L'insonnia fa male alla prostata

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Questa nuova correlazione epidemiologica molto forte tra disturbi del sonno e cancro della prostata ci viene indicata da uno recentissimo studio, pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, rivista dell'American Association for Cancer Research e condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Reykjavik.

Già si conosceva un legame tra la possibilità d’insorgenza di un tumore alla mammella e la presenza di disturbi del sonno ed ora questo lavoro sembra indicarci questa nuova correlazione, a prima vista poco comprensibile, sempre tra l’insonnia e l’eventuale insorgenza di un tumore prostatico.

 
Nastro azzurro per la prevenzione del cancro della prostata

Il lavoro islandese ha preso in considerazione un campione di 2102 uomini, controllati e seguiti dal 2002-2006 fino alla fine del 2009, a tutti era stato proposto un questionario vidimato che analizzava e cercava la presenza di eventuali problematiche legate alla presenza di alcuni disturbi del sonno; fatto questo poi con l’aiuto del Icelandic Cancer Registry si è continuato a monitorare e a valutare nel tempo l’eventuale insorgenza di un tumore prostatico; questi dati venivano poi incrociati con i risultati del questionario.

Durante il periodo di controllo al 6.4% degli intervistati, cioè a 135 uomini, è stato diagnosticato un tumore della prostata.

A questo punto valutando questa particolare popolazione con un problema oncologico alla prostata si è visto che i disturbi del sonno e la vera insonnia erano più presenti ed il rischio di ammalarsi era significativamente più elevato, circa il doppio, rispetto alla popolazione di maschi non insonne.

Il risultato non cambiava, anche se si escludevano gli insonni “forzati”, cioè chi era costretto ad alzarsi di notte per urinare perché aveva problemi disurici, legati ad un problema prostatico (nicturia); questo indicherebbe un rischio non significativo se si va a considerare l’associazione inversa.

Questi primi dati aprono una nuova prospettiva e suggeriscono come, anche per la prostata, dormire meglio è più "sano"; gli stessi autori comunque, come spesso si fa in questi casi, mettono le mani avanti ed invocano nuove indagini ma nel frattempo questa nuova informazione suggerisce agli urologi un nuovo consiglio da dare ai loro pazienti per cercare di prevenire questa complessa e diffusa patologia maschile.

 

Fonte:

http://cebp.aacrjournals.org/content/22/5/872.abstract?sid=d3ad7eb9-2ec8-4ef0-9753-c93363f790b1 

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html,

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html .

 

Data pubblicazione: 11 maggio 2013

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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