Biomarkers disturbo bipolare.

Biomarkers e cause del disturbo bipolare

matteopreve
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo

Tra gli studi sulle cause del disturbo bipolare ne riportiamo uno (Frey BN e coll., 2013) con delle interessanti considerazioni utili per gli specialisti. Le considerazioni espresse da questa “Rete” della Società Internazionale sul Disturbo Bipolare sui possibili biomarkers coinvolti nella sua eziopatogenesi, apre le porte verso nuovi scenari e verso nuove possibilità diagnostiche della malattia maniaco-depressiva.

Anche se le cause della depressione bipolare rimangono incerte e ancora tutte da decifrare, gli studi di Neuroimaging, i Markers Periferici e la Genetica hanno apportato importanti nuove conoscenze in merito ai processi patofisiologici che sottendono al disturbo bipolare.

cause depressione bipolare

Disturbi bipolari: Imaging

Gli Studi di Neuroimaging (Structural, Functional e Spectroscopy) hanno dimostrato in maniera consistente la perdita di sostanza grigia e l'alterata attivazione delle regioni prefrontale ventrale e temporale anteriore in risposta a stimoli emozionali nel disturbo bipolare.

Structural Imaging

La piú comune alterazione strutturale riportata nel disturbo bipolare è rappresentata dall'aumento del volume del ventricolo laterale e più alti tassi di iperintensità della sostanza bianca:

  • il litio sembra portare a un incremento del volume della sostanza grigia nella corteccia prefrontale, amigdala e ippocampo;
  • studi sul disturbo bipolare in etá infantile evidanziano il coinvolgimento di strutture fronto-limbiche;
  • sono state osservate alterazioni microstrutturali dei tratti mielinizzati della corteccia prefrontale (connettività tra le regioni sottocorticali limbiche e striatali con la corteccia prefrontale);
  • la diminuzione della anisostropia della sostanza bianca fronto-temporale permetterebbe di distinguere il disturbo bipolare dalla depressione maggiore.

Functional Imaging

Identificherebbe pattern di attivazione o connettività cerebrale che potrebbero potenzialmente predire la conseguente trasformazione degli individui ad alto rischio verso il disturbo bipolare, aiutando nella diagnosi differenziale dei disturbi dell'umore (unipolare vs bipolare) e/o nell'orientamento della scelta terapeutica.

Spettroscopy

Consentirebbe di poter evidenziare le alterazioni nella biochimica cerebrale nel contesto di una anatomia normale (n-acetil-aspartato, glutammato, glutamina, mio-inositolo studiati nel disturbo bipolare).

Disturbi bipolari: Markers

Gli Studi sui Markers Periferici (BDNF, Inflamation, Oxidative Stress) hanno riscontrato la riduzione dei livelli di alcuni fattori neurotrofici e l'incremento di citochine proinfiammatorie e markers di stress ossidativo. Già dal 1970 c'é stato un forte interesse nel ricercare dei markers periferici nei pazienti con disturbi dell'umore, e la ricerca scientifica si è concentrata sull'asse ipotalamo-ipofisi-ghiandola surrenale e sui neurotrasmettitori cerebrali monoaminergici.

BDNF

Successivamente sono stati riportati anche studi sulla riduzione dei livelli periferici di BDNF nella mania.

Inflamation

IL-2, IL-6, IL-8, TNF-alfa sono le citochine infiammatorie che risulterebbero incremetate nelle fasi depressive e maniacali. TNF-alfa, IL-13 e apolipoproteina A1 sembrerebbero associate al disturbo bipolare.

Oxidative Stress

TBARS (sostanza reattiva all'acido tiobarbiturico) e NO (ossido nitrico) sarebbero incremetate in tutte le fasi del disturbo bipolare. Diversi studi suggerirebbero una connessione tra infiammazione, stress ossidativo e neuroplasticitá.

Studi di Genetica

Gli Studi di Genetica (Genome-wide association studies, Polygenic exploration, Transcriptomic and convergent functional genomic approaches) hanno identificato diversi potenziali geni candidati asociati con un aumentato rischio di poter sviluppare il disturbo bipolare che coinvolgono il ritmo circadiano, lo sviluppo neuronale ed il metabolismo del calcio.

L'identificazioni dei biomarkers del disturbo bipolare

Insieme, questi risultati forniscono la base per l'identificazione di potenziali biomarkers di vulnerabilità e di espressione di malattia e potrebbero essere utili per aiutare a capire il decorso della malattia bipolare e la risposta al trattamento. Queste informazioni potranno in avanti essere rielaborate come nelle altre aree della medicina, dove validati biomarkers indirizzano la decisione ed il fare clinico.

Bibliografia

  1. Biomarkers Network from International Society for Bipolar Disorder (ISBD-BIONET)
  2. Frey BN, Andreazza ACX, Houenou J, Jamain S, Goldstein BI, Frye MA, Leboyer M, Berk M, Mahli GS, Lopez-Jaramillo C, Taylor VH, Dodd S, Frangou S, Hall GB, Fernandes BS, Kauer-Sant'anna M, Yatham LN, Kapczinski F, Young LT.
    Biomarkers in bipolar disorder: A positional paper from the International Society for Bipolar Disorders Biomarkers Task Force.
    Aust N Z J Psychiatry. 2013 Apr;47(4):321-32.
Data pubblicazione: 29 aprile 2013 Ultimo aggiornamento: 24 marzo 2021

Autore

matteopreve
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2004 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Livorno tesserino n° 3454.

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5 commenti

#4
Utente 278XXX
Utente 278XXX

Buongiorno, molto interessante l'articolo, grazie. Una domanda vorrei farle dottore: ho un parente (zio-fratello di mio padre) che soffre di disturbo bipolare, insorto circa alla mia età. Credo di avere una predisposizione maggiore rispetto al resto della popolazione, è così? Esistono, o crede che esisteranno in futuro prossimo, degli esami o dei markers per quantificare la predisposizione nel mio caso specifico, cioè per vedere se ho delle strutture/dei parametri non normali che mi predispongano in futuro a uno sviluppo della malattia? A che cosa (comportamenti, sensazioni, stile di vita) dovrei fare attenzione per scongiurare uno sviluppo della malattia ed eventualmente quali segnali cogliere per diagnosticarla precocemente se si dovesse presentare? Grazie mille dottore!

#5
Dr. Matteo Preve
Dr. Matteo Preve

Gentile Utente, per il disturbo bipolare esiste una predisposizione genetica (una probabilità maggiore per i familiari di una persona con disturbo bipolare di poter sviluppare il disturbo rispetto alla popolazione generale). Nel futuro verranno sicuramente sviluppate grazie al progresso tecnologico e scientifico nuove tecniche per poter diagnosticare meglio questo disturbo, e soprattutto per distinguere meglio un disturbo dall'altro (ad esempio depressione bipolare vs depressione unipolare) inoltre se nella sua famiglia c'è una predisposizione a sviluppare il disturbo quello a cui può fare attenzione sono i momenti stress, e documentarsi attraverso la psicoeducazione sul disturbo (ricordandosi che é una predisposizione e non una ereditarietà!!).
Saluti.

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