Tutto sulla infertilità

Revisione Scientifica:

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Dr.ssa Elisabetta Chelo Ginecologo, Patologo della riproduzione

La definizione di sterilita’ piu’ accettata e’ “nessun concepimento dopo 24 oppure 12 mesi di tentativi se la donna ha superato i 35 anni”: utilizzando questa definizione, le proiezioni indicano, con buona attendibilita’, che ogni anno – considerando un tasso di matrimoni pari allo 0.5% della popolazione nazionale – ci si aspettano dalle 50.000 e le 70.000 nuove coppie infertili, il 40% delle quali richiede una consulenza specialistica (21.000 /29.000).

La specie umana è una specie poco fertile: si calcola che il 20 % delle coppie che cercano una gravidanza incontri delle difficoltà ad ottenerla.

La definizione di sterilita’ piu’ accettata e’ “nessun concepimento dopo 24 oppure 12 mesi di tentativi se la donna ha superato i 35 anni”:


utilizzando questa definizione, le proiezioni indicano, con buona attendibilita’, che ogni anno – considerando un tasso di matrimoni pari allo 0.5% della popolazione nazionale – ci si aspettano dalle 50.000 e le 70.000 nuove coppie infertili, il 40% delle quali richiede una consulenza specialistica (21.000 /29.000).

Le cause della diminuzione della fertilità non sono completamente definite, non sufficientemente chiarito (e assai poco studiato) il ruolo del degrado ambientale in cui viviamo, ciò che mangiamo, che beviamo, che respiriamo. Una causa “sociale” ben accertata invece è l’innalzamento dell’età media in cui si cerca il primo figlio: oggi le donne cercano il primo figlio circa 10 anni più tardi della media delle donne all’inizio del secolo scorso, quindi quando la fertilità è fisiologicamente più bassa.

  • Si stima che il 60 per cento delle nascite nei prossimi 10 anni avverrà da madri di età superiore ai 30 anni. La fertilità della donna aumenta tra i 20 ed i 25 anni, è stazionaria tra i 25 e i 30, dopo i 30 anni inizia un declino lento fino ai 35, quindi, la diminuzione della fertilità si fa molto rapido.
  • Per l’uomo il declino è meno critico ma comunque dimostrato: il massimo della sua potenzialità riproduttiva è tra i 24 ed i 35 anni.

ARGOMENTI TRATTATI

 

Le principali cause di sterilità:

La sterilità è un problema di coppia; e quella che va valutata è la potenziale fertilità di una coppia e non solo dei singoli individui che la compongono. Potremmo vedere i partner di una coppia come i fattori di una moltiplicazione in cui abbiamo la percentuale di fertilità femminile x la percentuale di fertilità maschile; ovviamente, sempre parlando di una coppia che ha una normale vita sessuale. In alcuni casi la sterilità è assoluta (quando uno dei due fattori della moltiplicazione sarà 0 e, di conseguenza, anche la fertilità della coppia sarà 0), come ad esempio nel caso di una azoospermia (assenza di spermatozoi) o di chiusura bilaterale delle tube. Più frequentemente, ci troviamo di fronte a persone con fertilità ridotta, ma non assente. Un uomo con ridotto numero di spermatozoi avrà una fertilità ridotta e se la moglie ha 38 anni anch’essa avrà una fertilità ridotta. Questa coppia avrà un basso potenziale di fertilità.

Secondo l’Istituto Superiore di sanità le cause di infertilità in Italia si possono così suddividere e hanno la seguente incidenza:

  • Infertilità maschile: 35, 4%
  • Infertilità femminile: 35,5 %
  • Infertilità di entrambi i partner : 15 %
  • Infertilità idiopatica ( senza causa) : 13, 2%

 

L’infertilità maschile

Secondo molti studi, la fertilità maschile sta diminuendo: la percentuale di milioni di spermatozoi per millilitro si sarebbe quasi dimezzata negli ultimi 50 anni. Circa il 35% dei casi di infertilità ha una causa maschile che riconosce, oltre alle condizioni soggettive, chiaramente patologiche, anche cause legate alle condizioni ambientali e allo stile di vita

L infertilità femminile:

L’età

Per le donne l’invecchiamento degli ovociti è un fattore di sterilità particolarmente rilevante. Gli ovociti di donne non più giovani hanno più spesso anomalie genetiche e, se fecondati, possono dare luogo ad embrioni che non si impiantano e che se si impiantano spesso abortiscono spontaneamente.

