Cancro nel mondo: nuovi dati dall'OMS

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Il 4 di febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il suo ultimo rapporto su questo tema che ci permette di avere una visione “mondiale” e più globale dell’andamento e dell’incidenza di questa grave problematica clinica; la precedenza pubblicazione su questi aspetti epidemiologici del problema risale a cinque anni fa. 

 

Il cancro del polmone rimane il più importante, in termini di incidenza, in tutto il mondo, con circa due milioni di nuovi casi nel 2018 e con una mortalità che raggiunge un milione e ottocento mila morti.

La causa principale è il fumo di tabacco e si è visto recentemente una caduta dell’incidenza di questo tumore nel Regno Unito e negli Stati Uniti dove si è registrata una riduzione del 16% della mortalità grazie a interventi mirati di prevenzione all’uso della sigaretta.

Il Cancro colon-rettale è in tutto il mondo un altro tumore comune in entrambi i sessi ed è al secondo posto per mortalità; l’incidenza è di un milione e ottocentomila nuovi casi nel 2018 ma la mortalità è scesa a ottocento ottantamila casi per la miglior prognosi, soprattutto nelle popolazioni sottoposte a programmi di prevenzione, e quindi con precoci identificazioni degli stadi precancerosi, e tutto ciò porta ad una riduzione dell’incidenza finale dei tumori maligni. In queste problematiche oncologiche sono da considerare critiche una dieta caratterizzata da bassi consumi di frutta, verdura e fibre ed un alto consumo di carne rossa e carni trasformate, una scarsa attività fisica e la presenza di sovrappeso e obesità.

 

Il cancro alla prostata è il tumore più frequente negli uomini circa un milione e trecentomila nuovi casi nel 2018 anche se la mortalità per questa patologia è meno rilevante con trecentosessanta mila decessi, circa il 6.7% dei morti per cancro nei maschi.

L’introduzione dello screening che dosava l’antigene prostatico specifico (PSA) aveva aumentato i tassi di incidenza di questo cancro nella prima metà degli anni ’90. Questa tendenza ha avuto, dopo un picco iniziale, un crollo significativo già alla fine del 2000.

 

Il cancro al seno è quello più frequente nelle donne con due milioni e centomila nuovi casi nel 2018 ed è comunque ancora oggi la causa più comune di morte per cancro nel mondo, circa poco più di seicentomila donne solo nel 2018.
Un aumento dei tassi di mortalità è stato osservato in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina in tutte le fasce d’età, anche per donne nell'età corretta per un programma di prevenzione; questo dato ci suggerirebbe l'assenza di efficaci e seri programmi di screening.
Un costante calo di mortalità è stato invece osservato in numerosi paesi con alto indice di sviluppo umano (HDI), come l’Australia, il Canada e gli Stati Uniti del Nord America, dove i tassi di mortalità per cancro al seno sono diminuiti dal 2002 al 2012 del 18–22%.

 

Il cancro della cervice uterina è il quarto tumore più comune nelle donne con una stima di cinquecento settantamila nuovi casi e trecento undicimila decessi nel 2018. Questo problema oncologico è legato alla presenza del papilloma virus (HPV) e tassi di incidenza e mortalità di questo tumore sono diminuiti nei paesi dove si è attuato con successo lo screening basato sui test citologici; altri fattori che hanno contribuito alla riduzione dell’incidenza di questo tumore, anche in paesi senza uno screening efficace e capillare, sono stati una miglior igiene dei genitali ed altri cofattori eliminati e collegati alla progressione del papilloma virus, come l’uso di tabacco, di contraccettivi orali e l’età della prima nascita. Oggi si cerca per attuare una prevenzione totale e globale al cancro delle cervice invitando la popolazione femminile e maschile a vaccinarsi contro l’HPV.

 

Il cancro allo stomaco, negli anni ’60 era il tumore più frequente e comune in tutto il mondo, ora è posizionato al quinto posto con un milione di nuovi casi nel 2018 e con ancora settecento ottantatremila decessi nello stesso anno ma con tassi di mortalità in declino, dato costantemente verificato per più di cinque decenni in tutto il mondo.   Il rischio di avere questo tumore è strettamente correlato all'infezione scatenata dall’Helicobacter pylori: dal 75 al 90% di tutti i casi di cancro allo stomaco.
Il rischio di una tale infezione è aumentato dal sovraffollamento e quindi il cancro allo stomaco è generalmente associato ad un basso livello socioeconomico.
Una più corretta conservazione degli alimenti, compresa una più sicura refrigerazione per il trasporto, e una alimentazione più sana, possono spiegare la tendenza al declino di questa patologia.

 

 

Da segnalare che recenti studi indicherebbero una crescente incidenza del cancro al cardias (nel 2012 questo ha rappresentato circa per il 27% di tutti i casi di cancro allo stomaco). Questo aumento sembrerebbe collegato all’esofago di Barrett, una patologia precancerosa che colpisce l'esofago e all’adenocarcinoma del terzo inferiore dell'esofago, a cui sono frequentemente associati stili di vita errati con sovrappeso e, a volte, franca obesità.

Fonte:

https://www.worldcancerday.org/sites/default/files/2020-01/WCD20_IntPublicOpinionPoll_Report_FA_Screen.pdf

 

Altre informazioni:

 

Data pubblicazione: 17 febbraio 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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