Una dieta di buona qualità migliora l'emicrania

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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo

L’emicrania è una malattia invalidante, che causa uno scadimento della qualità della vita poiché interferisce con le normali attività quotidiane.

Secondo il sondaggio GBD-2016, effettuato nel 2016 dall’OMS sul peso sociale delle malattie (Global Burden of Disease), l’emicrania si colloca al secondo posto tra le condizioni cliniche disabilitanti, da cui risulta affetto l’11% della popolazione adulta nella varietà episodica o cronica.

Il processo di cronicizzazione può essere mitigato riducendo i fattori di rischio dell’emicrania, che sono:

  • ambientali,
  • ormonali e
  • dietetici.

In particolare è rilevante la qualità della dieta come parte efficace nel processo terapeutico dell’emicrania, riducendone la frequenza e la severità degli attacchi, se si assume cibo salutare costituito da frutta, vegetali e cereali integrali con drastica riduzione dei grassi.

Samaneh Hajjarzadeh della Clinica Neurologica del Golestan Hospital in Ahvaz (Iran) ha pubblicato su Headache (2019;59(8):1221-1228) il lavoro

Comparison of Diet Quality Between Women
With Chronic and Episodic Migraine

consistente in uno studio trasversale, svoltosi da luglio 2017 a Marzo 2018, su 285 donne di età compresa fra 25 e 55 anni (età media 37 ± 9), di cui 116 affette da emicrania cronica (EC) e 169 dal emicrania episodica (ES), comparando gli effetti della qualità della dieta con l’indice di salubrità degli alimenti HEI-2015 (Healthy Eating Index).

Lo stato emicranico è stato definito secondo i criteri della International Classification of Headache Disorders (ICHD III-Beta version), suddividendo le partecipanti nel gruppo dell’EC (cefalea ≥ 15/mese per più di 3 mesi) e dell’ES (<15 giorni/mese).

La tipologia dietetica è stata stabilita attraverso interviste mediante questionari affidabili, che prevedevano 168 varietà di cibo, con quantitativi standard, determinandone la frequenza di assunzione su base quotidiana, settimanale, mensile o annuale.

La qualità della dieta è stata determinata col punteggio dell’ HEI-2015, calcolando i dati relativi al consumo di specifici alimenti ed alla loro quantità e stratificando le partecipanti in tre categorie: 

  • qualità povera (HEI ≤50),
  • qualità da migliorare (HEI 51 – 80),
  • qualità buona (HEI>81).

Le partecipanti sono state sottoposte a determinazione antropometrica calcolando il BMI (Body Mass Index) - categorizzandole in 4 gruppi:

  1. sottopeso (BMI < 18.5),
  2. normale (18.5 ≤ BMI < 25),
  3. sovrappeso (25 ≤ BMI < 30),
  4. obese (BMI ≥ 30)

e la circonferenza alla vita ed alle natiche, calcolando il rapporto vita/natiche (Waist to hip ratio) e dividendole in due gruppi, secondo lo standard dell’OMS, se WHR <0.85 o > 0.85.

L'analisi statistica con il software SPSS (Versione 20) ha evidenziato che nelle pazienti con EC vi era un'assunzione significativamente più elevata di energia dai grassi (P=. 01) che dai carboidrati (P=.02) ed inoltre 116/285 (40.7%) e 95/285 (33.3%) erano sovrappeso o obese e 147/285 (51.6%) avevano un rapporto WHR >0.85, con una significativa differenza (P=.04) fra ES e EC in termini di categorie di WHR.

In relazione all'indice HEI le pazienti con EC avevano un punteggio basso in termini di consumo di frutta, verdura e legumi (P=.02) e significativamente elevato per prodotti caseari ed acidi grassi (P=.01) e secondo il criterio HEI la dieta rientrava per il 17,5% nel gruppo qualità povera, per l'81,8% nel gruppo da migliorare e solo per il 0.7% in quello di qualità buona.

In conclusione, lo studio ha evidenziato che la maggior parte dei soggetti emicranici ha abitudini dietetiche da migliorare e che l'indice HEI è più basso nei soggetti con EC rispetto a quelli con ES.

In uno studio controllato, è stato rilevato che la stretta aderenza alla dieta DASH analogamente ricca di frutta, verdura, legumi e basso tasso di grassi comportava uno scarso rischio di EC rispetto a coloro che non la osservavano, verosimilmente legato all'effetto anti-infiammatorio ed anti-ossidante delle diete ad alta qualità.

Data pubblicazione: 18 ottobre 2019

4 commenti

#1
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Caro Mauro,
sempre apprezzabile il tuo impegno a far conoscere nuove acquisizioni scientifiche e anche questo articolo ha la sua importanza.
C'è da dire però che, per quel che conosciamo, l'emicrania, la cefalea non hanno una unica causa e, con tutto il rispetto per il lavoro iraniano che sembra molto serio, seppur la dieta potrà avere un ruolo importante nel determinismo dell'emicrania, credo che non sia l'unico fattore di prevenzione.
Un caro abbraccio
Giovanni

#2
Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Ovviamente concordo e ti ringrazio del cortese commento.
Un affettuoso saluto
MAuro

#3
Utente 571XXX
Utente 571XXX

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Yours Mimi.

#4
Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

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