Prepararsi alla gravidanza.

Tutto su prepararsi alla gravidanza

Revisione Scientifica:

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Tutto quello che bisogna sapere per arrivare preparati alla gravidanza: dal concepimento al parto, i tipi di fecondazione assistita, gli esami e i controlli da fare, i rischi e i farmaci da evitare.

La gravidanza è di certo uno dei momenti fondamentali e più emozionanti nella vita di ogni donna; un periodo unico da vivere pienamente, di cui godere ogni istante e ogni particolare.

È sicuramente opportuno essere preparati e avere la maggior quantità di informazioni possibile per affrontare questo momento con serenità e, di certo, con tutto l’entusiasmo e la gioia che la nascita di un figlio può portare. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.

Prepararsi alla gravidanza: gli esami per la fertilità

Avere un bambino è, senza dubbio, la cosa più semplice e naturale del mondo, ma talvolta possono sorgere dei problemi, poiché la gravidanza può presentarsi difficoltosa: ciò significa che, nonostante i ripetuti tentativi, non si riesce a concepire un bimbo.

Nel caso in cui passi molto tempo e gli insuccessi aumentino, è opportuno che la coppia si sottoponga a delle specifiche analisi per capire e individuare le cause che impediscono l’inizio della gravidanza.

La fecondazione assistita

Il problema dell’infertilità può riguardare tanto la donna quanto l’uomo; al giorno d’oggi, una coppia su cinque si trova ad affrontare questo disagio, e in questo caso, vi è, quasi sempre, una soluzione, ovvero la fecondazione assistita.

La fecondazione assistita o procreazione medicalmente assistita consiste in tutte quelle tecniche che interessano gli ovociti, gli spermatozoi o gli embrioni al di fuori del corpo. Le tecniche principali che possiamo ricordare sono: l’inseminazione intrauterina, la FIVET e la ICSI.

L'inseminazione intrauterina

La prima, detta anche IUI, consiste nell’inserire il liquido seminale all’interno dell’utero, ovviamente si sceglieranno gli spermatozoi “migliori”, preventivamente selezionati in laboratorio. Questa tecnica è sicuramente consigliata nei casi di oligoastenospermia (cioè, spermatozoi presenti in numero molto ridotto e di scarsa qualità): il liquido seminale, infatti, verrà opportunamente scelto e trattato per migliorare le possibilità di concepimento.

Unaltro motivo che può indurre a scegliere questa tecnica è la necessità di utilizzare il seme di un donatore, anche se dobbiamo specificare che la legge italiana (legge 40/1994) vieta la fecondazione assistita con ovuli o spermatozoi provenienti da donatori. Infine IUI viene utilizzata, come primo rimedio, nei casi di infertilità inspiegata, per rendere più probabile il concepimento. Le percentuali di successo sono del 25% per ciascun tentativo.

FIVET: la fecondazione in vitro

La seconda tipologia di fecondazione assistita è la FIVET, fecondazione in vitro con trasferimento dell'embrione: in altre parole, la donna assume dei farmaci che inducono una maggior produzione di follicoli e quindi di ovociti; prima che essi maturino e scoppino, vengono prelevati (tutto avviene ambulatorialmente in venti minuti) e dopo un’opportuna trattazione il biologo procede all’inseminazione; vediamo quindi che la cellula uovo viene fecondata all’esterno del corpo, in laboratorio, dove gli spermatozoi (previamente preparati) vengono messi a contatto con gli ovociti, all’interno di capsule particolari. Infine, dopo l’inseminazione, si trasferiscono uno o più embrioni (sempre a livello ambulatoriale) all’interno dell’utero.

È una tecnica cui si fa ricorso nel caso in cui l’uomo abbia pochi spermatozoi e poco mobili, quindi incapaci di raggiungere l’ovulo, e laddove vi sia, nella donna, un problema di tube danneggiate che non possa essere risolto chirurgicamente. È necessario ricordare che nel 15/20% dei casi le pazienti non rispondono adeguatamente alla terapia, cioè produrranno pochi follicoli o, nel caso opposto, ne produrranno in quantità maggiore, quindi essa si dovrà ripetere con nuove dosi; così, come d’altronde, può accadere che nel liquido follicolare non si trovino cellule uovo, e anche in questo caso si dovrà ripetere il tutto.

