Deficit dell’erezione dopo prostatectomia radicale: nuova prospettiva terapeutica

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Un nuovo studio, condotto da un gruppo di clinici australiani ed ora pubblicato su “European Urology” sembrerebbe indicare e confermare una nuova soluzione chirurgica in grado di riparare i danni alla propria risposta erettile che un maschio deve subire in seguito alla rimozione completa e radicale della sua prostata, in presenza di un importante problema oncologico.

 

        

 

La tecnica chirurgica proposta è quella degli innesti nervosi bilaterali, termino-terminali, eseguiti in microchirurgia.

Questa relativamente nuova procedura "australiana" parte dal principio di ricostruire le vie nervose lesionate dalla chirurgia demolitiva, utilizzata per rimuovere un cancro della prostata, e rappresenta sostanzialmente una modifica di una precedente tecnica, proposta da alcuni ricercatori brasiliani, che utilizza degli innesti nervosi termino-laterali dei fasci motori del nervo femorale, portati a re-innervare in modo diretto il corpo cavernoso del pene.

 

      

 

Sono stati così presi in considerazione e valutati diciassette uomini sottoposti a questa procedura chirurgica tra il 2015 ed il 2017, tutti avevano lamentato un deficit dell’erezione dopo un intervento di prostatectomia radicale.

Dopo dodici mesi dall’innesto nervoso il team australiano ha riscontarto che dodici uomini, il 71%, aveva ripreso una sua risposta erettile sufficiente ad avere un rapporto sessuale, definito come soddisfacente; in tre casi le erezioni erano “capricciose e non stabili” ed è stato quindi necessario ricorrere all’uso delle iniezioni intracavernose di farmaci vasoattivi per permettere una penetrazione; sono state infine segnalate, solo in due casi, infezioni non particolarmente significative delle ferite chirurgiche.

 

      

 

In sostanza si sono registrati miglioramenti nella risposta sessuale di questi uomini nel 94% dei casi.

Informazioni positive queste che ora dovranno essere verificate su casistiche più "pesanti".

 

Fonte:

https://www.europeanurology.com/article/S0302-2838(19)30265-9/fulltext

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/prostata.html

https://www.medicitalia.it/blog/urologia/3699-i-perche-del-cancro-alla-prostata.html

 

Data pubblicazione: 27 aprile 2019

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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8 commenti

#1

Interessante, ma se a seguito di una prostatectomia radicale deve essere attuata terapia con ormoni liberatori della gonatropina e quindi riduzione di ormoni sessauli come il testosterone, ovvero si ottiene la castrazione chimica che ha come "effetto collaterale" l'abolizione della libido, seppur l'intervento tecnicamente riesce, l'erezione in che modo la si stimola se, detto terra-terra, non se ne ha voglia ?
Ti ringrazio

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Giovanni,

generalmente una prostatectomia radicale viene proposta quando si calcola la ragionevole possibilità che il cancro della prostata sia confinato all’interno della ghiandola e, dopo l’intervento chirurgico, non si dovrebbe avere la necessità di alcuna terapia ormonale.

Sono queste le non infrequenti situazioni cliniche in cui permane il desiderio ma le possibili lesioni neurologiche, legate alla prostatectomia radicale, non permettono più una risposta erettile valida e tale da permettere una regolare attività sessuale, anche di tipo penetrativo.

Questa è la premessa indispensabile per comprendere la scelta dei pazienti che possono eventualmente beneficiare di un tale approccio terapeutico.

Un caro saluto.

#4
Utente 514XXX
Utente 514XXX

Quando e dove in Italia dottore?? Grazie

#5
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Che io sappia al momento non sono ancora state indicate in Italia strutture urologiche pronte a sperimentare tali procedure chirurgiche.

#6
Utente 514XXX
Utente 514XXX

Grazie mille e speriamo presto, poiché il DE non molti riusciamo a recuperarlo a quanto vedo in giro e se questa tecnica fa quello che dice sarebbe una gran cosa per chi ,come me ,ha subito una PRR, grazie ancora dottore.

#7
Utente 457XXX
Utente 457XXX

Salve dottore io e il mio compagno stiamo cercando di avere un bambino... ci è stato detto che è azoospermia xke nell liquido seminale non ci sono spermatozooi... abbiamo fatto le seguenti analisi

PROGESTERONE. 0,86
ORMONE FOLLICOLO STIMOLANTE (FSH). 10,29
ORMONE LUTEINIZZANTE (LH). 3,04
PROLATTINEMIA. 2,68
TESTOSTERONE. 5,41
ANTIGENE AUSTRALIA (HBsAg). 0,03
ANTICORPI anti HBsAg. (HBsAb). 24,4

Noi speriamo che ci sia una cura o in operazione perché in base a queste analisi ci hanno detto che potrebbe essere azoospermia ostruttiva... abbiamo solo 25. E 24 anni e speriamo di non ricorrere a un centro di fecondazione convenzionato...

#8
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettrice,

la sua domanda ha poco a che fare con questo post comunque ora bene sentire in diretta un esperto andrologo con chiare competenze in patologia della riproduzione umana, nel frattempo, se desidera poi avere più informazioni dettagliate su questo particolare problema riproduttivo, le consiglio di consultare anche l’articolo pubblicato sempre sul nostro sito e visibile all'indirizzo:

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/195-l-azoospermia-quando-non-ci-sono-spermatozoi.html

Un cordiale saluto.

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