 

L’endometriosi

L’endometriosi è una malattia diffusa, e una delle cause più comuni di sterilità. Nell’endometriosi del tessuto simile all’endometrio ( la mucosa che riveste l’utero) si forma all’esterno dell’utero e nella maggior parte dei casi si diffonde nell’area dell’apparato riproduttivo femminile , nelle ovaie, nel peritoneo, nelle tube. Come l’endometrio, questo tessuto è risente l’influenza degli ormoni prodotti dall’ovaio (in particolare gli estrogeni) per cui cresce e si sfalda ciclicamente. Non può però uscire dal corpo attraverso la vagina come nelle normali mestruazioni, per cui il sangue e le cellule endometriali in esso contenute, ristagnano generando una infiammazione cronica degli organi su cui il tessuto è cresciuto. Se le formazioni proliferano producono aderenze che irrigidiscono gli organi e ne impediscono il funzionamento: questo è il motivo per cui se sono colpiti gli organi della riproduzione (es. ovaio e tube), l’endometriosi causa l’infertilità.

Disordini dell’ovulazione

Una delle cause più comuni di infertilità femminile sono i disordini ovulatori che incidono per il 20-30%. È evidente che, se l’ovulazione non avviene, non può avvenire la fecondazione, e che difetti nel meccanismo che determina l’ovulazione possono portare ad un ridotto numero di ovulazioni in un anno. Spesso la causa dei disordini ovulatori sono degli squilibri ormonali, in alcuni casi piu’ rari le cause possone essere genetiche.

Nella sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) ,una delle situazioni più comuni che determinano disfunzioni ovulatorie, vi è un’alterata secrezione ormonale con un aumento di produzione di androgeni che determina vari gradi di alterazione del ciclo mestruale.

Un’altra situazione endocrinologica relativamente frequente è l’aumento dell’ormone prolattina. Alti livelli di prolattina possono avere un effetto inibitorio sul regolare funzionamento dell’ovaio.

Le alterazioni dell’ovulazione possono avvenire anche in altre situazioni endocrinologiche che non originano dall’ovaio, come nelle alterazioni delle ghiandole surrenali, dell’ipofisi e dell’ipotalamo.

I danni delle ovaie, originati da traumi o da precedenti interventi chirurgici, possono alterare il tessuto ovarico rendendolo fibroso, e possono arrivare a determinare anche quadri di menopausa precoce.

Alterazioni delle tube

Le alterazioni delle tube sono un’altra causa importante di infertilità femminile. Non solo la completa ostruzione di entrambe le tube, ma anche un danno parziale può interferire in modo importante sulla fertilità della donna, impedendo l’incontro tra i gameti. Vi sono molte situazioni che possono creare dei danni tubarici: precedenti interventi chirurgici a livello pelvico possono aver creato aderenze che alterano la forma e la posizione delle tube che, perdendo la loro contiguità con l’ovaio, non riescono più a catturare l’ovocita durante l’ovulazione. Vari tipi di agenti infettivi, virali e batterici possono creare uno stato infiammatorio a livello tubarico, con conseguente formazione di zone cicatriziali e fibrose che alterano e occludono le tube.

Particolarmente insidiose sono le infezioni da Chlamydia perché danneggiano le tube spesso senza dare sintomi, per cui questo tipo di infezione può passare inosservata.

Alterazioni della normale morfologia dell’utero

Esistono malformazioni uterine congenite che possono rendere difficile o impedire completamente il concepimento.

Situazioni abbastanza comuni come la presenza di fibromi uterini o polipi cervicali ed uterini possono interferire in vari modi con la fertilità. Quando i fibromi sono presenti nella cavità uterina possono impedire l’attecchimento di un uovo fecondato.

TERAPIE

Anche per l’infertilità , nella buona pratica medica, bisogna evidenziare una causa e cercare di trattarla. Oggi si parla molto di tecniche di procreazione assistita, ma si ritiene che solo il 20 per cento delle coppie che consultano per infertilità abbia la necessità, per ottenere una gravidanza, di ricorrere a tecniche di riproduzione assistita; nel 75 per cento delle coppie il tempo, le terapie mediche, i trattamenti più semplici possono risolvere il problema.

LE TECNICHE DI RIPRODUZIONE ASSISTITA

Le tecniche di fecondazione assistita in Italia sono regolate dalla legge 40/2004 Secondo questa legge l’accesso alle tecniche è consentito solo alle coppie formate da maggiorenni eterosessuali, coniugate o conviventi, in cui entrambi siano viventi e in età potenzialmente fertile e solo se l’infertilità non è risolvibile altrimenti. Nell’utilizzare le tecniche si deve seguire un principio di gradualità, scegliendo prima quelle meno invasive dal punto di vista tecnico e psicologico.