ICSI: Iniezione Intracitoplasmatica degli Spermatozoi 

Una terza tecnica di fecondazione è la ICSI, cioè l’iniezione intracitoplasmatica di sperma, anch’essa avviene in vitro, le prime fasi della terapia sono identiche a quanto avviene nella FIVET, quel che cambia è il momento dell’inseminazione delle cellule uovo. In questo caso, un singolo spermatozoo viene iniettato direttamente all’interno dell’oocita già maturo.

Si ricorre a questa tecnica quando vi sia una patologia grave del liquido seminale che rende gli spermatozoi incapaci di penetrare la membrana della cellula uovo, o nel caso in cui la coppia abbia già fatto ricorso alla FIVET con esiti negativi. Inoltre, questa metodologia consente un concepimento anche nel caso in cui non vi siano spermatozoi nel liquido seminale perché essi possono essere prelevati dal tessuto testicolare o direttamente dalle vie seminali. Spesso la ICSI è davvero l’unica possibilità per avere una gravidanza e diventare genitori.

Abbiamo visto, quindi, come sono diverse le metodologie a cui si può ricorrere in caso in problemi; senza dubbio oggi la scienza e la tecnica arrivano a dare soluzioni un tempo neanche immaginabili.

Come avviene il concepimento

Si tratta di un meccanismo abbastanza semplice:

  • l’ovulo è di certo la cellula più importante nell’organismo della donna, la quale ne produce circa 400/500 nel corso della vita biologica (fino a 40 anni circa);
  • lo spermatozoo, invece, è una cellula maschile molto piccola, formata da una testa e una lunga coda che gli permette di muoversi, presenti in condizioni di normalità in quantità variabile da 20 a 120 milioni per ml.

prepararsi alla gravidanza concepimento

La riduzione del numero di spermatozoi lungo il percorso dalla vagina alla tuba è sostanziale: dei 200-300 milioni di spermatozoi depositati in vagina, meno di 200 giungono in prossimità dell’ovocita. L’ovulo attira a sé gli spermatozoi, i quali ne perforano la membrana ed entrano all’interno, solo uno di essi riesce a fondersi con il nucleo, e in questo momento la cellula è già fecondata (concepimento) e ha determinato quali saranno i caratteri del futuro individuo.

Nel caso di avvenuto concepimento, i primi sintomi che dobbiamo valutare sono: il ritardo del ciclo mestruale, un ingrossamento del seno, e alcune perdite vaginali biancastre a volte tinte di rosso. Se si riscontrano questi segnali è sicuramente opportuno assicurarsi di essere o non essere incinta.

Il primo passo è quello di effettuare un test di gravidanza: possiamo acquistare un test “fai da te”  in farmacia, il quale rileva dalle urine un particolare ormone, può essere fatto già dai primi giorni di ritardo, ed ha una percentuale di affidabilità pari a circa il 90%, oppure ci si può rivolgere a un laboratorio per effettuare delle analisi del sangue, con le quali si misurerà lo stesso ormone; di certo quest’ultimo è un sistema più sicuro rispetto al test acquistato in farmacia, e riesce a dare informazioni anche relativamente alla settimana di gravidanza.

Infertilità: quali sono le possibili cause?

Abbiamo già detto che non sono rari i casi di problemi del concepimento (infertlità, e che si può tentare di farvi fronte con le varie tecniche di fecondazione assistita, ma vediamo quali potrebbero essere alcune delle cause di problemi di tal genere.

Nel mondo l’8/10% delle coppie (secondo l’Organizzazione mondiale della sanità) ha complicazioni e difficoltà ad avere un bambino. Nella maggior parte dei casi i problemi del concepimento restano ignote. Di certo, la fertilità è un problema rilevante, e sono diversi i fattori che vi influiscono come stress, sedentarietà, e alimentazione.

