Varicocele.

Tutto sul varicocele

Revisione Scientifica:

giuliobiagiotti

Il varicocele consiste in una dilatazione delle vene dello scroto e può colpire gli uomini prevalentemente in età giovanile. Quali sono i sintomi e le cause? Si può prevenire? Quando ricorrere all'intervento chirurgico?

Cos'è il varicocele?

Il varicocele testicolare è una patologia abbastanza frequente nei maschi, non è pericolosa e circa due persone su cinque, tra coloro che ne sono affetti, vivono normalmente e senza avere alcun fastidio. Nell’accezione comune del termine, anche se può colpire le donne a livello ovarico, si intende generalmente la patologia maschile, poiché nelle donne è molto più rara.

I testicoli, come ogni organo, hanno un’arteria che trasporta il sangue pompato dal cuore ricco di ossigeno e nutrienti (detto arterioso), e una o più vene attraverso le quali il sangue (venoso) viene riportato a cuore e polmoni per essere rinnovato. A volte i vasi sanguigni subiscono delle modificazioni patologiche che ne alterano negativamente forma e funzione. Il termine varicocele deriva, appunto, da varico=vena e cele=dilatazione.

Il sangue che affluisce ai testicoli proviene dall’arteria testicolare che si trova nella parte più bassa dell’addome, detta pelvi, e arriva nella sacca scrotale attraversando il canale inguinale ed arrivando quindi al testicolo. Da questo le vene testicolari formano un insieme, detto plesso pampiniforme, che trasporta il sangue venoso fino alla vena spermatica (o testicolare) interna.

La patologia subentra quindi quando le vene del plesso pampiniforme si allargano, dilatandosi e ampliando anche in maniera notevole il loro diametro: il nome varicocele è solo per estensione il nome della patologia di per sé, poiché  in origine stava a indicare la vena – o le vene – dilatate.

Chi soffre di varicocele presenta, quindi, una dilatazione delle vene dello scroto, ossia la sacca sotto il pene che contiene i testicoli.

Apparato genitale maschile 1

Chi colpisce il varicocele?

Si tratta dunque di una patologia maschile che il più delle volte insorge in età piuttosto giovane, dai quindici ai venti anni circa. Solo in casi rari può esordire prima o in età matura anche se spesso si tratta solo di diagnosi tardive. Al tempo del servizio militare obbligatorio, questa patologia veniva riscontrata proprio in occasione delle visite di leva prima dell’arruolamento del giovane: secondo le statistiche dell’Esercito, risultavano affetti da varicocele circa il 15% dei ragazzi in età di leva, ovvero 18 anni.

I gradi del varicocele

Il Varicocele può colpire entrambi i testicoli.

Nell’85% dei casi, però, il varicocele si ritrova sul testicolo sinistro; nel 4% dei casi colpisce il solo testicolo destro e nell’11% dei casi si tratta di un varicocele bilaterale, che cioè è presente in entrambi i testicoli. La maggior incidenza a carico del testicolo sinistro è dovuta principalmente a cause anatomiche.

Una visita specialistica dall’andrologo è in grado di determinare quale sia il grado della malattia. Esistono, infatti, gradi diversi di varicocele: c’è il varicocele subclinico ovvero di primo grado, quello di secondo grado e quello di terzo grado.

Il diverso grado della patologia dipende dall’ entità della dilatazione: se le vene dilatate sono visibili anche a occhio nudo durante la visita si parla di varicocele di terzo grado.

Il primo grado non si vede e  non è nemmeno avvertibile con la palpazione ed in questo caso si parla di Varicocele Sub-clinico accertabile quindi solo con esami strumentali come l’ecocolordoppler che rende possibile la diagnosi misurando al contempo dilatazione e reflusso venoso. Il reflusso consiste nel fatto che il sangue non riesce ad andare, come dovrebbe, dal testicolo verso l’addome, ma ristagna e a volte torna persino indietro. 

Per approfondire:I tre gradi del varicocele

Varicocele e infertilità

In un anche recente passato si pensava che fosse appurata una forte correlazione tra questa patologia e l’infertilità maschile. Secondo recenti revisioni delle statistiche a disposizione, infatti, pare che il varicocele sia un fattore concomitante nel 25%-30% dei casi di infertilità maschile ma, se nel computo statistico si inseriscono altre variabili come la potenziale fertilità della femmina che si coniuga col soggetto portatore come l’età, i conti statistici non tornano più. Un soggetto senza varicocele che tenta di procreare con una donna apparentemente sana ma che ha, per esempio, le tube chiuse, non avrà figli e quindi viene incluso erroneamente nei dati.

