Tumore della prostata: ancora utile il PSA?

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Argomento questo ancora molto controverso e dibattuto, almeno dal 2012, quando il Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian (PLCO) Cancer Screening trial aveva dimostrato che, dopo 13 anni di follow up, non vi era stata una significativa riduzione della mortalità in un gruppo importante di uomini, sottoposti a screening con PSA, mentre un altro team di ricercatori, appartenenti all’European Randomized Study Screening for Prostate Cancer (ERSPC), per un periodo di follow up identico, aveva dimostrato dati completamente opposti e cioè una riduzione della mortalità, relativa al cancro della prostata, nel 21% dei soggetti sottoposti a screening PSA rispetto ai controlli.

 

               

 

Sempre nello stesso anno la US Preventive Services Task Force (USPSTF) si era espressa contro il PSA per uomini di ogni età perché, anche se i dati sembravano dimostrare che lo screening salvava un numero limitato di vite, questo dato era controbilanciato dal rischio di fare diagnosi scorrette con un numero importante di falsi positivi.

Il dibattito sull'opportunità di fare o meno questo test è continuato in questi anni e ora un nuovo lavoro, condotto da alcuni ricercatori del New York Presbiterian Hospital e pubblicato sul "Journal of Clinical Oncology", organo dell’American Society of Clinical Oncology, sembrerebbe essere orientato a non abbandonare questo esame, come test di screening su tutta la popolazione, anche se non più proposto su base annuale.

 

                             

 

Un PSA di partenza verrebbe così proposto a tutti gli uomini di età compresa tra i 40 e i 50 anni ma le strategie successive dovrebbero avere delle tempistiche misurate ai rischi clinici individuali, secondo protocolli per altro in buona parte già previsti nelle più attuali linee guida proposte.

La US Preventive Services Task Force (USPSTF) sta ora rivalutando le proprie linee guida anche alla luce delle ultime considerazioni cliniche che hanno rilevato come il tumore della prostata veniva diagnosticato più tardivamente in quelle popolazioni maschili dove il test del PSA era stato praticamente abbandonato.

 

   

 

E’ questo il motivo per cui si sta cercando di ridefinire, con norme più precise, le raccomandazioni sullo screening del PSA e quindi considerare attentamente tutti gli orientamenti che le società scientifiche hanno fino ad ora consegnato ai medici per arrivare infine a calcolare, se possibile, un reale rischio individuale e quindi impostare alla fine screening più mirati e personalizzati.

 

Fonte:

http://jco.ascopubs.org/content/early/2016/07/14/JCO.2016.67.8938.full

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html

https://www.medicitalia.it/news/urologia/4947-scopre-il-psa-negli-anni-70-ed-oggi-pubblica-il-libro-il-grande-imbroglio-della-prostata.html 

https://www.medicitalia.it/news/urologia/5938-quando-fare-il-psa-nuove-linee-guida.html

 

Data pubblicazione: 23 agosto 2016

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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