Coronavirus. Quando la comunicazione contribuisce al danno

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

E' poco più di una influenza.... No! È un pericoloso virus....

La situazione è sotto controllo....Ora è pandemia....

Stiamo esagerando.... La situazione è drammatica....

Sono questi i titoli e le informazioni che si sono susseguiti dall'inizio dell'epidemia coronavirus. Ogni affermazione è subito seguita da un’altra in netto contrasto con la precedente, creando così negli osservatori un vero clima di confusione.

La stessa modalità comunicativa che si osserva nelle dinamiche disfunzianali di certi genitori che impongono uno stile educativo contraddittorio del tipo: devi essere autonomo, ma devi fare ciò che ti dico io!

L’effetto inevitabile è la creazione di una sorta di catena emotiva a causa della quale si percepisce una via senza uscita:

"Come la faccio sbaglio" è la percezione che abbiamo e che ha come conseguenza reazioni psicopatologiche di tipo paranoico: "Vogliono confondermi le idee volutamente".

Una dinamica che lo psicologo Watzlawick chiama "doppio legame".

Ed è la stessa dinamica oggi percepita quando si susseguono notizie che riguardano l'epidemia che sta interessando il nostro paese.

Una comunicazione schizofrenica che determina, inevitabilmente, reazioni altrettanto schizofreniche legate al sospetto paranoico, la corsa maldestra ai ripari fino alla totale negazione del problema con delle conseguenze che, paradossalmente, favoriscono la diffusione del contagio.

 

Ne discutiamo nella mia rubrica "il sonno della ragione".

 

Data pubblicazione: 13 marzo 2020

8 commenti

#1
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Molto molto bello , utile e condivisibile !
Questi danni della comunicazione purtroppo, e siamo lontani dal picco, la pagheremo con migliaia di morti ! Speriamo di no !
Cosi' condivisibile che in tempi non sospetti, ma quando ormai lo scenario cominciava a delinearsi nella sua drammaticita', mi ero definito nel mio blog Ragazze Fuori di Seno , come il dr. Ossimoro per spiegare meglio come fosse necessario somministrare le cattive notizie filtrando quelle buone da quelle meno buone.
Da una parte, poiche' non si puo' mettere il cancro in quarantena, continuare ad incoraggiare le relazioni e la resilienza attraverso la narrazione condivisa , che da noi per fortuna e' virtuale (quindi a distanza) e dall'altra parte scoraggiare i contatti sociali come unica arma disponibile per contrastare il contagio .

#7

si troppe informazioni contraddittorie anche sulla modalità di propagazione del virus. Nell'aria per ore o per pochi minuti, sulle superfici per giorni si, per giorni no, il virus presente ma non infettante ecc..

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