Spesso accade anche che un soggetto con varicocele di terzo grado procrei lo stesso, quindi, nonostante l’apparente evidenza clinica, ancora oggi non vi sono dati certi che consentano di mettere in relazione l’entità di questa patologia con la fertilità maschile e con la gravità del danno al liquido seminale.

Va ricordato che la fertilità si misura solo a “bambini in braccio” e che non è possibile misurare la fertilità del singolo individuo essendo peraltro notorio che i figli si fanno in due e obbligatoriamente di sesso diverso.

Non è quindi prevedibile con certezza che la rimozione del varicocele assicuri un miglioramento dei parametri seminali dello spermiogramma e nemmeno la loro tenuta nel tempo. Questo avviene sia perché i valori dello spermiogramma hanno naturale tendenza ad una notevole fluttuazione anche nel soggetto sano sia per il fatto che il Varicocele trattato può recidivare. In effetti se si considera che il chirurgo opera il varicocele chiudendo la vena dilatata, nulla impedisce che altre vene prima normali non si dilatino dopo.

Per approfondire:Varicocele e infertilità maschile

Sintomi

Gli uomini affetti da varicocele non presentano sintomi né dolori particolari; alcuni di essi, ma non tutti, lamentano una certa pesantezza all’altezza dei testicoli, ma si tratta di un sintomo troppo generico (e non sempre presente) per poterlo associare con certezza al varicocele.

Il dolore è estremamente raro e, nei casi in cui è presente, spesso non deriva direttamente dal varicocele bensì da altre patologia concomitanti del testicolo, come ad esempio orchiti, epididimiti, sindromi del testicolo mobile. Tutte queste patologie devono essere adeguatamente diagnosticate e prima che si passi a porre l’indicazione alla rimozione del varicocele. 

Alcune volte possono presentarsi sintomi più precisi specialmente durante i mesi più caldi dell’anno, quando si è sotto sforzo oppure dopo esercizi fisici particolarmente intensi (ad esempio dopo la palestra o lavori fisicamente faticosi) o, ancora, quando si è costretti a rimanere molto tempo in piedi.

In questi casi il varicocele provoca una sintomatologia che va da un dolore sordo in corrispondenza del testicolo interessato a una certa tensione in corrispondenza dello scroto. In qualche caso il dolore testicolare, che è piuttosto definibile come un forte fastidio, può irradiarsi alla gamba o al basso addome.

La presenza del varicocele non  influenza in nessuna maniera l’erezione e i rapporti sessuali

Per approfondire:Il varicocele causa problemi di erezione?

Come si presenta un testicolo con varicocele?

Per quanto riguarda i sintomi visibili, è possibile allo specchio accorgersi della diversa collocazione in altezza dei due testicoli.

Nel varicocele di terzo grado si può, tastandosi, sentire le vene dilatate nello scroto che sono spesso visibili sotto pelle, come in rilievo e di colore bluastro.

La sensazione alla palpazione è di sentire come un pacchetto di vermicelli che in piedi appare più evidente che in posizione sdraiata. In altri casi, il testicolo interessato dal varicocele, dunque quello che presenta le vene dilatate, appare visibilmente più piccolo rispetto al testicolo sano.

Com’è facilmente intuibile, si tratta di sintomi aspecifici che, in mancanza di una conoscenza diretta e approfondita della malattia, possono confondere o magari non essere nemmeno notati. In ogni caso, qualora vi siano sintomi sospetti, ma anche solo per essere rassicurati sulla propria salute, è bene rivolgersi al medico di fiducia.

Cause

Le cause per cui un individuo può sviluppare un varicocele sono molteplici.

Come per moltissime patologie che interessano l’apparato riproduttivo maschile, anche per il varicocele è possibile una predisposizione genetica.

Per questo motivo, ai ragazzi che presentano in famiglia uno o più casi di varicocele va consigliato di farsi controllare. L’ereditarietà riguarderebbe nello specifico la predisposizione genetica alla debolezza delle pareti delle vene e anche alla mancanza o malfunzionamento delle valvole che favoriscono il drenaggio del sangue del testicolo.

In cas,i per fortuna rari, il varicocele può essere causato da masse tumorali formatesi nei pressi del rene e qualche volta il varicocele destro isolato, quindi non bilaterale, è possibile spia di questa situazione .