Per quanto riguarda la donna, le cause che possono incidere sul concepimento, creando problemi sono:

  • in primo luogo i disturbi ormonali e del ciclo mestruale, il quale avviene senza ovulazione, essi sono determinati dal malfunzionamento della tiroide, o da altri fattori come stress, o cattiva alimentazione;
  • in secondo luogo, un’altra causa può essere l’ovaio policistico e/o multifollicolare, si tratta di un ovaio più grande della norma e ricoperto di alcune piccole cisti, con produzione eccessiva di ormoni maschili (androgeni) che influenzano il ritmo regolare del ciclo mestruale;
  • una terza possibile causa è determinata da una patologia denominata endometriosi: in tal caso accade che il tessuto che riveste l’utero internamente (endometrio) si localizza all’esterno della cavità uterina (sulle tube,peritoneo,ovaio), ma continuando  a seguire i ritmi del ciclo mestruale, e quindi sviluppandosi e poi sfaldandosi come durante le normali mestruazioni.

Anche per quel che riguarda l’uomo, possono essere diverse le cause che portano all’infertilità:

  • il varicocele è una di esse, si ha nel caso in cui le vene che circondano il testicolo si dilatano, esso non provoca fastidi particolari e può essere risolto tramite intervento chirurgico;
  • la quantità e qualità degli spermatozoi, ovviamente, incide sulla capacità di procreazione;
  • i problemi immunologici;
  • l’ostruzione delle vie seminali, problema che può essere presente sin dalla nascita o manifestarsi a seguito di un trauma.

Nove mesi di cambiamenti

Ben sappiamo che i nove mesi della gravidanza comportano diversi cambiamenti, poiché il corpo della mamma si deve adattare ad accogliere il piccolo che cresce al suo interno. Questo periodo può essere suddiviso, per comodità, in tre trimestri.

Il primo trimestre inizia dal momento del concepimento (circa due settimane dopo l’ultimo ciclo); è un periodo di frenetica attività ormonale che giustifica gli sbalzi di umore e l’aumento di appetito. Ci si sente più stanche, il seno aumenta di volume, si scurisce l’area attorno ai capezzoli, la cervice forma il cosiddetto “tappo mucoso” per proteggere il bambino da batteri e virus, e comincia a vedersi un po’ di pancetta. Al contempo, anche il bambino subisce profondi cambiamenti. Da piccola cellula che era inizialmente, si sviluppa incessantemente, si forma un piccolo cuoricino, iniziano a spuntare le manine, gli occhi, le orecchie, gli organi come fegato e pancreas; l’embrione cresce e diventa feto, sviluppa il senso del gusto e del tatto.

Il secondo trimestre è caratterizzato da grandi e veloci cambiamenti; il peso aumenta sempre di più, i muscoli si rilassano, il punto vita scompare e si sentono le gambe molto affaticate. Da questo momento in poi, si cominciano perfettamente a sentire i movimenti del bambino, che dorme, si agita, e comunica con la mamma. La pancia crescerà a vista d’occhio, così come il seno.

Nel corso del terzo trimestre il peso aumenterà fino a mezzo chilo a settimana; il seno inizia a produrre colostro e saranno più frequenti alcuni disturbi come bruciore di stomaco. Pian piano si rilassano i legamenti del bacino e il collo dell’utero si stira per permettere al bambino di passare. Mentre la mamma subisce tutti questi cambiamenti, il bambino completa di formarsi, la pelle non è più trasparente, crescono le unghie, si aprono le palpebre, si sviluppa la massa muscolare, e si prepara a fare il suo ingresso nel mondo.

Dal medico: esami e visite di controllo

Durante la gravidanza è sicuramente opportuno e necessario andare dal medico per controllare e verificare costantemente la salute di mamma e bambino. Il ginecologo può prescrivere molti esami da fare, tutto dipende da come procede la situazione e se sorgono particolari problemi , infatti ciascuna gravidanza è diversa e vi si dovrà far fronte in modo specifico. 

prepararsi alla gravidanza esami

Gli esami che il medico può prescrivere sono di diverso tipo; innanzitutto, vi sono gli esami di laboratorio, cioè gli esami del sangue e delle urine, questi sono fondamentali ,e nel corso dei nove mesi vanno ripetuti più volte. Con i primi si controllano il gruppo sanguigno con il fattore Rh, la glicemia, l’emocromo, la sideremia, l’azotemia, e si verifica, inoltre, se la mamma è immune da determinate malattie ( importante, in primis verificare se si è immuni da toxoplasmosi e rosolia). L’esame delle urine serve, invece, a verificare la funzionalità dei reni. 

