assenza di emicrania; nel gruppo in cui si è rilevato lo sviluppo di diabete, è stata ricercata l’occorrenza o meno dell’emicrania nel corso del tempo.

I fattori analizzati sono stati l’età, il livello culturale, la storia familiare di diabete, l’indice di massa corporea, l’abitudine al fumo, l’ipertensione, il livello di attività fisica, l’uso di contraccettivi orali, lo stato di menopausa o l’uso di ormoni in climaterio e se destrimani, mancine o ambidestre.

Dall’analisi dei dati è emerso che fra il 2004 ed il 2014, in 2372 donne si è sviluppato diabete tipo 2 la cui probabilità è apparsa, nel modello a variabili multiple, ridotta del 30% in donne con emicrania attiva rispetto a quelle che non avevano storia di emicrania (hazard ratio [HR], 0.70; 95% confidence interval [CI], 0.58 - 0.85).

L’incidenza di diabete fra i soggetti con emicrania è risultata costantemente più improbabile sia nell’analisi uni-variata (HR, 1.16; 95% CI, 1.06 - 1.27) che nel modello multivariato ad analisi fattoriale (HR, 1.07; 95% CI, 0.98 - 1.17).

Dato curioso è stato il rilievo di una più elevata incidenza di emicrania fra i soggetti ambidestri rispetto ai destrimani o mancini (odds ratio [OR], 1.13; 95% CI, 1.02 - 1.24). Altro elemento significativo è stata la constatazione che in soggetti emicranici ed obesi, prescindendo dall’età, nei due anni antecedenti la diagnosi di pre-diabete tipo 2 si è osservata diminuzione dell’incidenza dell’emicrania.


Questi dati consentono di postulare più di una ipotesi alla base di questa proporzione inversa fra emicrania e diabete, sebbene il meccanismo sia tuttora elusivo ma che sembra comunque fondato sull’innalzamento della glicemia, cui non sarebbe estraneo il CGRP, neuro-peptide che esplica un ruolo fondamentale nell’emicrania, e che è associato al metabolismo del glucosio.

In un editoriale correlato a questa ricerca (Potential Benefits of Migraine—What Is It Good For?), pubblicato su Jama Neurology, Amy A. Gelfand e Elizabeth Loder puntualizzano che questi risultati sono in linea con le osservazioni della pratica clinica che attestano la rarità del diabete-2 nei pazienti emicranici.

 

Data pubblicazione: 22 dicembre 2018

5 commenti

#1
Utente 510XXX
Utente 510XXX

Grazie dottore dell'importante, quanto saustivo, articolo. Le volevo chiedere,visto che lo studio è stato effettuato solo su donne, se le stesse conclusioni siano, comunque, valide anche agli uomini?
Ciro.

#2
Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Sig. Ciro,
La ringrazio del suo gentile commento.
Le potrei rispondere di sì in linea di principio, considerando il possibile meccanismo che pone in relazione inversa emicrania e diabete, ma lo studio è pervenuto a quelle conclusioni studiando un vastissimo campione di sole donne, che - come tutti ben sanno - rappresentano la gran maggioranza dei pazienti che soffrono di emicrania.
Cordialmente

#3
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Certamente c'è una più alta incidenza di emicrania nel sesso femminile, ma gli uomini non ne sono per nulla esenti.

Non mi è chiaro perciò un aspetto di tale studio.
Se il neuro-peptide è stato ipotizzato come responsabile dell'innalzamento della glicemia, in che modo esplica "un ruolo fondamentale nell’emicrania"?
Ne è anch'esso la causa? E quindi come si concilia la diminuizione della glicemia?
Se innalza la glicemia ed è responsabile dell'emicrania, cosa succede? Quando compare l'emicrania il neuropeptide smette di agire sulla glicemia?
Infine lo studio avrebbe dovuto ammettere anche gli uomini, a meno che non si sostenga che il CGRP non ha un ruolo nell'uomo per inibizione di altri elementi biochimici.

Ti ringrazio

#5
Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Giovanni,
i tuoi quesiti sono gli stessi che si stanno ponendo i ricercatori: il CGPR ha un ruolo fondamentale nello scatenamento dell'emicrania attraverso la sua azione sensibilizzatrice sul trigemino (sia a livello del nucleo centrale, modulando la ricettività dolorifica, che sui terminali periferici con azione vasodilatante) ma è altresì coinvolto nel metabolismo del glucosio. La sussistenza del rapporto inverso fra diabete ed emicrania è un dato acquisito empiricamente attraverso studi di statistica medica (come l'E3N di cui ho riferito nella news) e pavimenta la strada della ricerca cui compete la definizione del meccanismo fisiopatologico.
Come sempre, sei acuto e stimolante nelle tue osservazioni.
Grazie del commento e buon Natale!

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