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le cause del varicocele consistono semplicemente nel fatto che le valvole delle vene nello scroto non funzionano nella maniera corretta. Lungo le vene, infatti, a intervalli regolari sono poste delle valvole il cui compito primario è quello di impedire che il sangue torni indietro.

Quando queste vene funzionano correttamente, una volta che il flusso di sangue è transitato correttamente, esse si richiudono per impedire al sangue di defluire nuovamente nel senso opposto.

Ancora una volta, dunque, il nostro organismo si rivela una macchina perfetta, dove anche il più piccolo malfunzionamento provoca conseguenze non indifferenti. Quando queste valvole non funzionano in maniera corretta, infatti, il flusso sanguigno viene sottoposto alla legge di gravità che fa sì che il sangue ristagni nella parte bassa del circuito.

Diagnosi

La diagnosi di varicocele non è allarmante, poiché si tratta di una patologia abbastanza frequente che interessa poco meno di un terzo della popolazione maschile.

Mancando uno screening sistematico della popolazione, inesistente dall'abolizione della visita di leva ed in assenza di sintomi, la scoperta del varicocele diventa quindi casuale e posta durante visite eseguite magari per altri motivi.

Bisognerebbe partire dal presupposto che è buona norma effettuare periodicamente una visita andrologica con controllo di entrambi i testicoli; questo dovrebbe diventare un esame di routine da compiere soprattutto sui giovani, nell’età che va dall’adolescenza all’età matura anche in considerazione della prevenzione attraverso la diagnosi precoce dei tumori testicolari dai quindici ai venticinque anni, quando il varicocele insorge più spesso.

Per approfondire:Come eseguire l'autopalpazione dei testicoli?

In cosa consiste la visita andrologica?

La visita prevede sia un esame visivo, che ha come scopo quello di individuare a occhio nudo eventuali gonfiori anomali. Il medico successivamente passa a un’accurata palpazione dei testicoli e della zona circostante per accertarsi che tutto rientri nella norma.

Il più delle volte l’esame visivo e la palpazione dei testicoli vengono effettuati sia in posizione sdraiata che in piedi. Si controlla anche l’eventuale presenza di dolori provocabili con la delicata palpazione di testicolo ed epididimo, piccolo organo che raccoglie la produzione di spermatozoi e ne avvia la maturazione, e il deferente, condotto che assolve alla funzione di trasportare gli spermatozoi dall’epididimo alla prostata.

Successivamente si passa ad un accurato esame del funicolo spermatico, specie di cordone che contiene al suo interno, oltre al deferente, le arterie, le vene e i vasi linfatici: quello che si cerca è un gonfiore sospetto che possa  far sospettare la presenza di un varicocele.

A questo punto diventa utilissima l’ecografia, meglio se corredata di ecocolordoppler. Si verifica in prima istanza la morfologia dei testicoli che vanno misurati per stabilire il volume e le eventuali dissimmetrie, mentre nel contempo si verifica che non ci siano immagini che facciano supporre la presenza di tumori.

Il color doppler, che è in grado di aiutare il medico ecografista a valutare la direzione e la velocità del flusso sanguigno, è lo strumento ideale per stabilire la presenza che la stadiazione del varicocele: la malattia al suo primo grado può essere evidenziato solo con l’ausilio di tale strumento.

Durante la procedura diagnostica il medico chiederà al paziente di eseguire la manovra di Valsalva. Si tratta di una espirazione forzata a glottide chiusa che provoca un reflusso nelle vene del paziente e aiuta a capire se le vene hanno valvole sane e funzionanti o no. La durata del reflusso e la dilatazione misurata delle vene, combinate tra loro, definiscono il grado di varicocele. La manovra è di semplice esecuzione: si tratta di chiudere naso e bocca e soffiare al comando del medico. 

Per approfondire:Salute maschile: quali controlli fare?

Prevenzione

Purtroppo, come nel caso di altre malattie che insorgono spesso senza preavviso, nulla si può fare per prevenire la formazione di un varicocele. In ambito preventivo tutto ciò che si può fare è mettere in atto determinati accorgimenti che il più delle volte potrebbero rivelarsi piuttosto utili per evitare che il varicocele peggiori, diventando più voluminoso.

Non sembra che l’uso di sospensorio o di mutande miracolose aiuti in qualche modo a fare prevenzione. L’unica utilità potrebbe consistere nel correre indossando slip elasticizzati di cotone che evitino ai testicoli di avere continui traumi con l’urto contro le cosce.  

