Disconnessi day. Una dipendenza chiamata cellulare, disconnettiamoci!

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il cellulare ha il potere di avvicinarci alle persone lontane, ed allontanarci da quelle vicine.

Il ministero della Salute ha ben pensato di promuovere una nuova giornata mondiale dedicata alla disconnessione.

Giornata prova, il 22 febbraio, ma da iper connessi quali siamo, il rodaggio della neo nata ha bisogno di più tempo di qualche breve prova generale per farci assaporare davvero i benefici da disintossicazione.

 

 

22 febbraio, un uso più consapevole del web

Una nuova giornata mondiale dedicata alla disconnessione, e chi lo avrebbe mai detto.

L'invito è quello di allontanarci, anche soltanto per qualche ora, dai nostri inseparabili smartphone, dai nostri profili online, da whatsapp e dalle nostre eccessive ed intrusive email.

Lo scopo di questa atipica giornata, è quello di sensibilizzare i dipendenti - praticamente tutti noi - al fine di far riassaporare il piacere del silenzio, di una comunicazione de visu, e perché no, di tornare a comunicare con chi ci sta intorno, senza avere lo sguardo rapito e basso verso lo smartphone.

 

“Sconnessi day”. Sogno o realtà?

Rimanere senza internet, senza il nostro ventaglio che indica il wi-fi - anche solo per qualche ora, figuriamoci per un giorno -, sembra essere un vero incubo.

Ci sentiamo scollati dal mondo, tagliati fuori, non sappiamo bene da cosa e da chi, veniamo colti dall’ansia del mancato controllo; così tra notifiche che ammanettano, lucine che lampeggiano, chat e social, la nostra vita si è lentamente trasformata in un inferno.

Il paradosso dell’inferno moderno è che è di nostro gradimento.

 

La proposta

La proposta è stata emessa ieri, nella sede del ministero della Salute da Consulcesi, da un gruppo che si occupa di formazione medica, unitamente agli attori e al regista del film Sconnessi, Christian Marazziti, in programmazione in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane. 

La nuova commedia di Marazziti, tratta magistralmente il tema della nomofobia, la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete.

Una patologia che non colpisce soltanto gli adolescenti, ma anche gli adulti, uomini e donne, ricchi e poveri, soli ed in coppia.

 

Solitudine e rete, rete e solitudine

Fra i problemi dei ragazzini iperconnessi c'è quello della mancanza di noia e di tempi morti, spazi di solitudine che aiutano a crescere.

Troveranno sempre, di notte e di giorno, qualcuno con cui parlare o chattare, reale o virtuale.

Oscillano da una chat ad un gruppo, senza mai sperimentare quell’indispensabile condizione di solitudine del vivere che aiuta a crescere ed a rinforzarsi psichicamente.

Un altro aspetto da non sottovalutare è lo strettissimo legame tra solitudine e rete, e rete e solitudine.

Moltissime persone quando si sentono sole si rivolgono alla rete, ricevendo l’errata sensazione di essere davvero in compagnia, e quando vanno in over dose da rete, sperimenteranno una dolorosa e pericolosa sensazione di solitudine.

Circolo vizioso che tende a riproporsi immodificato nel tempo, dando vita ad insonnia, irritabilità e disturbi psico-somatici.

Lo stesso meccanismo muove le fila degli amori online.

Tante chat, tante emoticon e foto, e l’assoluta mancanza di pelle e di sensi.

Come sempre, non è la rete che va demonizzata ma l’utilizzo che ne facciamo, che trattasi di navigazioni lavorative o amorose.

Data pubblicazione: 24 febbraio 2018

8 commenti

#1
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone
#3
Dr. Magda Muscarà Fregonese
Dr. Magda Muscarà Fregonese

Molto interessante questo sguardo sul mondo degli iperconnessi.. io sono più indulgente, molte persone adulte ed anche molti giovani sono soli , solissimi, senza neanche relazioni illusorie, senza il desiderio di contatti, per paura del giudizio, per paura di sbagliare tono, modi, voglia di superarsi e in qualche modo partecipare..Complimenti Valeria, buon lavoro..! Magda

#4
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie cara Magda,
Il problema più grande è che il web, per quanto affascini, non fa davvero compagnia;)

Un abbraccio grande.

Valeria

#5
Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Come sempre, Valeria, i tuoi articoli sono interessanti e di grande attualità. Ieri, dialogando con un mio amico (uomo maturo e professionista qualificato) mi sono interrotto quando lui di colpo si è immerso in una chat sullo smartphone, malgrado con indifferenza (ma senza sollevare lo sguardo) mi avesse più volte esortato ad andare avanti. Io gli ho solo replicato che, non avendo alcuna urgenza, avrei potuto senza alcun problema attendere che completasse l'operazione. Valeria, immagina che è stato lui a risentirsi! E non siamo (ahimè) due ragazzini.....

#7
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti


"Disconnessi" significa anche impossibilità di connettersi, purtroppo,
vero analfabetismo tecnologico e emarginazione dagli strumenti tipici di un'epoca storica.

Noi qui sul blog siamo più a contatto con la dipendenza;
certo, i "reali disconnessi" non li vediamo neppure.
Eppure sono una percentuale non trascurabile.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5459-web-allarme-disconnessi-nuovi-analfabeti-tra-poverta-economica-e-educativa.html

Carlamaria Brunialti

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