La legge 40 , estremamente restrittiva ,è stata poi modificata dalla Corte Costituzionale con la sentenza 151/2009, prima della modifica infatti, non era consentita la produzione di embrioni in numero non superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, e comunque non superiore a tre.

La Corte Costituzionale ha, nella sentenza citata, dichiarato costituzionalmente illegittimo questo articolo considerandolo lesivo della salute della donna e del nascituro. Il limite della produzione di embrioni in numero non superiore a tre è stato pertanto abrogato. La legge vieta la fecondazione eterologa cioè l’utilizzo di gameti (ovociti o spermatozoi) di donatori.

La procreazione medicalmente assistita (PMA) si avvale di tecniche di base o I livello, più semplici e meno invasive e di tecniche di II e III livello, complesse e più invasive.

TECNICHE DI I° LIVELLO

Inseminazione artificiale

Per inseminazione artificiale la maggior parte delle volte si intende la inseminazione intrauterina, cioè una tecnica di procreazione medicalmente assistita nella quale vi è l’introduzione del liquido seminale all’interno della cavità uterina (IUI) In questo tipo di inseminazione è necessaria una preparazione del liquido seminale detta “capacitazione” finalizzata a recuperare gli spermatozoi più mobili
Si può applicare
- nella sterilità inspiegata;
- nei casi di infertilità maschile di grado lieve - moderato;.
- in alcune rare situazioni malformative


TECNICHE DI II - III LIVELLO

Fecondazione in Vitro e Trasferimento dell’embrione (FIVET)

È una tecnica di PMA in cui la fecondazione , ossia l’incontro dello spermatozoo e dell’ovocita avviene in laboratorio in una “provetta” e non all’interno del corpo della donna . Dopo l’avvenuta fecondazione gli embrioni ottenuti vengono reinseriti in utero.

Questa tecnica viene indicata
- nella patologia tubarica acquisita o congenita
- endometriosi di III o IV grado;
- endometriosi se la chirurgia o le inseminazioni intrauterine non hanno dato risultati o sono state giudicate non appropriate;
- infertilità inspiegata

- fallimento dell’iter terapeutico di tecniche di I livello. 

Microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI)

Si tratta di una modificazione della FIVET: in questo caso infatti la fecondazione, ossia l’ incontro dei gameti viene aiutato con l’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno di un singolo ovocita . Ottenuta la fecondazione gli embrioni ottenuti vengono trasferiti in utero
Questa tecnica è indicata
- infertilità maschile di grado severo;
- azoospermia ostruttiva e secretiva (spermatozoi testicolari o epididimari);
- mancata o ridotta fertilizzazione in precedenti cicli di fertilizzazione in vitro (FIV);
- se si utilizzano ovociti scongelati;
- se il seme è crioconservato.

L’Istituto Superiore di Sanità consiglia queste “regole d’oro” per mantenere la propria fertilità:

1) proteggere la propria salute: l’infertilità dipende in ugual misura dall’uomo e dalla donna. Le cause sono spesso patologie prevenibili e comunque facilmente curabili se affrontate tempestivamente;

2) non aspettare troppo tempo: dopo i 30 anni per la donna e dopo i 40 per l’uomo, peggiora la qualitàgenetica di ovociti e spermatozoi;

3) stare attenti alle infezioni: una banale infezione, se trascurata, può portare a conseguenze irreversibili per la fertilità;

4) alimentarsi in modo corretto: un eccesso o una forte diminuzione del peso corporeo possono compromettere la fertilità;

5) non fumare e non usare sostanze stupefacenti o anabolizzanti:l’assunzione di alcune droghe, anche in modo saltuario, può interferire con la normale produzione di ormoni e nuocere alla fertilità. Gli anabolizzanti usati per aumentare la massa muscolare possono danneggiare per sempre la fertilità;

6) controllarsi regolarmente: non trascurare la tua salute sessuale, consulta il tuo medico e fai un controllo presso un consultorio o uno specialista.

 


Revisione scientifica

Foto di Elisabetta Chelo Dr.ssa Elisabetta Chelo, Ginecologa

Articolo pubblicato il 26/11/2011

 

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Data pubblicazione: 24 agosto 2013

Autore

elisabettachelo
Dr.ssa Elisabetta Chelo Ginecologo, Patologo della riproduzione

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso Università di Firenze.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 15487.

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