Sempre parlando di prevenzione, è opinione comune tra i medici che si occupano di questa malattia che proprio alcune attività o la pratica di determinati sport possono favorire l’insorgere di un varicocele oppure peggiorare la situazione ove sussista una patologia di questo tipo.

Si tratta molto genericamente di tutti quegli sport e quelle attività anche di tipo lavorativo che provocano un considerevole aumento della pressione intra-addominale oppure che espongono il corpo e la zona genitale a temperature eccessive e insalubri oppure microtraumi e lesioni: per fare alcuni esempi, si può pensare a chi pratica ciclismo, a chi è appassionato di sollevamento pesi o a chi semplicemente fa un lavoro che prevede  sforzo il fisico, come ad esempio il facchinaggio. 

Per approfondire:La prevenzione andrologica inizia già da bambini

Cure e terapie

Il varicocele non è una patologia pericolosa in grado di mettere seriamente in pericolo la salute o la vita. Nel caso si avvertano sintomi come dolore oppure gonfiore, il medico, dopo la visita, può prescrivere infiammatori che attenuino il dolore.

Quando ricorrere all'intervento chirurgico?

In presenza di varicocele sintomatico refrattario alla terapia, si può prendere in considerazione l’intervento di varicocelectomia, ossia un intervento chirurgico piuttosto semplice che chiude le vene interessate dalla dilatazione e spesso elimina il dolore se non concomitano altre cause di patologie locali.

Nel corso degli ultimi decenni l’atteggiamento medico è passato dal valutare la possibilità dell’intervento correttivo solo in caso di dolore persistente alla ricerca sistematica del varicocele da operare subito e indipendentemente dal grado perché attenta alla fertilità. Come spesso avviene, il miglioramento delle conoscenze e l’aiuto dato dall’osservazione statistica di numerosissimi casi, stanno modificando, seppur lentamente, questo atteggiamento.

L’indicazione alla correzione rimane valida per i casi di sintomatologia dolorosa evidente e per la correzione della eventuale discesa abnorme dello scroto, mentre è indicata ogni prudenza nell’indicare l’intervento a soggetti sub fertili come soluzione radicale della loro condizione senza aver peraltro studiato con attenzione non solo il soggetto ma anche la coppia di cui fa parte.

Il rischio di recidiva, la presenza di altre patologie concomitanti, la possibilità di un peggioramento della produzione di spermatozoi andrebbero attentamente valutate dallo specialista.

L’intervento di varicocele può essere eseguito in anestesia generale oppure locale e non è particolarmente invasivo. Una opportunità consiste nell’inserire un catetere vascolare sotto guida radiologica e procedere alla sclerotizzazione delle vene interessate. In ogni caso spetta allo specialista che ha in mano l’insieme dei dati del paziente valutare quale intervento tra i due sia più opportuno, o se al contrario sia meglio non intervenire.

Generalmente dopo l’intervento chirurgico al paziente viene applicata una fasciatura compressiva, mentre del ghiaccio viene usato per lenire il normale gonfiore che può formarsi a livello locale. Per alcuni giorni dopo l’intervento, il paziente potrà avvertire un certo indolenzimento in corrispondenza della zona trattata, oppure provare bruciore o un dolore tutto sommato sopportabile ed inevitabile conseguenza di un intervento di questo tipo; il fastidio accusato passa generalmente dopo qualche giorno, quando la sutura inizia la normale cicatrizzazione.

Quando riprendere l'attività sessuale dopo l'operazione di varicocele?

L’attività sessuale può essere ripresa alla scomparsa del dolore, ma meglio aspettare che la ferita chirurgica sia in via di guarigione. Spesso, valutando caso per caso, possono essere prescritti antibiotici o analgesici per periodi variabili. In alcuni casi dopo l’intervento può formarsi un idrocele, ovvero una raccolta di liquido nello scroto che può dare minimi fastidi ma che può anche esso essere curato. 

Per approfondire:La scleroembolizzazione retrograda del varicocele

Guarda il video: Salute dell'uomo: quali sono le malattie più diffuse?

 

Crediti immagini

1 Wumingbai, Human male reproductive system en, CC BY-SA 4.0

Data pubblicazione: 22 maggio 2014 Ultimo aggiornamento: 08 novembre 2022

Autore

giuliobiagiotti
Dr. Giulio Biagiotti Andrologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso Università di Perugia.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Perugia tesserino n° 4114.

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