Da oggi si può donare il proprio corpo per formare i giovani medici italiani del futuro

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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare

Negli anni della mia formazione ho speso tutto il tempo possibile all'estero, in Francia e in USA, per approfondire settori superspecialistici della mia disciplina, ma anche per avere l'opportunità di fare esercitazioni di anatomia chirurgica su cadaveri, pratica educativa impossibile in Italia per una legislazione opaca e farraginosa.

Quando all'estero discutevo con i miei colleghi stranieri delle differenze dei nostri modelli di studio universitari e di specializzazione, loro mi prendevano in giro sorridendo e dicendomi

"Caro Antonio, non è che in Italia non ci siano bravi medici od ottimi ospedali, ma sono troppo spesso eccezioni, quello che a voi manca è un livello medio elevato. Per esempio noi, fino da studenti, siamo messi nelle condizioni di fare tanta anatomia sistemica e sia alla scuola di specializzaizone che, dopo, da chirurghi, possiamo eseguire anatomia chirurgica simulando tanti interventi sui cadaveri.
Voi, invece, vi esercitate... - come si dice in italiano? - sui...
...convenzionati!"

Battuta atroce, se volete, ma che descriveva una amarissima verità.

Per decenni noi studenti, poi specializzandi e infine chirurghi per ovviare a questo pesantissimo gap di formazione con i nostri colleghi abbiamo bussato inutilmente alle porte di chi poteva e doveva decidere per metterci nelle condizioni di preparaci studiando sui cadaveri.

Inutilmente.

Ed io di questa impotenza culturale, prima che politica del nostro amato Paese, me ne sono fatto proprio una malattia!

Ma a volte, quando meno ce lo aspettiamo, anche l'Italia va avanti.

La Commissione Affari Sociali della Camera ha dato il via libera, in via definitiva, ad un provvedimento di portata storica: anche in Italia gli studenti di medicina e i chirurghi potranno finalmente fare pratica di anatomia chirurgica sui cadaveri.

Infatti, d'ora in poi, si potrà donare non solo qualche organo per il trapianto, ma anche tutto il proprio corpo, dopo la morte, a fini di studio, formazione e ricerca scientifica.

Questo semplicissimo atto legislativo, un passo apparentemente oscuro e di nessun peso per il mondo dei social media e dintorni, dunque invisibile per il grande pubblico, in realtà rappresenta uno dei passi in avanti più importanti nella storia italiana della formazione dei medici e nell'aggiornamento dei chirurghi già in attività.
E', una volta tanto, un atto politico piccolo, ma dai riflessi enormi in benefici per la collettività in termini di salute.

Corollario di questa scelta della Camera è il superamento dello stato attuale di vergognosa "gestione dei cadaveri" per cui alcuni centri privati, sorti proprio sul bisogno di formazione enorme, ma insoddisfatto in Italia, avevano costruito lucrose attività di "didattica e ricerca" ad altissimi costi per i partecipanti.

Attività rese possibili utilizzando cadaveri importati dall'estero "solo per didattica" e all'estero, dopo le esercitazioni, restituiti, che, per i soliti misteri italiani, fondati su cavilli giuridici, sono stati autorizzati in silenzio per anni.

Mercimonio inaccettabile, ma soprattutto in Italia, patria dell'Anatomia Moderna dove le esercitazioni di anatomia dovrebbero avvenire prima di tutto in Università pubbliche ed essere assolutamente gratuite durante gli studi, mentre una volta divenuti chirurghi, dovrebbero essere offerte al costo più basso possibile, in modo da incentivare l'aggiornamento, agganciandolo, aspetto non secondario, ad alte certificazioni ECM!

Ultimo, ma non ultimo, si viene a chiudere un'altra storica profonda ferita nel tessuto culturale italiano.

I primi studi anatomici risalgono alla Grecia di Galeno, ma nonostante i contributi del pensiero greco, l’anatomia moderna nascerà molto più avanti, nell’Italia medievale e rinascimentale.

È qui che sorgono le prime università, e la dissezione dei cadaveri avviene già nel XIII secolo, prima per “l’esame autoptico del corpo di chi era morto in circostanze dubbie” e poi a scopo didattico, per conoscere meglio gli organi e l’architettura del corpo umano.

La prima sede di questa innovazione è Bologna, città in cui sorge una delle tante università collegate strettamente alla Chiesa. Il trattato più importante di anatomia medievale, dopo il testo di chirurgia del chierico Guglielmo da Saliceto (1270), nato probabilmente anche dall’osservazione diretta di corpi dissezionati, è l’Anathomia Mundini del 1316, di Mondino dei Liuzzi.

Al testo di Mondino, fondamentale per molti anni, ne seguono altri: quello di Girolamo Manfredi; l’Anatomia di Gabriele Zerbi, colui che getta le basi dell’anatomia comparata, insegnante di anatomia a Roma tra il 1480 e il 1486, durante il pontificato di Innocenzo VIII; l’Anatomice di Alessandro Benedetti, fondatore della scuola anatomica di Padova; sino all’opera fondamentale di Andrea VesaliusDe humani corporis fabrica, pubblicata nel 1543, cioè lo stesso anno del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico.

 

Vesalius era un fiammingo che studiò e lavorò in Italia, precisamente all’Università di Padova. 
Nella sua opera constatò che Galeno aveva compiuto più di duecento errori, e dichiarò di averli potuti rilevare grazie all’ampia possibilità goduta di sezionare cadaveri; condizione che egli trovò solo in Italia, non nel resto d’Europa.

Per non parlare dell'anatomia fatta arte negli studi anatomici, su tutti, di Michelangelo e Leonardo.

Oggi l'Italia, patria dell'Anatomia Moderna, ha ricucito un pezzo importantissimo della sua tormentata storia e gli italiani hanno guadagnato una garanzia in piu' in termini di salute.

Di questi tempo non è davvero poco.

 

Fonte:

https://www.dottnet.it/articolo/29890/via-libera-alla-legge-sulla-donazione-del-proprio-corpo/

 

Data pubblicazione: 05 febbraio 2020

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