Prostatite cronica e tumore prostatico. Esiste una correlazione ?

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

 

L'esito principale di questa revisione che vi riporto è stata l'associazione tra una storia di prostatite cronica clinica (NIH categoria II o III) e una diagnosi istologicamente confermata di cancro alla prostata.

Risultati: su 2794 documenti controllati, abbiamo recuperato 16 articoli full-text scritti in inglese, riportando i dati di 15 studi caso-controllo, che hanno coinvolto 422.943 pazienti. L'analisi raggruppata ha portato a un significativo rapporto di probabilità grezzo di 1,83 (IC 95%: 1,43-2,05; P <0,00001). La serie totale di dati ha mostrato una notevole eterogeneità (I2 = 91%). Sia il test di Egger che il test di Begg sull'asimmetria della trama a imbuto non hanno raggiunto un significato statistico. Il metodo 'trim and fill' applicato alla trama della canalizzazione ha imputato 3 studi mancanti e la stima aggiustata risultante del rapporto di probabilità era 2.12 (IC 95%: da 1,38 a 3,22). Secondo i criteri GRADE, la qualità complessiva dei dati di meta-analisi è bassa, principalmente a causa della presenza di bias, confounder e valori anomali delle dimensioni degli effetti estremi. Cinque tra gli studi inclusi hanno riportato dati valutati in 8015 soggetti afro-americani. L'analisi aggregata ha prodotto un rapporto di probabilità grezzo non significativo di 1,59 (IC 95%: da 0,71 a 3,57, P = 0,26) e una considerevole eterogeneità (I2 = 90%).

 Conclusioni: la meta-analisi di 15 studi caso-controllo mostra che una storia di prostatite cronica clinica può aumentare significativamente le probabilità di cancro alla prostata nella popolazione generale, mentre tale associazione negli individui afro-americani rimane incerta.

 

Spesso il paziente ci chiede se la patologia prostatitica può predisporre a patologie ben più serie. Un tempo si diceva che il paziente affetto da tale patologia era più attento alla sua salute prostatica e quindi più facilmente sossoposto a controlli e diagnosi precoce. Forse dobbiamo rivedere qualche concetto

 

Fonte:

https://doi.org/10.4081/aiua.2017.4.259

Data pubblicazione: 28 settembre 2018

Autore

andrea.militello
Dr. Andrea Militello Urologo, Andrologo, Sessuologo, Patologo della riproduzione

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Università La Sapienza di Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43740.

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3 commenti

#1
Utente 215XXX
Utente 215XXX

Buongiorno sono ho 42 anni sono affetto da ormai 9 anni da prostatite cronica batterica ( e. faecalis), quando al mio urologo due anni fa chiesi se era il caso di iniziare a controllare il P.S.A, mi ha detto di no in quanto ancora presto, visto l'età, e che inoltre l'infiammazione andrebbe facilmente ad alzare il valore creandomi ansia inutile. A quel punto gli posi proprio la domanda diretta se la patologia infiammatoria aumenta il rischio di cancro, e lui mi ha detto che è una delle poche patologie infiammatorie che non aumenta le probabilità di neoplasie. Inoltre anni fa avevo letto questo studio https://www.medicitalia.it/news/urologia/4185-la-prostatite-cronica-non-aumenta-il-rischio-di-tumore.html. Adesso invece in base a questo nuovo studio, ed altri che avevo letto in passato, sembra esserci una fortissima correlazione, anzi, se non ho capito male quasi la certezza di sviluppare un tumore. Vorrei chiederVi se a questo punto , data anche la scarsa affidabilità predittiva del P.S.A, non converebbe nella mia situazione, fare il test ISET ( dovrebbe dire con certezza se in un lasso di tempo di due anni una persona sviluppa un tumore solido) oltre ai controlli urologici ovviamente, ed eventualmente dove si può fare questo test innovativo.
Grazie

#2
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Salve, un tempo effettivamente vi erano meno lavori scientifici che documentassero il fatto. Teniamo conto che sono tutte scienze in divenire per cui non possiamo avere una certezza assoluta, e in ogni caso ricordiamo che il paziente affetto da prostatite cronica è sempre più seguito dall urologo. Sul test onestamente mi trova poco informato.....non rientra nelle linee guida e non è accettato da tutti

#3
Utente 215XXX
Utente 215XXX

Si so che non c'è uniformità di vedute su questo nuovo test purtroppo come spesso succede nel mondo dell'oncologia quando emergono novità..........
Secondo Lei per chi è sofferente di prostatite cronica, oltre alle visite urologiche ed ecogrrafie, sarebbe meglio iniziare a monitorare il P.S.A prima dei 50 anni, o comunque la fascia d'età in cui possono insorgere neoplasie è la stessa dei pazienti senza una pregressa infiammazione?

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