Dieta vegana e rischio di tumore alla prostata

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 Una dieta vegana sembra ridurre il rischio di un tumore alla prostata.

Questo è quanto emergerebbe da un studio, finanziato dal Cancer Research Fund World (WCRF), portato avanti da alcuni ricercatori della californiana Loma Linda University e pubblicato recentemente sull’“American Journal of Clinical Nutrition”.

La ricerca, anche se sostenuta in buona parte da organizzazioni avventiste, ben note per essere “ultravegetariane” o vegane, è un lavoro molto importante e pesante che ha coinvolto 26 mila e 346 uomini studiati cercando di analizzare, nel modo più preciso possibile, il rapporto tra carcinoma della prostata, diete non vegetariane (consumo libero di carne), diete semi-vegetariane (consumo molto limitato di carne), diete latto-ovo-vegetariane (consumo di prodotti lattiero- caseari e uova ma non di carne), diete pesco-vegetariane (consumo di cibo a base di pesce) e diete vegane (consumo di cibi senza prodotti di origine animale).

 

    

 

In estrema sintesi, su oltre 26 mila uomini studiati, sono stati riscontrati 1079 casi di cancro alla prostata, e di questi solo l’8% proveniva dal gruppo dei vegani; fatte tutte le correlazioni possibili e le correzioni dei vari fattori in gioco (gruppi etnici, fattori socio culturali ed altro) le diete vegane sembrano dimostrare un'associazione protettiva, statisticamente significativa, capace di ridurre il rischio nell’avere un carcinoma della prostata.

Secondo il Cancer Research Fund World, scegliendo una dieta vegana a base di cereali, verdura, frutta, noci e soia, il rischio di avere, in futuro, un cancro alla prostata potrebbe essere ridotto del 35%.

 

    

 

Oltre ad evitare il consumo di carne i nostri ricercatori raccomandano ancora di utilizzare con molta parsimonia anche prodotti di origine lattiero-casearia come latte, formaggii, yogurt ed altro.

Dopo il lavoro pubblicato sulla rivista “JAMA Internal Medicine” nel mese di marzo dello scorso anno, che ha mostrato come una dieta vegetariana può ridurre il rischio di incorrere in un cancro colon-rettale del 22 %, questo nuovo studio sembra essere un’ulteriore conferma della necessità di ridurre in modo deciso il consumo di proteine e grassi di origine animale.

Non dimentichiamoci poi che, dati riferiti dall’American Cancer Society, il carcinoma della prostata corrisponde al 27% di tutti i casi di cancro tra gli uomini adulti ed è il secondo tumore maschile per la sua frequenza.

 

Fonte:

http://ajcn.nutrition.org/content/103/1/153.abstract

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/200-le-malattie-della-prostata-stili-di-vita-prevenzione-e-nuove-indagini-diagnostiche.html

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html

 

Data pubblicazione: 11 marzo 2016

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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6 commenti

#1
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Ma non abbiamo i dati dei paesi "vegani" o "vegetariani" di sempre con cui fare il confronto? Cioè, le popolazioni "vegetariane" dovrebbero già avere un incidenza statistica minore di tumori della prostata. O sbaglio?

#2
Ex utente
Ex utente

Buongiorno Dr. Giovanni Beretta, un Suo giudizio può essere importante per capire quali sono realmente le cause dei tumori.
Prima realtà: quali sono le differenze fondamentali fra gli alimenti di origine animale e l'alimentazione principalmente vegetariana?
Invio due studi i quali indicano che i grassi animali possono essere nocivi perché VASOCOSTRITTORI, al contrario gli alimenti di origine vegetale contengono le sostanze (soprattutto gli antociani) che agiscono protettivamente nella VASODILATAZIONE PRINCIPALMENTE ARTERIOSA.
Allora appare verosimile che, nutrendoci quotidianamente con abbondanti alimenti vegetali otteniamo l'aumento giornaliero della Circolazione del Sangue e dell'Ossigeno nelle cellule di tutti gli Organi del Corpo.
Se invece ci nutriamo con troppi alimenti di origine animale rischiamo le dannose vasocostrizioni e la conseguente riduzione della Circolazione Sanguigna, causando in questo modo più frequentemente le malattie oncologiche.

Penso che i Medici siano tutti d'accordo nella realtà la quale indica che, in presenza di una buona Circolazione Sanguigna si ottiene in maggiore percentuale la prevenzione dei tumori.
Se poi all'alimentazione abbondantemente vegetariana aggiungiamo anche l'INCREMENTO della pressione parziale di ossigeno nel sangue (aumento della pO2 arteriosa) ottenuto con un regolare esercizio fisico aerobico, la prevenzione dei tumori sarà percentualmente molto alta.
Dr. Giovanni Beretta, apprezzerei davvero un Suo Stimato Giudizio riguardo a quello che penso di aver capito svolgendo una ricerca sulle malattie oncologiche, e nel frattempo invio il mio saluto.
Pino Fronzi

https://it.wikiquote.org/wiki/Grasso_animale

http://www.piuvivi.com/alimentazione/cibi-vasodilatazione-quali-sono-alimenti-vasodilatatori.html

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Fernando,
è vero quello che tu dici ma non si hanno poi , in questo modo, dati così precisi e verificabili, con tutte le correlazioni possibili e le correzioni dei vari fattori in gioco (gruppi etnici, fattori socio culturali ed altro).
Sicuramente sono comunque dati "generali" che confermano le tendenze "anti-neoplastiche" di una dieta povera di grassi e proteine di origine animale.

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
le sue osservazioni sono in generale tutte condivisibili e le sue affermazioni sono da ben meditare.

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