Quali esami fare in gravidanza

Il Ministero della Salute, per tutelare la salute del bambino e della coppia, ha previsto una serie di esami e di visite di controllo completamente gratuite, quindi esenti da ticket. Sono gratuiti alcuni controlli ed esami fondamentali da prescrivere in caso di minaccia di aborto, o nel caso in cui vi siano delle malattie precedenti o che potrebbero presentarsi nel corso della gravidanza. Come di norma, per poter usufruire di questi esami gratuiti è necessaria la richiesta del medico di base o del ginecologo di un ospedale o consultorio (deve essere una struttura pubblica).

Tra gli esami esenti da ticket, vi sono i cosiddetti esami preconcepimento; alcuni di essi possono essere fatti da entrambi i componenti della coppia per escludere e prevenire elementi di rischio, sia per la mamma che per il nascituro.

Gli esami preconcepimento gratuiti per la donna sono:

  • il pap-test (per verificare la presenza di alterazioni cellulari preneoplastiche,ma anche infezioni o infiammazioni) e visite ginecologiche periodiche;
  • alcuni esami del sangue considerati importanti come l’emocromo, il toxotest (per verificare l’immunità dalla toxoplasmosi), il Rubeo test (per controllare l’immunità dalla rosolia).

Sono sempre gratuiti anche degli esami preconcepimento per l’uomo, essi sono, principalmente, volti a controllare la compatibilità con il gruppo sanguigno e il fattore Rh della compagna.

Infine vi sono esami per la coppia, come il Test HIV e il Test TPHA (per la Lue o sifilide).

Le ecografie

Una tipologia di esami da ricordare, assolutamente indispensabili, sono gli esami strumentali, cioè quelli effettuati per mezzo di particolari strumenti. Il principale è di certo l’ecografia, che attraverso gli ultrasuoni riproduce l’immagine del feto su di un monitor.

Per verificare lo stato di salute del bambino, il medico potrebbe prescrivere, inoltre, il monitoraggio del battito cardiaco in relazione alle contrazioni uterine detta “cardiotocografia “(di solito alla trentaseiesima settimana) per verificare se il cuore è sano e batte regolarmente.

Un esame strumentale di grande importanza, consigliato nel caso in cui la mamma abbia più di trentacinque anni, è l’amniocentesi, volto al controllo della presenza o meno di anomalie cromosomiche; esso viene effettuato per mezzo di un sottile ago inserito tra l’addome e l’utero.

Le visite di controllo durante i nove mesi di gravidanza

Sempre allo scopo di accertare la salute di mamma e bambino, sono fondamentali le visite di controllo durante i nove mesi. La prima va effettuata entro il primo mese e non oltre il terzo; essa serve, in primo luogo ad avere la conferma di essere incinta e può anche determinare la data di termine della gravidanza. Il medico si accerta se vi sono fattori di rischio, come l’età o il peso, raccoglie tutti i dati necessari, indica gli esami da fare e consiglia alcuni accorgimenti relativi all’alimentazione.

Le visite successive saranno molto più brevi, in quanto il ginecologo controlla il peso e la pressione, valuta i risultati delle analisi, tenendo sempre sotto controllo lo zucchero nel sangue (glicemia) e l’albumina nelle urine. Inoltre, procede alla palpazione dell’addome, per verificare la posizione del bambino, e misura il collo dell’utero.

I disturbi più frequenti

Durante la gravidanza sono diverse le modifiche che avvengono nel corpo, proprio perché esso deve abituarsi ai cambiamenti, sono quindi normali dei disturbi e malesseri, che di solito scompaiono nei primi tre mesi.

Tra i malesseri più diffusi, di cui è normale soffrire, vi sono, in primo luogo, le classiche nausea e vomito, ma anche i bruciori di stomaco, poiché l’utero s’ingrandisce e preme su di esso, il mal di schiena determinato dal peso della pancia, la stitichezza, le smagliature su cosce, pancia e seno; inoltre, potrebbero comparire delle macchie scure in viso a causa di una produzione eccessiva di melanina.

Un elemento classico della gravidanza sono le voglie, si ha, cioè, desiderio di mangiare cose insolite, mai mangiate in precedenza, o frutti fuori stagione. Esse sono un tipico segnale di bisogno di attenzione, anche se, in realtà, si pensa che siano dovute al fatto che la gravidanza comporta cambiamenti del metabolismo.

