Turismo sessuale online: Sweetie, bambina virtuale, stana 1000 pedofili

Mentre leggete questo articolo 750.000 pedofili sono online in cerca di vittime
(dati FBI).

Il turismo sessuale dei pedofili non si attua più solo con viaggi reali nei Paesi poveri, dove è per loro agevole entrare in contatto con piccole vittime, ma anche tramite il web: un fenomeno nuovo e in espansione a causa della relativa facilità d'accesso e anche delle minori remore che possono assalire chi non si trova a contatto diretto con la persona che si sta prostituendo dall'altra parte del video, in questo caso una bambina.
L'uso della tecnologia e l'assenza di un contatto fisico rendono più vaga la percezione della gravità di reati come lo sfruttamento sessuale dei bambini, della propria responsabilità oggettiva e anche della possibilità di essere rintracciati e scoperti.

Il fenomeno del turismo sessuale pedofilo online è in ascesa e, al momento, non ancora adeguatamente combattuto. Il numero di bambini coinvolti è enorme (10.000 solo nelle Filippine) e in aumento perchè si tratta di un mercato in cui la domanda criminale è in ascesa e si poggia sia sull'assenza di senso di colpa, agevolata dalla distanza fisica dalla vittima, sia sull'idea dell'impunità, che deriva dalla facilità con cui è possibile acquistare una carta prepagata in forma anonima e utilizzarla per pagare prestazioni tramite canali molto ben protetti da chi si arricchisce con la pedopornografia.
Lo schermo del pc è percepito dal pedofilo come uno scudo che isola e cela, proteggendo sia dalla Legge che dalla vergogna e dalla riprovazione sociale, ma la sicurezza che questa illusione infonde nei turisti sessuali online può essere utilizzata contro di loro per colpirli duramente.

Come individuare e incriminare i pedofili che usano la Rete per trovare delle prede senza mettere a rischio nessun minore né rinunciare a contrastare questi crimini? 

L'associazione Terre des Hommes ha dimostrato che scovare i predatori sessuali per coglierli sul fatto e punirli è possibile utilizzando mezzi sicuri, che permettano di raccogliare in diretta la prova di un reato altrimenti difficilmente dimostrabile e anche difficilmente punibile, perchè il bambino sfuttato sessualmente non ha alcuna possibilità non solo di far valere, ma nemmeno di concepire quali siano i propri diritti.
Terre des Hommes ha realizzato un'esca tristemente attrattiva: una bambina virtuale di 10 anni che interagisse con i pedofili convincendoli della possibilità di ottenere da lei materiale pedopornografico e prestazioni via webcam.
La finta bambina, Sweetie, è stata collegata in chatroom pubbliche inizialmente solo come presenza senza volto e ha subito riscosso numerosissimi tentativi di approccio e inviti a entrare in contatto mostrandosi in video.
A questo punto i tecnici di Terre des Hommes hanno realizzato un avatar (utilizzando tecniche cinematografiche) che raffigurasse una bambina filippina di 10 anni, provenienza scelta proprio per il fatto che migliaia di minori sono sfruttati sessualmente via web in quel Paese, entrando in contatto anche visivo con i pedofili e dando un volto alla piccola Sweetie.
Mentre Sweetie era in chat con i pedofili gli esperti di Terre des Hommes hanno lavorato per unire gli indizi che riuscivano a scoprire sui singoli uomini e individuarne l'identità: in soli due mesi ne hanno identificati e segnalati all'Interpol ben 1000, collegati da tutto il mondo e convinti di chattare con una bambina di 10 anni che, a scanso di equivoci e per tentare di suscitare qualche ripensamento, ripeteva spesso quale fosse la propria età.

Se le polizie informatiche di tutto il mondo utilizzassero questi stessi mezzi per colpire lo sfruttamente sessuale minorile via web si stima che in un anno potrebbe identificare e denunciare ben 100.000 pedofili che utilizzano la Rete per contattare i bambini.

Terre des Hommes sta promuovendo una petizione rivolta ai Ministri della Giustizia di tutti i Paesi perchè questo metodo possa entrare a pieno titolo in vigore e le singole legislazioni lo prevedano per combattere il fenomeno del turismo pedofilo online: invito a firmarla tutti quelli che credono che la salute fisica e mentale dei bambini si debba difendere quanto prima anche da queste antiche minacce attuate con nuovi mezzi.

 

Documenti:

 

Data pubblicazione: 06 novembre 2013

8 commenti

#1
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

tutto interessantissimo. sarebbe però opportuno secondo me, proprio per non mettere in allerta eventuali fruitori, che le istituzioni non svelassero l'esistenza e il volto della finta bambina. Articolo interessante.

#2
Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

In questo caso si è trattato di un esperimento che serviva a dimostrare che i pedofili che agiscono online sono tranquillamente individuabili con questi mezzi: se lo strumento sarà utilizzato dalle polizie immagino che si creeranno altri volti di bambine (e bambini) da usare come esca.

#4
Dr. Giuseppe Del Signore
Dr. Giuseppe Del Signore

Sul digitale terrestre, non ricordo in quale canale, viene mandato in onda "To Catch a Predator" è un reality show trasmesso dall'emittente americana NBC che, attraverso l’uso di telecamere nascoste, individua ed incastra “potenziali pedofili” negli Stati Uniti.

Il pedofilo contatta tramite delle chat una persona che si finge minorenne e fissa un incontro. Ad attenderlo, però, ci sarà il conduttore del programma insieme alle autorità.

#6
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

La lotta alla pedofilia ha avuto un successo maggiore grazie alla tecnologia, proprio perchè chiunque agisce sul mezzo informatico lascia una traccia ben precisa.
La necessità di creare esche *reali*, nasce invece dal fattio che nel corso degli anni sono caduti nella rete sia *pedofili virtuali*, cioè fruitori di immagini che però non erano predatori reali (ma che comunque alimentavano il commercio di immagini), sia semplici curiosi, stimolati dalle tante notizie sulla pedofilia.
Come valutare il *curioso virtuale*, magari se motivato da traumi propri pregressi che va in rete, come tentativo *personale* di elaborazione?
Queste *trappole* nascono e servono proprio ad individuare il vero predatore sessuale, rispetto al *predatore virtuale*, che non è assolutamente detto che mai agirà il proprio pensiero.

C'è poi la questione riguardante il fatto che neoplasie cerebrali possano stimolare *comportamenti pedofili*, che hanno quindi origine organica e non prettamente psicologica.

E qui la questione diventa più complessa.

#7
Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

Una neoplasia cerebrale può essere responsabile di molti e diversi disturbi del comportamento, ma è documentabile ed è presente in rari casi quando parliamo di pedofilia.
Hai della bibliografia?

#8
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Raine, Adrian. "Brain Mechanisms and the Responsible Mind: The Curious Case of Mr. Oft" Paper presented at the annual meeting of the ASC Annual Meeting, Palmer House Hilton, Chicago, IL

Se compri Mente&Cervello n. 107 attualmente in edicola (ma difficile da trovare poichè ha un dossier sull'ipnosi) c'è un articolo dal titolo "Personalità al bivio" di Daniela Ovadia.
Il signor Oft si accorse della recidiva del tumore quando gli ricomparvero i desideri pedofili.
Si cita anche Henrik Walter che ha fatto un ampio lavoro di ricerca sui pedofili statunitensi. Secondo quanto scritto solo 15% rientrano nella definizione psichiatrica, il 25% sono molestatori anche di adulti, ed il 60% sceglie i bambini come vittima debole, e quindi non perchè bambini. E diversi pedofili hanno tumori cerebrali.

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