I farmaci in gravidanza

Nel corso dei nove mesi di gravidanza è sempre necessario fare attenzione all’uso dei farmaci: è consigliato ricorrervi il meno possibile, poiché alcuni di essi possono essere dannosi per il bambino, in quanto le sostanze chimiche possono oltrepassare la placenta. Prima di prendere qualche medicina è sempre opportuno consultare il medico e leggere attentamente il foglietto illustrativo. I farmaci più pericolosi sono quelli che hanno un effetto teratogeno, cioè possono causare malformazioni nel bambino, tra di essi rientrano alcuni antibiotici, ormoni maschili e alcuni farmaci contro i tumori e le malattie della tiroide. Altri farmaci come ansiolitici e tranquillanti, agendo sul sistema nervoso centrale, possono dare assuefazione e creare nel bambino crisi di astinenza.

Proprio per evitare qualsiasi tipo di problema, per far fronte ai malesseri della gravidanza, si può ricorrere a vari rimedi naturali che certamente non hanno tutte le controindicazioni delle medicine. I più indicati durante la gravidanza sono l’omeopatia e la fitoterapia, le quali utilizzano prodotti derivanti dalle piante medicinali; pur essendo prodotti naturali, è bene fare attenzione perché si potrebbe essere allergici, o potrebbero avere effetti collaterali, quindi, è sempre opportuno chiedere il parere del medico. Un altro rimedio che potrebbe venire in aiuto alle mamme è lo yoga, che aiuta a rilassarsi, a controllare la respirazione, e allevia il mal di schiena. 

Cattive abitudini e fattori di rischio

Nel momento in cui si decide di avere un figlio, è necessario cominciare ad adottare uno stile di vita più sano ed eliminare tutti quei vizi che possono danneggiare il bambino. La prima tappa è eliminare totalmente fumo e alcool. Secondo uno studio condotto dal Ministero della Salute, nelle donne fumatrici il rischio di aborto spontaneo, nel primo trimestre, aumenta del 50%; nel secondo trimestre, il fumo della mamma può causare nel bambino deficit mentali e un aumento del rischio di cancro.

Anche l’alcool va evitato, in quanto esso viene immediatamente assorbito dal bambino influendo sulle cellule del fegato e del cervello. In generale, durante la gravidanza, vanno evitate tutte le situazione che potrebbero essere rischiose: l’esposizione a radiazioni, le temperature molto elevate, l’uso dei farmaci, il contatto con sostanze chimiche, e ovviamente , situazioni di stress.

Mantenersi in forma

Sappiamo che durante la gravidanza è inevitabile prendere peso, ma con alcuni accorgimenti si può comunque rimanere in forma.

In primo luogo, bisogna controllare l’alimentazione, perché una dieta sana è importante sia per la mamma che per il bambino. La dieta deve essere nutriente e sana , assumendo proteine, grassi, carboidrati , fibre e vitamine; bisogna stare attenti a non mangiare più di prima, ma scegliere gli alimenti con attenzione. Le sostanze fondamentali di cui l’organismo ha bisogno sono il calcio (una donna incinta deve assumerne quasi il doppio della quantità normale), le vitamine (A, C, D e K), il magnesio che aiuta a prevenire i crampi e il ferro, la cui mancanza può provocare anemia.

Non bisogna, però, dimenticare di fare attività fisica in gravidanza la quale aiuta, non solo a mantenersi in forma, ma anche a rilassarsi e a migliorare l’attività intestinale. Uno sport fortemente consigliato è il nuoto, poiché attiva tutti i muscoli del corpo; ma altre attività da prediligere sono, inoltre, lo yoga, la cyclette e lo stretching che aiuta a sciogliere i muscoli. Bisogna , invece, evitare la corsa, gli sport che prevedono un contatto fisico e uno sforzo eccessivo.

Per far fronte ai numerosi cambiamenti che investono una donna durante i nove mesi, è necessario prendersi cura del proprio corpo. I denti e le gengive sono più deboli e facilmente infiammabili, si deve, quindi, usare uno spazzolino con setole più morbide. Anche i capelli sono più deboli, seppur più folti, bisogna curarli con particolare cautela e prediligere uno shampoo neutro. Prestiamo attenzione anche ai vestiti da indossare, questi non devono essere troppo stretti per consentire la circolazione del sangue; in modo particolare per la biancheria intima, si devono usare tessuti naturali, come seta e cotone, per favorire la traspirazione.

La legge per le future mamme

Vediamo quali sono le norme più importanti della legge italiana a tutela delle future mamme. La legge 1240 del 1971 tutela le madri lavoratrici, mentre, la legge 53 del 2000 prevede la possibilità per i papà di ottenere l’astensione dal lavoro, che in passato era consentita solo per le mamme. Vi sono poi altre leggi che prevedono indennità e congedi, pensate soprattutto per le donne lavoratrici.

La legge prevede, infatti, che una donna incinta ha diritto ad assentarsi dal lavoro per un periodo di cinque mesi (due mesi prima dell’epoca presunta del parto, e tre mesi successivamente al parto), questo periodo può comunque essere modificato o allungato a seconda delle esigenze, e durante il periodo di astensione si percepisce l’80% dello stipendio. Si prevede l’impossibilità di licenziamento fino a quando il bambino non abbia compiuto un anno di età, salvo il caso di scadenza del contratto. La tutela delle mamme persiste anche dopo il parto, infatti, la legge prevede che esse possano godere di permessi giornalieri retribuiti di 2 ore, fino al compimento di un anno.

Prepararsi al parto

Abbiamo detto più volte che la gravidanza è un’esperienza unica, da vivere pienamente, ma bisogna essere preparati a gestire questo periodo, e soprattutto ad affrontare il parto.

Proprio per essere pronte, si consiglia sempre di seguire dei corsi pre-parto organizzati da ospedali, consultori o strutture private. I corsi danno la possibilità di incontrare esperti, come il ginecologo, l’ostetrica o il pediatra, e si seguono, solitamente dal sesto all’ottavo mese di gravidanza. Essi sono costituiti, di solito, da una parte teorica, durante la quale si trattano argomenti di anatomia, le leggi che tutelano le donne e di consigli pratici per prendersi cura del neonato; poi vi è una parte pratica, durante la quale si insegnano tecniche per rilassarsi e affrontare travaglio e parto, e infine la contraccezione per una programmazione delle gravidanze.

Oggi il ruolo del papà è molto cambiato e costituisce un appoggio fondamentale per la donna; è una figura sempre presente nel corso dei nove mesi, che partecipa ai corsi pre-parto e spesso assiste anche alla nascita dei figli. Il padre rappresenta un aiuto per la donna incinta, deve esserle il più possibile vicino; non solo deve aiutarla nelle incombenze più pesanti, come i mestieri di casa, ma deve sostenerla, assisterla, rassicurarla per farle meglio accettare i cambiamenti che il suo corpo sta subendo.

Sono tanti i mutamenti, le emozioni e le novità che questo periodo della vita riserva a una donna, e talvolta tutto ciò è causa di stress; è dunque importante riuscire ad affrontare tutto con serenità, ricordando che la gravidanza è una cosa naturale, e che non comporterà il capovolgimento delle proprie abitudini di vita. Bisogna, dunque, mantenere i propri interessi e consuetudini, curando l’aspetto fisico, la salute e facendo semplicemente attenzione ad alcuni aspetti e accorgimenti.

Il parto

La fase più importante e impegnativa di tutta la gravidanza è, fuor di ogni dubbio, il parto. I corsi di cui abbiamo parlato di certo aiutano ad affrontarlo con più serenità. Il travaglio è la fase che precede il parto, esso è, talvolta, difficile da distinguere e la sua durata è variabile; si conclude nel momento in cui termina la fase dilatante e inizia il parto vero e proprio.

Possiamo individuare tre diverse fasi del parto:

  1. il periodo espulsivo, quando la mamma sente il bisogno di spingere, ed è di certo la fase più faticosa;
  2. la seconda fase è la nascita, quando le contrazioni divengono più intense, e il medico aiuta il bambino ad uscire;
  3. infine vi è la fase del “secondamento” quando , dopo la nascita, l’utero si contrae ed espelle la placenta e la sacca amniotica.

Vi sono diversi tipi di parto: il parto naturale, il parto in acqua o il parto cesareo ( che talvolta è reso necessario da motivi clinici).

Data pubblicazione: 04 luglio 2016 Ultimo aggiornamento: 03 maggio 2021

Autore

blasinicola
Dr. Nicola Blasi Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso Università di BARI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bari tesserino n° 4485.

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